CONSIGLIO DIRETTIVO ALI DI SCORTA

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mauretto58
00mercoledì 20 luglio 2011 20:17
Chirurgia dei tumori ossei in età pediatrica: nuove frontiere ricostruttive


La chirurgia di salvataggio dell’arto in ortopedia oncologica ha visto grandi progressi negli ultimi decenni grazie all’associazione con le terapie farmacologiche e radianti. Tale tipo di chirurgia riveste una particolare importanza quando i soggetti sono in età pediatrica perché permette oltre al vantaggio psicologico di conservare l’arto quello di permettere un recupero della funzione anche grazie alle grandi capacità di adattamento alla disabilità che è tipica dei soggetti pediatrici. Nello stesso tempo però le difficoltà tecniche aumentano in quanto bisogna garantire un arto stabile, che possa accompagnare la crescita del paziente e rendere meno gravosi eventuali interventi successivi di ripresa al raggiungimento dell’età adulta. Per questi motivi la preferenza è sempre andata in genere alle ricostruzioni con innesti ossei massivi che garantivano un supporto per eventuali ricostruzioni successive e più recentemente a trapianti ossei vascolarizzati in grado di sostituire in maniera definitiva la parte asportata per la patologia oncologica. Lo scopo del presente lavoro è di analizzare le diverse possibilità ricostruttive con innesti ossei durante l’età pediatrica mettendone in risalto le possibili indicazioni, vantaggi e limiti.
mauretto58
00giovedì 21 luglio 2011 07:02
Re:
mauretto58, 13/07/2011 19.44:


Fondazione Gabriele Sandri ed Ali di Scorta


E' avvenuto l'incontro tra” ALI di SCORTA” e la” FONDAZIONE GABRIELE SANDRI “ per

avviare tra le due Associazioni,finalizzati a realizzare iniziative di solidarieta' sostenute dalla

Fondazione Gabriele Sandri per contribuire al completamento della ristrutturazione della nuova casa

di accoglienza di Ali di Scorta .

Queste iniziative saranno definite nei prossimi mesi e riguarderanno anche eventi sportivi e non , per

lo scopo finalizzato ad aiutare i ns/vs bambini malati e loro genitori in memoria di Gabriele Sandri .




mauretto58
00giovedì 21 luglio 2011 19:12
Re: Re:
mauretto58, 21/07/2011 07.02:








mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 12:50
BASTA CON IL FUMO-----------------------------UCCIDE
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 12:54
BASTA IL FUMO--------------UCCIDE (SECONDA PARTE)
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:18
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:20
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:21
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:21
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:22
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:23
mauretto58
00sabato 23 luglio 2011 13:31
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 19:34
ALI DI SCORTA
L'associazione "ALI DI SCORTA-ONLUS" è una libera associazione senza fini di lucro, che mira a promuovere e a realizzare iniziative per far conoscere, potenziare e valorizzare i propri scopi, in particolare il supporto ai piccoli malati oncologici e alle loro famiglie, attraverso il sostegno psicologico e l'aiuto concreto dei medici e dei volontari.
I nostri obiettivi
◊   Umanizzazione dell'attività oncologica
◊   Supporto psicologico per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie
◊   Cooperazione con altre associazioni di volontariato
◊   Trasporto gratuito dei pazienti per trattamenti e visite mediche
◊   Borse di studio destinate a giovani medici per la frequenza alla Scuola di Specializzazione in Oncologia
◊   Punto d'ascolto telefonico dedicato a pazienti e ai loro familiari per informazioni e consulenze da parte di personale qualificato
 
I nostri valori e i nostri impegni
◊   Crediamo nella forza della solidarietà generosa e disinteressata
◊   Sentiamo come dovere morale e civile quello di alleviare le sofferenze di chi è ammalato
◊   Ci impegnamo per creare un ambiente terapeutico sereno e confortevole senza dimenticare le necessità dei familiari che assistono
◊   Promuoviamo attività per il sostegno economico dell'associazione al fine di garantire la continuità e l'efficienzadel servizio
◊   Svolgiamo un'attenta e diffusa attività d'informazione sulle problematiche connesse a questa grave malattia
◊   Organizziamo iniziative, incontri ed attività sul territorio per favorire una maggior sensibilizzazione
 
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Telefono 333.6584795-333.7335732

Email : segreteria@alidiscorta.org
segreteria@alidiscorta.it

mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 19:51
Aumentano i tumori dell'infanzia, un sintomo dell' ambiente inquinato


XXII Congresso ACP: aumentano i tumori dell'infanzia, un sintomo dell' ambiente inquinatoAl Congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri, pediatri e medici dell’ambiente si sono confrontati sul binomio ambiente e neoplasie infantili. In Italia si registra un aumento delle neoplasie infantili del 2 per cento ogni anno. L’incremento più consistente riguarda i bambini sotto l’anno di età e alcune forme tumorali: leucemie, tumori del sistema nervoso centrale e linfomi. Da una lato si assiste a un cambiamento radicale dell’ambiente per mano dell’uomo, dall’altro si registra un notevole aumento di tumori dell’infanzia. Quale relazione intercorrere tra questi due scenari?

Sabato scorso, alla sessione conclusiva del XXII congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri , è intervenuto sul tema “cancerogenesi ambientale e neoplasie infantili” Ernesto Burgio, Pediatra, Coordinatore nazionale del Comitato Scientifico di ISDE (International Society of Doctors for Environment).

In Europa negli ultimi 20 anni si è registrato un incremento medio annuo dell’1,2 % di neoplasie infantili e del 2% di neoplasie adolescenziali. In Italia la situazione è ancora più preoccupante: tra il 1988 e il 2002 si è osservato un aumento della frequenza annua del 2% e il tasso di incidenza per tutti i tumori pediatrici è stato più alto di quello rilevato negli Stati Uniti e nel resto d’Europa. Inoltre, l’incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l’anno di età (+ 3,2%) e alcune forme tumorali (linfomi: + 4,6% annuo; tumori del sistema nervoso centrale: + 2,0% annuo) che hanno registrato in Italia un incremento senza precedenti.

“È urgente e necessaria una riflessione approfondita su questi dati: l’incremento delle neoplasie infantili rappresenta un dato significativo e inquietante, che mette in discussione gli attuali modelli di cancerogenesi, che definiscono il cancro come una malattia genetica, conseguente a mutazioni essenzialmente casuali (stocastiche) e selezionate in quanto vantaggiose”, afferma Burgio al Congresso dell’Associazione Culturale Pediatri.

Come possiamo spiegare questo aumento dei tumori già in età pediatrica? La risposta andrebbe ricercata, secondo Burgio, nell’ambiente: “L’incremento dei tumori in genere sembra poter essere un segno-sintomo dell’attuale modello di sviluppo e della conseguente trasformazione molecolare di tutte le matrici dell’ecosfera. Se il cancro fosse una conseguenza di mutazioni essenzialmente casuali, non si spiegherebbe l’aumento di frequenza registrato in pochi decenni, in particolare tra i bambini. Secondo la teoria dell’origine epigenetica delle malattie dell'adulto è probabile che anche i tumori (al pari di molte patologie croniche, infiammatorie e degenerative, tutte del resto in notevole aumento: obesità, diabete di tipo 2, allergie, malattie immunomediate e neurodegenerative) siano il risultato di un processo che inizia in utero (o addirittura nelle cellule germinali) e che induce una riprogrammazione forzata di vari organi e tessuti (programming fetale). Per meglio inquadrare il problema bisogna rifarsi ai modelli molecolari più recenti, secondo i quali il genoma sarebbe un’entità al contempo unitaria e dinamica: una sorta di network molecolare complesso la cui componente più fluida (l’epi-genoma) sarebbe in grado di auto-modificarsi, per adattarsi alle continue modificazioni dell’ambiente. L’esposizione crescente a piccole quantità di agenti potenzialmente genotossici presenti in ambiente favorirebbero queste trasformazioni e, nel lungo periodo, l’insorgenza di mutazioni.”

