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Ultimo Aggiornamento: 07/04/2013 09:18
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28/06/2011 15:35

NEUROBLASTOMA METASTATICO
Il neuroblastoma metastatico è una patologia molto aggressiva che deve essere affrontata con un trattamento antineoplastico intensivo. L’attuale orientamento terapeutico, adottato dai principali centri di oncologia pediatrica a livello internazionale, prevede una terapia di induzione, che comprende l’uso di tutti i farmaci chemioterapici attivi contro il neuroblastoma, la chirurgia, e quindi la terapia ad alte dosi seguita da una terapia differenziate di mantenimento.
Purtroppo nonostante questo tipo di approccio la prognosi del neuroblastoma metastatico è ancora infausta e la sopravvivenza inferiore al 30%.

Il ruolo del regime di induzione appare essere il più critico poiché, se non viene ottenuta una remissione completa nei primi mesi di trattamento, la guarigione è praticamente impossibile.

Da diversi anni nel trattamento del neuroblastoma viene utilizzata la iodio-131-metaiodobenzilguanidina (131I-MIBG), un composto radioattivo somministrato endovena che è veicolato e si concentra selettivamente all’interno delle cellule tumorali di questa neoplasia. Inizialmente utilizzato a scopo diagnostico, è stato successivamente somministrato a dosi più elevate con l’intento di distruggere in modo specifico le cellule di neuroblastoma sia del tumore primitivo che delle lesioni metastatiche. In effetti gli studi clinici eseguiti hanno dimostrato che la 131I-MIBG è uno dei presidi terapeutici più efficaci nel trattamento sia del neuroblastoma recidivato o resistente alla chemioterapia che del neuroblastoma alla diagnosi.
La tossicità ematologica è stato l’unico effetto collaterale significativo rilevato.

Presso la nostra Divisione di Oncologia Pediatrica, dove la 131I-MIBG è utilizzata già da molti anni, è stata recentemente messa a punto una strategia terapeutica d’avanguardia contro il neuroblastoma metastatico, mirata ad aumentare ulteriormente l’intensità del trattamento di induzione nelle prime settimane dopo la diagnosi. Questa terapia consiste nell’associare la terapia radiometabolica tramite la 131I-MIBG con i cinque farmaci chemioterapici più attivi contro questa neoplasia, il tutto nei primi 30 giorni di trattamento. Mediante lo schema utilizzato gli effetti collaterali osservati, in particolare la tossicità ematologica, sono stati modesti.

In uno studio pilota condotto su un numero adeguato di pazienti nella nostra Divisione dal dottor Stefano Mastrangelo i risultati terapeutici a breve termine finora ottenuti sono stati ottimi, è pertanto prevedibile anche un miglioramento significativo della percentuale di guarigione.

E’ importante sottolineare che un tipo di trattamento così particolare può essere realizzato solo in centri altamente specializzati poiché è indispensabile una stretta collaborazione fra pediatri oncologi e medici nucleari, come è appunto possibile nel nostro Policlinico.

I dati relativi allo studio pilota sono descritti in un lavoro pubblicato su Pediatric Blood and Cancer, una prestigiosa rivista scientifica ed organo ufficiale della SIOP (Società Internazionale Oncologia Pediatrica).

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