“In questo senso il cancro dovrebbe essere considerato – spiega ancora Ernesto Burgio - una malattia al contempo genetica ed epi-genetica: (la conseguenza di) un processo evolutivo distorto che ha le sue prime radici in utero o addirittura nei gameti ed è favorita dall’inquinamento, cioè dalla suddetta trasformazione molecolare dell’ambiente. L’incipit del processo può avvenire già nei gameti dei futuri genitori, o nelle cellule dell’embrione o del feto, che sono particolarmente plastiche (poco differenziate) e in continua proliferazione.”

Nella lista delle sostanze che minano la stabilità del genoma trovano posto molecole chimiche (benzene, diossine, idrocarburi poliaromatici, pesticidi), metalli pesanti, campi elettromagnetici. “Tutti questi agenti che l’attuale modello di sviluppo ha moltiplicato e diffuso nell’ambiente possono agire sinergicamente sulle nostre cellule e, in particolare, sul genoma dell’embrione e del feto, rendendolo instabile e aprendo la strada alle mutazioni e, in particolare, alle traslocazioni tipiche di molti tumori infantili”, conclude Burgio.

L’IMPEGNO DELL’ACP
Il tema del rapporto fra ambiente e salute del bambino non poteva mancare all’appuntamento annuale dell’ACP, attivamente impegnata per la tutela della salute del bambino e dell'adolescente nei confronti dell'inquinamento ambientali. Al suo interno è stato istituito un gruppo ad hoc “Pediatri per un mondo possibile” (gruppo PUMP).

Da anni il gruppo PUMP collabora con l’Associazione medici per l’Ambiente ISDE per:
• sensibilizzare e informare correttamente le istituzioni locali e nazionali, i genitori e gli insegnanti sui rischi ambientali e su cosa può essere fatto per proteggere i propri figli;
• formare pediatri e medici di medicina generale sulle patologie legate al rischio ambientale e le loro modalità di prevenzione;
• intervenire con dei progetti locali per un ambiente salutare.

Il Congresso non ha chiesto sponsor dall’industria farmaceutica e dalle aziende produttrici di latte per l’infanzia, in linea con il codice etico di autoregolamentazione sottoscritto dell’ACP a garanzia dell’indipendenza e della trasparenza della propria attività sociale a protezione della salute del bambino.

Palermo 9 ottobre 2010
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 19:54
Frenulo linguale corto


La lingua è un organo muscolare estremamente mobile, in grado di produrre movimenti in tutte le direzioni e di svolgere numerose funzioni. Il frenulo linguale è la piega mucosa che connette la linea mediana della superficie inferiore della lingua al pavimento della cavità buccale.
Anchiloglossia


Si parla di frenulo linguale corto (per gli anglosassoni tongue-tie) quando il frenulo linguale si presenta corto, ancorando la lingua al pavimento della cavità orale e quindi limitandone la protrusione al di là dei denti incisivi inferiori. Si tratta di un’anomalia congenita di cui non esiste una definizione univoca: per tale motivo non esistono neppure dati precisi sulla sua prevalenza, sebbene si parli del 4-5% della popolazione generale, con una lieve prevalenza nei maschi (2,5 : 1). Mancano dati certi anche sulla storia naturale, sulla sospetta origine ereditaria e su necessità e tempistica del trattamento chirurgico.

Il frenulo corto può presentarsi con diversi gradi di severità: di conseguenza può essere asintomatico o causare alcuni problemi. Il frenulo corto può innanzitutto ostacolare l’allattamento nei neonati, in quanto il bambino può non essere in grado di attaccarsi al seno in maniera appropriata o di produrre una suzione efficace, con conseguente alterazione del drenaggio del latte dalle mammelle (fino a provocare una mastite), dolore ai capezzoli, rallentamento della crescita del bambino per riduzione dell’introito di latte. Il frenulo corto provoca meno problemi se l’allattamento è al biberon, per la diversa meccanica della suzione (che è meno difficoltosa). Ad ogni modo, il frenulo corto sembra limitare l’allattamento al seno solo in una piccola percentuale di casi.

Il frenulo corto può anche rendere difficile l’articolazione delle parole (disartria) e quindi rallentare lo sviluppo del linguaggio. Per la produzione dei fonemi e l’articolazione delle parole è infatti necessario un range molto vasto di movimenti della lingua, che deve interagire con palato e denti: se ciò non è possibile si possono riscontrare anomalie nella pronuncia di consonanti quali t, d, l, n, r. In questi casi la logopedia può migliorare il quadro, ma se il frenulo è molto corto è necessario associare il trattamento chirurgico.

La presenza di un frenulo linguale corto può rendere difficoltosa anche la pulizia orale e può impedire di suonare certi strumenti a fiato, ma anche di leccare cibi o baciare (con tutti i problemi psicologici e sociali che ne conseguono). Infine, un frenulo linguale estremamente corto può provocare anomalie dello sviluppo della mandibola.

E’ importante sottolineare il fatto che, per quanto sia l’ispezione a far porre il sospetto di frenulo corto (con la protrusione la lingua assume un aspetto a cuore o a omega), ciò che fa veramente la differenza è il grado di limitazione della mobilità della lingua. Il vero frenulo corto è quello che provoca la anchiloglossia (ovvero la riduzione dei movimenti della lingua), dal momento che alcuni autori hanno descritto casi di frenulo corto ma con elasticità tale da essere sufficiente per far muovere la lingua a dovere. Il grado di anchiloglossia (lieve, moderata, severa) è valutabile solo soggettivamente. Inoltre, bisogna ricordare che nel neonato il frenulo può essere fisiologicamente corto per svilupparsi poi nei primi 12 mesi insieme alla coordinazione dei muscoli linguali.

Nei casi più severi è necessario ricorrere all’intervento chirurgico di frenulotomia: tale intervento, che è risolutivo, veniva eseguito già nel 18° secolo, quando le ostetriche erano solite farlo alla nascita, per mezzo delle unghie. Nei neonati con difficoltà nella suzione va praticato in anestesia locale entro la prima settimana di vita, mentre nei bambini con gli altri problemi (disartria e via dicendo) non esiste una tempistica precisa ed è il chirurgo a dover stabilire quando intervenire, nell’interesse del paziente. Anche se l’intervento è solitamente facile (sezione del frenulo con le forbici chirurgiche senza sutura della ferita onde evitare cicatrici che riproporrebbero il problema) deve essere eseguito da operatori esperti per evitare le rare complicanze (sanguinamento per accidentale lesione della vena profonda della lingua, danni accidentali al dotto di Wharton). Dopo l’intervento, i neonati sono subito in grado di riprendere ad alimentarsi al seno. Di recente è stato anche introdotto l’uso del laser per questo intervento (vedi QUI). Solo raramente è necessario un vero e proprio intervento di frenuloplastica.
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 19:56
Perché dedicare queste Basi Scientifiche Linee Guida per l’Oncologia Pediatrica a Guido Paolucci? Innanzitutto perché Guido Paolucci è stato uno dei padri fondatori dell’oncologia pediatrica italiana. Ha cominciato ad occuparsene in un’epoca in cui bambini ed adolescenti colpiti dal tumore non avevano quasi speranze di sopravvivere ed ha lasciato una rete di Centri organizzati a livello nazionale ed internazionale, che oggi riesce a guarire oltre la metà dei 1600 bambini colpiti ogni anno, in Italia, da un cancro. Questi successi sono essenzialmente dovuti ad un approccio multidisciplinare ed a cure sempre più mirate, che si muovono per un approccio olistico, centrato sulla qualità della vita del piccolo paziente e della sua famiglia, cercando di ridurre sofferenze e disagi, anche di tipo psicologico e sociale.
Il professor Paolucci si è distinto per aver creduto in questa strategia e per aver fatto tutto il possibile per garantire sempre e comunque, al di là di tutto e tutti, il lavoro di gruppo. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, lavorare con lui o anche solo incontrarlo, potrà testimoniare quanto credesse nella mission e nella vision dell’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica e quanto per essa abbia fatto fin alla fine quando, tutt’altro che infaticabile, ci chiedeva se ne fosse valsa la pena, non già rassegnato, ma provocatoriamente stimolante rispetto ad una realtà aziendalizzata e competitiva, della quale voleva prendessimo coscienza per continuare sulla strada maestra del lavoro per e con il paziente e la sua famiglia.
Chi non lo ha potuto incontrare sappia che il professor Paolucci ha saputo anche fare dei passi indietro, perché più e prima di altri ha creduto nei giovani, allievi e collaboratori, a cui ha dato spazio senza mai far mancare un attento e paterno sostegno.
Nato a Parma, cresciuto nella sua Cattolica, bolognese d’adozione, laureato in medicina e chirurgia presso la Facoltà Medica dell’Università degli Studi di Bologna, Ordinario di Pediatria sempre all’Università di Bologna, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università degli Studi di Bologna e del Centro Interdipartimentale di Ricerca sul Cancro "Giorgio Prodi", è stato autore di oltre 800 pubblicazioni scientifiche.
Nessuno come lui è stato dotato di visione strategica, proiettata nel futuro ed in grado di vedere con largo anticipo quali fossero le sfide cruciali, sulle quali ricerca ed assistenza dovevano concentrare sforzi e risorse. Lavorando per anni al suo fianco, di lui ho potuto apprezzare non solo il profilo scientifico e professionale, ma anche quello umano e, come suo allievo, voglio dire che di quel uomo giusto sento un’enorme incolmabile mancanza.
Grato ai curatori di queste Basi Scientifiche Linee Guida per i tumori dell’età pediatrica sia per aver pensato di dedicarle al professor Guido Paolucci che per aver voluto che fossi io a dedicargliele.


Prof. Andrea Pession



PREFAZIONE

La diminuzione della mortalità nei pazienti pediatrici affetti da cancro è uno dei maggiori successi della medicina di questi ultimi 30 anni. Il grande miglioramento registrato nella guarigione di leucemie, linfomi e tumori in genere ha profondamente cambiato la prognosi di questi pazienti. Questo successo è dovuto a molteplici fattori che hanno giocato un ruolo fondamentale, tra i quali protocolli di terapia più aggressiva, maggiori conoscenze della biologia e sull’eterogeneità dei tumori e terapie innovative, come il trapianto di midollo. Tutto questo, però, non sarebbe stato possibile senza la realizzazione di studi cooperativi.
In Italia, la capacità di sviluppare studi cooperativi nazionali nasce fin dai primi anni ’70, con un’iniziativa destinata a svilupparsi in modo straordinario nei successivi decenni.
Da un iniziale programma comune tra Luisa Massimo (Genova), Guido Paolucci (Bologna) e Giuseppe Masera (Milano) nasce l’Associazione Italiana di Ematologia Pediatrica, AIEOP, che si propone, a partire dalla Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA), di realizzare programmi di cura estesi ad una rete di Centri distribuiti a livello nazionale. E’ da attribuire a Guido Paolucci il gran merito di aver guidato per oltre 20 anni con forte determinazione ed entusiasmo lo sviluppo dell’AIEOP, in particolare, ma non solo, relativamente alla LLA, attivando e coordinando una serie di protocolli di ricerca biologico-clinici, adottati progressivamente da un numero crescente di Centri nazionali.
A partire dalla fine degli anni ’90, le attività di ricerca clinico-biologiche si sono allargate anche ad altri Paesi europei, tra i quali Germania, Austria, Olanda, Svizzera, Repubblica Ceca, con i quali si sono programmati protocolli di ricerca clinica congiunti.
Oggi, possiamo sicuramente affermare che i risultati ottenuti dall’Oncologia Pediatrica Italiana hanno raggiunto livelli di eccellenza rispetto ai Paesi dove l’investimento pubblico per la ricerca è a livelli almeno doppi di quelli in Italia. Si sono così resi inutili i "viaggi della speranza", tanto frequenti negli anni ’80.
Gran merito di questi risultati va riconosciuto a strutture pubbliche come il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), attraverso i Progetti Finalizzati e Strategici, ed al volontariato, particolarmente vivace in ambito pediatrico, che hanno reso possibile, attraverso Associazioni locali e Fondazioni, il reperimento delle risorse fondamentali per poter sviluppare la ricerca clinica e preclinica.
In questo contesto, Alleanza Contro il Cancro (ACC), proseguendo nell’iniziativa portata avanti per molti anni dal CNR, relativamente alla formulazione e pubblicazione delle "Basi Scientifiche per la definizione di Linee Guida (BSLG) in ambito clinico per le diverse patologie oncologiche" ha sentito l’esigenza di raccogliere in questo volume, in forma sinottica, le principali evidenze scientifiche emerse in questo ultimo periodo.
L’opera che presentiamo è una rivisitazione aggiornata di quella pubblicata nel 1996, di cui era già stata proposta una revisione parziale nel 2003, relativamente agli Osteosarcomi.
Alcuni capitoli sono corredati di flow chart diagnostico-terapeutica, di immediata consultazione e propedeutica alla formulazione di Linee Guida Operative.
Oggi, si può affermare che oltre il 90% dei bambini affetti da tumore viene trattato attraverso percorsi diagnostico-terapeutici prestabiliti, secondo protocolli AIEOP. Questa associazione si è dotata di un'organizzazione con un Centro Raccolta Dati ed un Registro Nazionale (Mod. 101 Bologna) e di laboratori centralizzati dove per tutti i pazienti italiani viene eseguita la diagnosi ai livelli internazionali più aggiornati. Il riconoscimento della qualità del lavoro svolto è che il modello organizzativo AIEOP è stato preso ad esempio dai più importanti Gruppi Cooperativi Internazionali.
La grande sfida di oggi è quella di applicare i Protocolli Terapeutici Pediatrici anche ai giovani adulti, estendendo l’età Pediatrica ai 18 anni, per la maggior efficacia che questi Protocolli Pediatrici hanno dimostrato rispetto a quelli utilizzati per i pazienti adulti nel trattamento di alcune patologie, quali le Leucemie Acute.


I Coordinatori

Prof. Giuseppe Basso
Prof.ssa Rosella Silvestrini
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 19:57
Sono il papà di Alice una splendida e vivacissima bamina di 1 anno che non mangiava (sembrava non le piacesse) e pesava 7,200 Kg. E' stata ricoverata per accertamenti in pediatria e, dopo tutti i soliti accertamenti per prassi, dalla ecografia e dalla risonanza magnetica è risultato purtroppo un tumore al cervello (sembrerebbe a detta del chirurgo e del suo staff un glioma ottico) e anche molto invasivo. Lo staff medico di neurochirurgia ha già deciso di operare la bambina entro la prossima settimana e quindi, se possibile in seguito, di fare delle radioterapie. Ora io chiedo se sapete qualcosa di più o se avete delle esperienze o delle conoscenze in merito.

E' difficile rispondere completamente alle disperate domande e richieste del padre della bambina Alice: sicuramente le risposte più precise e giuste potranno darle i neurochirurghi che hanno in carico la piccola e solo loro potranno valutare (attraverso le immagini) il volume e l'eventuale estensione (soprattutto verso l'ipotalamo [diciamo, il "centro del cervello", NdR]) della neoplasia. La loro decisione di intervenire chirurgicamente fa supporre, comunque, che il tumore è ancora aggredibile e, forse, si è poco esteso verso l'ipotalamo.

Diamo qui qualche informazione sui gliomi del nervo ottico e, in genere, delle vie ottiche. Sono tumori rari, che colpiscono soprattutto i bambini di età inferiore a 10 anni. Istologicamente sono astrocitomi e spongioblastomi. Originano, di solito, nel tratto intraorbitario del nervo ottico e si diffondono lungo le vie ottiche, raggiungendo l'ipotalamo in modo ascendente e la papilla ottica in modo discendente.

I sintomi sono caratterizzati da lenta e progressiva diminuzione della vista (a cui segue dopo un certo tempo un esoftalmo). Se la neoplasia raggiunge l'ipotalamo, si hanno disturbi funzionali dovuti ad alterazione dei nuclei ipotalamici o ad interessamento delle connessioni ipotalamo-ipofisarie e, in particolare, sintomi quali anoressia, dimagrimento, iperattività ed alterazioni endocrine quali diabete insipido, disturbi dei meccanismi della regolazione termica ecc.

Se il tumore raggiunge il chiasma [il punto dove si incrociano le fibre dei nervi dei due occhi, NdR] i disturbi visivi sono bilaterali. L'esame del fondo oculare mostra una atrofia o subatrofia ottica. Chiaramente la diagnosi è ben documentata dalle immagini come la RMN, che può precisare il volume della neoplasia e l'eventuale estensione ipotalamica. Di solito i tumori delle vie ottiche sono astrocitomi caratteristicamente di tipo giovanile. Si tratta pertanto di tumori istologicamente benigni con basso potenziale evolutivo.

Se vengono estirpati nella totalità è possibile una guarigione pressochè completa; questo è generalmente realizzabile in quei tumori che interessano il nervo ottico e si espandono in direzione dell'orbita (o viceversa). I tumori che toccano il chiasma sono di difficile approccio e l'exeresi (asportazione) è complessa. I tumori dell'ipotalamo sono invece inoperabili. Infine è utile ricordare che gli astrocitomi giovanili delle vie ottiche possono far parte in un gran numero di casi della Sindrome di von Recklinghausen o Neurofibromatosi.
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:00
Riassunto. Vengono affrontati i vari problemi di natura nutrizionale nelle situazioni della malattia oncologica pediatrica.
Le norme dietologiche ed anche comportamentali generali vengono esaminate e trattate in relazione alle varie
fasi della malattia e alla terapia medica, radiante o chirurgica in corso di svolgimento o già effettuata.
Il ruolo della nutrizione artificiale, l’alimentazione nel bambino disfagico, il tipo di attività sportiva, il comportamento
e le direttive da seguire durante il follow-up sono altri argomenti diffusamente trattati. Vengono inoltre presentati
decaloghi per tutte le situazioni esaminate anche con specifici riferimenti alle varie condizioni morbose ed
agli effetti collaterali delle diverse terapie con il suggerimento di possibili soluzioni farmacologiche o nutrizionali.
Abstract: It is well known that in patients affected by cancer nutritional problems can be present. The nutritional problems
in paediatric oncology are evaluated and discussed herein. The correct diet and lifestyle interventions will be described
and commented in relationship to the different phases of the pathology and pharmacological, surgical or radiant therapy.
Additionally, the role of nutritional or pharmacological support, the diet of the disphagic child, type of physical activity
will be fully discussed. Then some decalogues are presented for all examined cases with specific references to various diseases.
We examine the collateral effects of different therapies suggesting the pharmacological e nutritional solutions.
Parole chiave:oncologia, pediatria, alimentazione, nutrizione parenterale totale.
Key words: oncology , paediatrics, nutrition, total parenteral nutrition.
Introduzione
I recenti progressi della scienza in tutti i
campi ed in particolare in quello medico
permettono oggi di combattere e spesso
vincere battaglie precedentemente ritenute
perse; si parlava infatti di mali incurabili,
definizione che sempre di meno si dovrebbe
usare.
È il caso delle malattie oncologiche ed
in particolare della patologia oncologica in
età pediatrica.
Oggi si può ottenere, per alcuni tipi di
tumori infantili, la guarigione fino all’80-
90% dei casi utilizzando la chemioterapia e
la radioterapia, da sole o associate; per ottenere
questi risultati contribuiscono ovviamente
anche la terapia chirurgica e i trapianti
di cellule staminali allogeniche. In
ogni fase della malattia, durante e dopo
qualsiasi tipo di terapia, è fondamentale
uno specifico approccio nutrizionale, igienico-
sanitario, un corretto stile di vita e la
programmazione del successivo iter terapeutico.
Noi sappiamo infatti che la malattia neoplastica
induce nel paziente una serie di
profonde alterazioni del metabolismo, dell’assetto
ormonale ma anche del comportamento
alimentare che diventa quanto
meno una concausa nella perdita progressiva
delle riserve adipose e della massa
magra, fino a configurare il quadro clinico
della cachessia neoplastica. Il decadimento
dello stato nutrizionale e funzionale dell’organismo
è poi ulteriormente aggravato
dalla tossicità sistemica e gastrointestinale
indotta dai trattamenti radio-chemioterapici,
con conseguente aggravamento della
anoressia, dell’aumento del dispendio energetico
e del malassorbimento intestinale
dei nutrienti.
È difficile standardizzare, sia pure per
gruppi di popolazione o per genere di neoplasia,
il tipo di alimentazione indicato per
questi pazienti ma dobbiamo almeno cercare
di comprendere come soddisfare i fabbisogni
nutrizionali nelle varie fasce di età
e nelle varie fasi della malattia
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:00
malattia.
La Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-2 marzo 2008, anno 37
Note di epidemiologia dei tumori infantili
In Italia l’incidenza dei tumori infantili è
misurata dal Registro dei tumori infantili
(RTI) del Piemonte. Estrapolando a livello
nazionale questi dati, sovrapponibili alle
stime ottenute dalla banca dati della Forza
Operativa Nazionale Oncologia Pediatrica
(FONOP), si stima quanto segue (dati aggiornati
al 2007):
· I tumori in età pediatrica (0-14 anni)
rappresentano l’1% di tutti i tumori maligni
e, sommati a quelli dell’adolescenza
(15-19 anni), il 2%.
· Ogni anno in Italia vengono diagnosticati
circa 1500 casi di tumori tra i bambini
e 800 casi tra gli adolescenti.
· Ogni anno in Italia sono diagnosticati
circa 500 casi di leucemie (80% leucemie
linfoidi acute) tra i bambini e 100
casi (<40% leucemie linfoidi acute) tra
gli adolescenti.
· Nei primi 15 anni di vita 1 bambino ogni
600 si ammala di tumore e 1 ogni
2000 di leucemia.
La distribuzione dei casi di tumori in età
pediatrica (RTIP 1967-2003) è la seguente:
· leucemie 33%;
· tumori solidi 67% di cui:
- sistema nervoso centrale 23%;
- linfomi 9%;
- neuroblastomi 8%;
- tessuti molli 6%;
- osso 5%;
- rene 5%;
- altri 11%.
La percentuale di GUARITI o con LUNGHE
SOPRAVVIVENZE (oltre 5 anni
dalla diagnosi) per i pazienti in età pediatrica
affetti da tumore maligno è in progressivo
aumento negli ultimi anni e giunge
fino all’80% per i bambini con diagnosi
effettuata più recentemente nel periodo
1997-2001.
Tali dati non si discostano per quanto
riguarda incidenza, distribuzione e sopravvivenza,
da quelli globali europei riportati
dall’ACCIS (Automated Childhood Cancer
Information System), che riunisce i dati di
tutti i registri tumori infantili europei.
L’incidenza dei tumori in Europa nel
periodo 1988-1997 è di 139 casi per milione
di bambini/anno e di 186 casi per milione
di adolescenti/anno. È stato osservato
un incremento progressivo d’incidenza nel
corso degli anni, senza segni di rallentamento
di tale tendenza nell’ultimo quinquennio.
Le indicazioni del Workshop
Allo scopo di affrontare tali complesse
problematiche, sulla base dello stato dell’arte
sia oncologico, sia pediatrico che nutrizionale,
i rappresentanti dei vari gruppi
di specialisti che si interessano di queste
tematiche ossia gli oncologi pediatri, i pediatri,
i nutrizionisti e le laureate in dietistica,
si sono riuniti in un Workshop, promosso
in particolare dalla SISA e al quale
hanno partecipato appartenenti a varie società
scientifiche ed istituti di ricerca quali
ADI, AIEOP, INRAN, IST, SIGENP, FESIN
(ADI, SINPE, SINU, SINUPE, SISA),
SIMA ed associazioni come ALTEG,
FIAGOP, CASA DI KIM, PETER PAN.
Sono state presentate complessivamente 25
relazioni e sono stati effettuati numerosissimi
interventi.
Dal confronto tra gli specialisti ed in
base ai lavori presentati, sono stati stilati
una serie di decaloghi che si possono adattare
alle molteplici patologie oncologiche,
nei vari stadi della malattia, nelle differenti
fasi della terapia e nelle diverse fasce di
età. Queste direttive vogliono rappresentare
una base seria di applicazione e di discussione;
potranno essere modificate, aggiornate
ed ampliate ma dobbiamo cercare
di farle diventare un punto di riferimento
per tutte le strutture che si occupano del
bambino con patologia oncologica.
I decaloghi che presentiamo sono pertanto
una prima stesura e sono aperti all’in
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:01
serimento di altre indicazioni. Infatti in
campo oncologico ed ancor di più nell’oncologia
pediatrica, le metodiche vengono
continuamente modificate, corrette e aggiornate
in relazione alle nuove ricerche
scientifiche, ai nuovi risultati clinici, ai
nuovi farmaci etc.
Sicuramente la divulgazione di questo
lavoro potrà dare impulso a prossime collaborazioni
e rappresentare uno spunto per
affrontare dei temi di così grande rilevanza
ancora poco indagati.
I decaloghi
1) Parametri per la valutazione dello stato
nutrizionale
· Effettuare un’anamnesi alimentare.
· Rilevare peso, statura, circonferenza toracica,
circonferenza brachiale, circonferenza
vita, circonferenza fianchi, rapporto
circonferenza vita/circonferenza
fianchi, rapporto circonferenza vita/altezza.
· Rilevare quattro misure plicometriche:
plica tricipitale, plica bicipitale, plica
sottoscapolare e sovrailiaca.
· Rilevare la circonferenza cranica nei
bambini di età inferiore ai 3 anni.
· Stabilire gli indici dello stato di nutrizione
(albuminemia, prealbuminemia,
transferrina).
· Screening iniziale della Capacità Antiossidante
Totale (TAC) sia della dieta
che plasmatica.
· Valutazione della densità minerale ossea
(Bone Mineral Density – BMD); RX
della mano non dominante per la determinazione
dell’età scheletrica.
· Inquadramento psicologico.
2) Strategie di intervento in corso di terapia
antineoplastica
· Durante il ricovero è necessario che il
bambino segua una dieta varia ed equilibrata
tale da coprire i fabbisogni nutrizionali
propri della sua età e del suo sesso,
secondo quanto stabilito dai “Livelli
di Assunzione Raccomandata di Energia
e Nutrienti” (LARN), allo scopo di garantire
un adeguato accrescimento e promuovere
una corretta alimentazione. La
dieta deve essere personalizzata ed elaborata
in collaborazione con il medico
oncologo, il medico nutrizionista, il medico
pediatra e il dottore in dietistica.
· Sulla base di queste considerazioni indichiamo
alcune raccomandazioni generali:
- Evitare l’eccessivo apporto energetico;
- Seguire una alimentazione sana ed equilibrata
nei nutrienti: della quota calorica
giornaliera il 55-60% deve essere
rappresentato dai carboidrati, il
12-15% dalle proteine e meno del 30%
dai lipidi;
- Mantenere un rapporto equilibrato fra
proteine animali e vegetali (1:1) e tra
zuccheri semplici (non oltre il 10-15%
delle calorie totali) e zuccheri complessi;
- Limitare i fuori pasto (spuntino pari al
5% dell’apporto calorico giornaliero);
- Garantire un apporto di fibra pari a
0,5g/kg/die.
· In particolare è importante assicurare un
adeguato apporto di calcio e proteine
nella dieta giornaliera allo scopo di garantire
un corretto accrescimento e di
evitare un basso picco di massa ossea.
In base allo stato nutrizionale del bambino
sarà necessario valutare eventuali
supplementazioni con calcio, vitamina
D e bifosfonati.
· Allo scopo di prevenire lo squilibrio ossidativo
dello Stato Redox il bambino
deve seguire una dieta ricca di alimenti
di origine vegetale (frutta e verdura) ad
alto contenuto di antiossidanti scelti sulla
base di database specifici.
· Occorre elaborare una dieta che tenga
conto della potenziale interferenza del
cibo con i parametri farmacocinetici del
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00lunedì 25 luglio 2011 20:03

Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-4 marzo 2008, anno 37
la terapia antineoplastica e con la biodisponibilità
del farmaco; tali interazioni
sono complesse e non generalizzabili e
pertanto devono essere valutate per ogni
singolo chemioterapico.
· È necessario valutare l’utilizzo di integratori
dietetici.
3) Consigli pratici per una dieta equilibrata
nel corso di malattia oncologica valida
anche per i bambini in terapia cortisonica
Cosa fare
· Durante la giornata l’alimentazione deve
essere suddivisa in tre pasti principali
(colazione, pranzo, cena) e due spuntini
(metà mattina e metà pomeriggio)
· La prima colazione può essere a base di
latte parzialmente scremato o succo di
frutta o the od orzo insieme a fette biscottate
o biscotti secchi o cereali; oppure
può essere una colazione di tipo salato
a base di pane e prosciutto crudo e/o
formaggio.
· Gli spuntini dovranno essere preferibilmente
a base di frutta fresca o yogurt o
crackers.
· A pranzo e a cena contemplare sempre
un contorno a base di verdura.
· Variare la scelta delle pietanze durante
la settimana prevedendo:
3 volte carne
3 volte pesce
2 volte legumi
2 volte formaggio
2 volte prosciutto crudo o bresaola
2 volte l’uovo
· Limitare l’assunzione di sale.
· Preferire le cotture alla griglia, al vapore,
al cartoccio, al forno, in umido.
· Abbinare sempre alla corretta alimentazione
una buona attività fisica.
E poi...
· Non saltare i pasti
· Le patate non vanno considerate come
verdura ma vanno utilizzate in sostituzione
di pane, pasta o riso
· Ricordarsi di non eccedere nei condimenti,
utilizzando con moderazione olio
extra vergine d’oliva, aggiungendolo agli
alimenti dopo la cottura.
· Limitare le quantità di zucchero, miele o
fruttosio. Per l’uso di dolcificanti artificiali
consultare sempre il medico.
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:05
6) Screening e monitoraggio delle alterazioni
del metabolismo glucidico: segni e
sintomi da non sottovalutare in particolare
in corso di terapia cortisonica
Parametri da monitorare e frequenza dei
controlli:
· Glicemia a digiuno (Fasting Blood Glucose,
FBG) ad ogni controllo di altri esami
di laboratorio;
· Glicemia due ore dopo il pasto (Post
Prandial Glucose, PPG) con cadenza
quindicinale;
· Prestare attenzione ai seguenti sintomi:
poliuria, polidipsia, polifagia, astenia.
Il monitoraggio e l’intervento precoce consentono
di:
· Ridurre il rischio di comparsa di iperosmolarità
plasmatica grave con possibile
coma;
· Effettuare una sorveglianza sulla possibilità
di sviluppare diabete mellito permanente;
· Ridurre il rischio di infezioni legate al
controllo metabolico non adeguato.
7) Utilizzazione della nutrizione artificiale
A) Ruoli della Nutrizione Artificiale:
· Prevenire o correggere uno stato di malnutrizione,
contrastando la cachessia neoplastica
(Nutrizione di Supporto o Aggiuntiva).
·Migliorare l’efficacia della chemioterapia,
potenziandone la risposta e riducendone
la tossicità (Nutrizione Adiuvante).
· Interferire nella crescita neoplastica con
l’aggiunta o la sostituzione di diversi
substrati (Farmaconutrizione o Manipolazione
Nutrizionale).
· Provvedere alle necessità nutrizionali in
pazienti con insufficienza intestinale prolungata
(Terapia Nutrizionale Sostitutiva).
·Migliorare la tollerabilità e il completamento
del programma di chemioterapia
e/o di radioterapia.
B) Criteri per la scelta della tecnica di Nutrizione
Artificiale in accordo con le Linee
guida di ASPEN (American Society of Parenteral
and Enteral Nutrition).
· Per scegliere il tipo di Nutrizione Artificiale
(Nutrizione Enterale o Parenterale)
è indispensabile valutare la funzionalità
dell’apparato gastrointestinale:
- La Nutrizione Enterale può essere utilizzata
in pazienti che sono malnutriti
o a rischio di diventare tali ed in cui
l’apporto nutrizionale orale non è sufficiente
a mantenere uno stato di nutrizione
adeguato (Oral Failure); l’accesso
al tratto gastrointestinale va realizzato
con la modalità più naturale e meno
invasiva.
- La Nutrizione Parenterale deve essere
utilizzata solo in caso di intervento enterale
fallito (non efficace, non tollerato
o rifiutato) e/o quando la funzione
intestinale sia gravemente compromessa
dalla patologia di base o dal trattamento
antineoplastico (Intestinal Failure).
· L’utilizzazione della Nutrizione Parenterale
Domiciliare (NPD) è indicata solo
nel caso di insufficienza intestinale secondaria
alla patologia (tumori intestinali)
o al trattamento radiante (enterite
attinica).
La Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-marzo 2008, anno 37 7
Scelta della via di somministrazione della Nutrizione Artificiale
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:06
7
Scelta della via di somministrazione della Nutrizione Artificiale
8) Nutrizione nei bambini sottoposti a
trapianto di cellule staminali allogeniche
A) Nutrizione parenterale totale (NPT)
· La NPT rappresenta la terapia nutrizionale
di scelta nei casi di bambini sottoposti
a trapianto di cellule staminali allogeniche.
Tuttavia, in accordo con le
Linee Guida Sinpe (www.sinpe.it), un
gruppo “multidisciplinare” esperto in nutrizione
nell’ambito oncologico dovrebbe
farsi carico di valutare:
- quali siano i soggetti da sottoporre a
NP (Nutrizione Parenterale) o a NE
(Nutrizione Enterale);
- il momento ideale per l’avvio;
- i tempi e la realizzazione di tale supporto.
· L’avvio del programma presuppone una
corretta valutazione dello stato nutrizionale
in ogni paziente oncologico; parimenti
è necessario prevedere la durata
del digiuno durante le fasi di terapia per
mettere in atto solo in questi pazienti la
nutrizione artificiale di supporto.
La Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-8 marzo 2008, anno 37
· Nel paziente trapiantato la NPT deve
garantire:
- su bstrati energetici esogeni al fine di
assicurare un risparmio delle riserve
endogene di proteine e grassi;
- quantità di amminoacidi sufficienti per
la sintesi proteica;
- vitamine e minerali per supplire alle
perdite;
- liquidi per una corretta idratazione;
- grassi per un addizionale apporto calorico
e per prevenire il deficit di acidi
grassi essenziali.
· Le variazioni riguardanti l’apporto calorico,
volumi e velocità d’infusione o la
compatibilità tra le varie soluzioni infuse
devono essere attentamente valutate
giorno per giorno da personale adeguatamente
addestrato e continuamente aggiornato.
· È indispensabile garantire la sterilità del
catetere venoso centrale e della sacca
durante le manovre di introduzione dei
singoli componenti.
B) Nutrizione per via orale (per os): consigli
dietetici ed igienico comportamentali
· Gli operatori che si occupano della preparazione
dei pasti devono rispettare le
seguenti indicazioni igienico comportamentali:
- Lavarsi accuratamente le mani con sapone
ed acqua calda.
- Lavare gli utensili, le pentole e i piani
di lavoro.
- Rispettare la giusta temperatura di preparazione
e la conservazione degli alimenti.
- Non lasciare i cibi deperibili a temperatura
ambiente (latticini, formaggi,
uova, carne...etc).
· La nutrizione per os durante la terapia
immunosoppressiva o comunque in
soggetti immunosoppressi deve prevedere
l’elaborazione di una dieta a bassa
carica microbica. A tale proposito rimandiamo
alla tabella n. 1 dove è riportato
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00lunedì 25 luglio 2011 20:07
Nel paziente trapiantato la NPT deve
garantire:
- su bstrati energetici esogeni al fine di
assicurare un risparmio delle riserve
endogene di proteine e grassi;
- quantità di amminoacidi sufficienti per
la sintesi proteica;
- vitamine e minerali per supplire alle
perdite;
- liquidi per una corretta idratazione;
- grassi per un addizionale apporto calorico
e per prevenire il deficit di acidi
grassi essenziali.
· Le variazioni riguardanti l’apporto calorico,
volumi e velocità d’infusione o la
compatibilità tra le varie soluzioni infuse
devono essere attentamente valutate
giorno per giorno da personale adeguatamente
addestrato e continuamente aggiornato.
· È indispensabile garantire la sterilità del
catetere venoso centrale e della sacca
durante le manovre di introduzione dei
singoli componenti.
B) Nutrizione per via orale (per os): consigli
dietetici ed igienico comportamentali
· Gli operatori che si occupano della preparazione
dei pasti devono rispettare le
seguenti indicazioni igienico comportamentali:
- Lavarsi accuratamente le mani con sapone
ed acqua calda.
- Lavare gli utensili, le pentole e i piani
di lavoro.
- Rispettare la giusta temperatura di preparazione
e la conservazione degli alimenti.
- Non lasciare i cibi deperibili a temperatura
ambiente (latticini, formaggi,
uova, carne...etc).
· La nutrizione per os durante la terapia
immunosoppressiva o comunque in
soggetti immunosoppressi deve prevedere
l’elaborazione di una dieta a bassa
carica microbica. A tale proposito rimandiamo
alla tabella n. 1 dove è riportato
l’elenco degli alimenti permessi e di
quelli da evitare nell’alimentazione dei
bambini sottoposti a trapianto.
9) Alimentazione nel bambino disfagico
con patologia oncologica
· La disfagia pediatrica è un problema
spesso sottostimato e non adeguatamente
trattato. Le forme tumorali che possono
provocare una disfagia di tipo meccanico
o su base funzionale, sono quelle
della testa e del collo; inoltre esiste una
disfagia causata dal trattamento chemioradio
terapico o in seguito ad interventi
ablativi. Tra gli effetti collaterali della
chemioterapia i disturbi della deglutizione
sono presenti fino al 50% dei pazienti.
In questo quadro generale sono
scarsi i dati della letteratura che possono
farci rilevare la percentuale della disfagia
nella popolazione di bambini affetti
da un tumore.
· La dieta per la disfagia richiede una particolare
attenzione per la preparazione
del cibo, il rispetto di adeguate norme
igieniche e comportamentali e la verifica
della tollerabilità individuale, secondo
procedure e prassi che possono essere
gestite al meglio in presenza di un
gruppo di lavoro interdisciplinare (logopedista,
nutrizionista, dietista, infermiere,
ecc.) con specifiche competenze ed
esperienza.
· La dieta deve essere in grado di coprire i
fabbisogni nutrizionali propri dell’ età e
del sesso del paziente, secondo quanto
stabilito dai “Livelli di Assunzione Raccomandata
di Energia e Nutrienti”
(LARN), a cui vanno applicate le linee
guida dietetiche relative alle specifiche
patologie.
· La dieta deve offrire una nutrizione sicura
e buona idratazione e quindi fornire
adeguate calorie, proteine, vitamine, miLa
Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-marzo 2008, anno 37 9
Tabella n. 1 - Raccomandazioni per Disfagici
ALIMENTI PERMESSI VIETATI
Bevande Succhi di frutta e bevande in cartoni singoli
o in barattolo
Acqua in bottiglia 1
Latte e derivati Latte pastorizzato o UHT
Crema o panna UHT
Burro in monoporzioni
Formaggi in porzioni confezionate
Gelati industriali in singole porzioni
Budini UHT
Formaggi molli o non confezionati
Gelati artigianali
Cereali Biscotti e dolci in singole porzioni
Pane, grissini e crackers in singole porzioni
Pasta secca
Pasta fresca, dolci alla creme, pane senza
involucro
Carne Carne fresca o congelata ben cotta
Prosciutto crudo o cotto in busta
Carne cruda
Salsicce, pasticci di carne, cibi pronti freschi
(es. hamburger), pollo, tacchino
Pesce Pesce fresco o surgelato ben cotto
Pesce in scatola
Frutti di mare
Uova Ben cotte, in qualsiasi modo Crude o non cotte bene
Vegetali Vegetali freschi a foglie ben lavati e cotti
Ortaggi ben lavati e pelati
Legumi cotti
Vegetali in scatola
Vegetali crudi o che non possono essere
pelati
Erbe aromatiche fresche e crude (basilico,
prezzemolo, peperoncino..etc)
Frutta Frutta fresca ben lavata e sbucciata
Frutta in scatola
Frutta secca
Tabella n. 2 - Livelli di dieta in base al grado di disfagia
1. LIVELLO I (DIETA PUREA).
È indicata nei seguenti casi: grave difficoltà nella preparazione orale del bolo; riflesso della deglutizione
gravemente compromesso; perdita del controllo della funzione della lingua e delle labbra; ridotta
peristalsi faringea e/o disfunzione crico-faringea, ipersensibilità orale.
2. LIVELLO II (DIETA TRITATA).
È indicata nei seguenti casi: difficoltà moderata-lieve nella preparazione orale del bolo; ridotta peristalsi
faringea e/o disfunzione del muscolo crico-faringeo; disturbi minori della deglutizione
mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:09
nerali e liquidi in una consistenza tollerata
dal paziente.
· La consistenza degli alimenti sulla base
delle tipiche caratteristiche reologiche
rappresenta un momento fondamentale
per la gestione nutrizionale del bambino
disfagico. Nella pratica clinica le diete
per la disfagia sono divise in più livelli
in base al grado di difficoltà nella deglutizione
del paziente. (tabella n. 2 e tabella
n. 3).
· È compito del logopedista/foniatra definire
il grado di disfagia e conseguentemente
il livello di dieta più idoneo,
mentre il dottore in dietistica presterà
una speciale attenzione all’adeguatezza
nutrizionale di ciascuna delle diete approntate.
· È necessario informare i pazienti (quando
possibile), i caregivers ed i familiari
sulle modalità di gestione dell’alimentazione
(modalità di preparazione ed arricchimento
degli alimenti, tecniche posturali
ottimali, ausili indicati per la
somministrazione di alimenti) ed al momento
della dimissione addestrare i familiari
sul monitoraggio del peso corporeo
e sulla valutazione dell’assunzione
dietetica.
· Gli obiettivi fondamentali per la gestioLa
Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-marzo 2008, anno 37 11
ne nutrizionale del bambino disfagico
con patologia oncologica sono i seguenti:
- Garantire apporti adeguati di energia,
di macro e micronutrienti per una crescita
e uno sviluppo ottimale
- Fornire liquidi in forma adeguata garantendo
il mantenimento del bilancio
idrico
- Offrire alimenti ad alta densità di energia
e nutrienti
- Prevenire il ristagno di alimenti nella
cavità orale, nella faringe e nell’esofago
- Prevenire il passaggio di alimenti solidi
e di liquidi nelle prime vie aeree e
nella trachea
- Utilizzare pietanze che possano favorire
la deglutizione
- Garantire l’appetibilità del cibo variando
alimenti, odori, sapori, preparazioni
- Favorire, se possibile, l’autosufficienza
del paziente in relazione a modi e tempi
dell’alimentazione.
10) Programma riabilitativo del bambino
con patologia oncologica
· Allo scopo di realizzare un trattamento
riabilitativo in primo luogo è necessario
effettuare le seguenti valutazioni:
- Muscolo Scheletrica
- Neurologica
- Visiva
- Respiratoria
- Nutrizionale
· Gli obiettivi del progetto riabilitativo del
bambino con patologia oncologica sono
i seguenti:
- Prevenire i danni secondari
- Recuperare le funzioni deficitarie
- Promuovere il massimo livello possibile
di indipendenza funzionale
- Svolgere una funzione palliativa allo
scopo di mantenere o di aumentare il
confort e l’indipendenza nello stato di
malattia
· È fondamentale il coinvolgimento dei
genitori e dei familiari nella realizzazione
del programma riabilitativo; debbono
infatti essere in grado di seguire il bambino
durante l’esecuzione degli esercizi
ed anche farli effettuare a domicilio e in
qualsiasi altra circostanza. In questo
modo è possibile raggiungere più facilmente
gli obiettivi prefissati.
11) Ruolo e importanza dell’attività fisica
· La riduzione della sedentarietà e l’incremento
dell’attività fisica, quando le condizioni
cliniche lo consentono, hanno
una collocazione di primo piano nella
promozione di un sano stile di vita.
· Il concetto di movimento va inserito nei
cambiamenti dello stile di vita del bambino,
conferendogli la stessa importanza
di una scelta alimentare per la promozione
del suo stato di salute non solo fisico
ma anche psicologico.
· Le Linee Guida della Children’s Oncology
Group del 2006 raccomandano la
pratica dell’attività fisica in particolare
ai bambini con patologia oncologica che:
1. Soffrono di osteopenia/osteoporosi.
2. Hanno praticato chemioterapia.
3. Presentano un deficit del GH (Growth
Hormone) causato dalla radioterapia
a livello del cranio o da un intervento
chirurgico.
4. Sono in eccesso ponderale in seguito
a terapia cortisonica.
· Durante il ricovero, compatibilmente
con le condizioni fisiche del bambino in
relazione alle terapie praticate, si consiglia
di effettuare dei giochi a basso impegno
da fare in ambienti chiusi, utilizzando
attrezzi da gioco specifici, come
piccoli scivoli.. etc.
· Il bambino deve essere sempre incoraggiato
ai giuochi che siano esclusivamente
legati allo svago e al divertimento.
Debbono rappresentare anche un imporLa
Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-12 marzo 2008, anno 37
tante momento di recupero di un proprio
spazio.
· Il gioco dal punto di vista educativo rappresenta
una forma apparentemente elementare
ma estremamente efficace per
il benessere psicofisico del bambino.
· La scelta di una vera attività motoria di
tipo organizzato va sempre concordata
con il bambino, responsabilizzando le
sue scelte e stimolando un maggior livello
di autonomia e di autostima.
Tabella n. 4 - Tipologia di attività fisica e fasi della malattia
PRATICA SPORTIVA DURANTE
LA TERAPIA
DOPO
LA TERAPIA
Convalescenza Guarigione
Agonistica No No Sì
Amatoriale Non agonistica No No Sì
Ludico-ricreativa No Sì Sì
Riabilitativa Sì Sì Sì
12) Follow-up del bambino con patologia
oncologica dopo la sospensione della terapia
· Il bambino con patologia oncologica in
fase di guarigione deve essere seguito
da un team multidisciplinare composto
da oncologo pediatra, medico di medicina
generale, psicologo clinico, endocrinologo,
neurologo, dentista, radiologo
oncologo, medico nutrizionista, dietista,
assistente sociale.
· Bisogna valutare periodicamente i dati
antropometrici in quanto i problemi di
crescita possono comparire prima, durante
o dopo una terapia eseguita con
successo.
In particolare:
- L’altezza deve essere valutata regolarmente
fino al raggiungimento di quella
finale.
- Nei bambini che hanno ricevuto irradiazione
cranio-spinale l’altezza dovrebbe
essere misurata da seduti data
la frequente sproporzione tra la crescita
degli arti e quella del tronco.
- La valutazione della crescita richiede
la correlazione tra l’età ossea e lo stadio
della pubertà.
- Effettuare un controllo periodico del
peso per monitorare il corretto accrescimento
e per prevenire l’eccesso ponderale
e le patologie metaboliche ad
esso correlate.
· In base ai dati antropometrici, è necessario
stilare un adeguato programma nutrizionale
che valuti il giusto apporto
energetico e l’adeguata ripartizione dei
nutrienti per favorire una crescita equilibrata
ed evitare complicanze
· I familiari e tutti coloro che si prendono
cura del bambino devono essere coinvolti
nella promozione di cambiamenti
essenziali e duraturi dello stile di vita e
nella correzione di eventuali comportamenti
alimentari errati


mauretto58
00lunedì 25 luglio 2011 20:10
· Dopo la guarigione, la pratica dell’attività
fisica, sia amatoriale che sportiva,
può contribuire a contrastare alcune delle
conseguenze negative delle terapie,
come l’obesità, la riduzione della densità
ossea, le dislipidemie; può inoltre avere
un efficacia preventiva per le principali
patologie cronico-degenerative.
Conclusioni
Durante il Workshop sono state affrontate
molte altre tematiche riguardanti la malattia
oncologica in età pediatrica, ma alcune
di queste, come l’aspetto etico ed il contributo
della nutrigenomica nel trattamento
delle neoplasie infantili, sono ancora in fase
di elaborazione e materia di discussione
ed approfondimento.
mauretto58
00venerdì 29 luglio 2011 07:23
FONDAZIONE GABRIELE SANDRI ED ALI DI SCORTA ANCORA INSIEME PER QUESTO EVENTO
REGOLAMENTO
1^ edizione del ‘Premio di Letteratura Calcistica Gabriele Sandri’
Art. 1 – Il premio
La Fondazione Gabriele Sandri, con sede in Roma cap. 00192, in Piazza della Libertà 15 – indice la 1^ edizione del ‘Premio di Letteratura Calcistica Gabriele Sandri’, riservato ad opere editate nel 2011, che dovranno essere tali al momento dell’iscrizione.
Art. 2 – Il tema
Il concorso è rivolto unicamente a produzioni di narrativa e/o poesia e/o saggistica che hanno come tema il gioco del calcio e/o suoi fenomeni correlati. Non vengono pertanto accettati manoscritti, lavori inediti e/o produzioni letterarie che non hanno il gioco del calcio e/o suoi fenomeni correlati come tema della pubblicazione.
Art. 3 - I candidati concorrenti
I concorrenti, sia case editrici che autori, dovranno far pervenire entro e non oltre l’11 Novembre 2011, a mezzo posta o anche a mano, presso la sede della Fondazione Gabriele Sandri (farà fede il timbro postale o la ricevuta rilasciata dalla segreteria), un plico chiuso contenente:
1) n. 7 copie dell’opera in formato cartaceo;
2) breve lettera di presentazione dell’Autore;
3) dati anagrafici completi con riferimenti telefonici e indirizzo mail sia dell’Autore che della casa editrice;
4) attestato dell’avvenuto pagamento di € 100,00 con bonifico bancario sul Conto Corrente Unicredit, Agenzia Roma Galimberti, IBAN IT 44 T 02008 05131 000401398305 intestato a Fondazione Gabriele Sandri, indicando quale causale: Partecipazione 1^ edizione del ‘Premio di Letteratura Calcistica Gabriele Sandri’.
Art. 4 - Composizione della Giuria
Presidente
Cristiano Sandri
Presidente della Giuria
Giurati
Maurizio Martucci
Scrittore e Direttore della Biblioteca del Calcio
Darwin Pastorin
Scrittore e giornalista, Direttore di Linea Bianca
Roberto Beccantini
Giornalista sportivo e scrittore
Mario Pennacchia
Giornalista sportivo e scrittore
Francesco Caremani
Giornalista sportivo e scrittore
Pierpaolo Gentili
Scrittore
Art. 5 – I premi
I Premi sono così distribuiti:
1° Classificato
Premio: acquisto di un numero di libri pari ad un importo di € 1.000,00 con devoluzione dei volumi presso i pazienti del reparti di Neurochirurgia Infantile ed Oncologia Pediatrica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
2° Classificato
Premio: acquisto di un numero di libri pari ad un importo di € 750,00 con devoluzione dei volumi presso i pazienti del reparti di Neurochirurgia Infantile ed Oncologia Pediatrica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
3° Classificato
Premio: acquisto di un numero di libri pari ad un importo di € 500,00 con devoluzione dei volumi presso i pazienti del reparti di Neurochirurgia Infantile ed Oncologia Pediatrica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
Tutti i premiati saranno ospitati a Roma dalla Fondazione Gabriele Sandri e parteciperanno alla premiazione nell’ambito del forum “Premio di Letteratura Calcistica Gabriele Sandri”, all’interno del cartello degli eventi del Festival Nazionale della Cultura del Calcio, in programma alla fine del 2011 nello Stadio Flaminio.
Il “Premio di Letteratura Calcistica Gabriele Sandri” sarà sostenuto da attività di informazione, divulgazione, ufficio stampa e l’esito finale - unitamente al presente regolamento - pubblicato sul sito internet www.fondazionegabrielesandri.it
Art. 6 – La lingua
Il concorso è aperto a tutti, anche ai non residenti in Italia e ad opere pubblicate da editori esteri, purché le opere pervengano in lingua italiana, pena l’esclusione.
Art. 7 – I libri
Tutto il materiale inviato per il concorso non verrà restituito.
Art.8 – Accettazione regolamento
La partecipazione al concorso è subordinata all’accettazione incondizionata del presente regolamento in ogni suo articolo.
Art.9 – Informativa
Ai sensi della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali. Con l’accettazione del presente regolamento, i partecipanti al “Premio di Letteratura Calcistica Gabriele Sandri”, si impegnano all’ottemperanza di tutti gli articoli e, quindi, autorizzano la segreteria della Fondazione Gabriele Sandri al trattamento dei dati personali, onde permettere il corretto svolgimento delle diverse fasi di selezione della 1^ edizione del Premio medesimo.
IL PRESIDENTE
Cristiano Sandri
mauretto58
00venerdì 29 luglio 2011 17:58
FONDAZIONE GABRIELE SANDRI------------------------------ QUELLO CHE DICONO DI ALI DI SCORTA..............
dalle pagine del sito della Fondazione Gabriele Sandri :

Gradito incontro nella sede della Fondazione Gabriele Sandri con una delegazione dell’associazione ALI DI SCORTA.



Si tratta di una onlus per la lotta ai tumori in età pediatrica, nata dall'iniziativa di alcuni genitori di piccoli ricoverati nei reparti di Neurochirurgia Infantile ed Oncologia Pediatrica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.



"Aiutare chi ha bisogno è sempre stato l'impegno di mio figlio. Vogliamo proseguire così, nel suo ricordo", ha detto Giorgio Sandri, Presidente della Fondazione Gabriele Sandri e papà di Gabbo.

mauretto58
00mercoledì 10 agosto 2011 19:07
POESIA
IL VENTO,forza della natura
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Vento del nord freddo e pungente

Vento del sud caldo e leggero


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Vento che spazza

con un turbinio

gli alberi e le foglie

Vento che scompiglia

le chiome

Vento noioso e vento gioioso

Vento di mare salato e sabbioso

Vento di montagna gelido e impetuoso

Vento che distrugge con rabbia

e potenza

Vento che rinfresca

i pomeriggi afosi

della pianura

Vento che rallegra

Vento fastidioso

Vento che spazza via

in un momento i dolci

pensieri di una fanciulla

innamorata

Vento che porta via

in un istante i neri ricordi

di una donna abbandonata.
mauretto58
00martedì 23 agosto 2011 14:05
MALATTIE INFETTIVE



Malattie infettive

Le malattie infettive. Purtroppo e per fortuna, le malattie infettive nei bambini sono una routine a cui non si scappa, soprattutto quando i bimbi iniziano a frequentare asili e scuole. E ci sono tutta una serie di malattie che è meglio prendere da piccoli che da grandi! Per saperne di più continua a leggere!


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