nerali e liquidi in una consistenza tollerata
dal paziente.
· La consistenza degli alimenti sulla base
delle tipiche caratteristiche reologiche
rappresenta un momento fondamentale
per la gestione nutrizionale del bambino
disfagico. Nella pratica clinica le diete
per la disfagia sono divise in più livelli
in base al grado di difficoltà nella deglutizione
del paziente. (tabella n. 2 e tabella
n. 3).
· È compito del logopedista/foniatra definire
il grado di disfagia e conseguentemente
il livello di dieta più idoneo,
mentre il dottore in dietistica presterà
una speciale attenzione all’adeguatezza
nutrizionale di ciascuna delle diete approntate.
· È necessario informare i pazienti (quando
possibile), i caregivers ed i familiari
sulle modalità di gestione dell’alimentazione
(modalità di preparazione ed arricchimento
degli alimenti, tecniche posturali
ottimali, ausili indicati per la
somministrazione di alimenti) ed al momento
della dimissione addestrare i familiari
sul monitoraggio del peso corporeo
e sulla valutazione dell’assunzione
dietetica.
· Gli obiettivi fondamentali per la gestioLa
Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-marzo 2008, anno 37 11
ne nutrizionale del bambino disfagico
con patologia oncologica sono i seguenti:
- Garantire apporti adeguati di energia,
di macro e micronutrienti per una crescita
e uno sviluppo ottimale
- Fornire liquidi in forma adeguata garantendo
il mantenimento del bilancio
idrico
- Offrire alimenti ad alta densità di energia
e nutrienti
- Prevenire il ristagno di alimenti nella
cavità orale, nella faringe e nell’esofago
- Prevenire il passaggio di alimenti solidi
e di liquidi nelle prime vie aeree e
nella trachea
- Utilizzare pietanze che possano favorire
la deglutizione
- Garantire l’appetibilità del cibo variando
alimenti, odori, sapori, preparazioni
- Favorire, se possibile, l’autosufficienza
del paziente in relazione a modi e tempi
dell’alimentazione.
10) Programma riabilitativo del bambino
con patologia oncologica
· Allo scopo di realizzare un trattamento
riabilitativo in primo luogo è necessario
effettuare le seguenti valutazioni:
- Muscolo Scheletrica
- Neurologica
- Visiva
- Respiratoria
- Nutrizionale
· Gli obiettivi del progetto riabilitativo del
bambino con patologia oncologica sono
i seguenti:
- Prevenire i danni secondari
- Recuperare le funzioni deficitarie
- Promuovere il massimo livello possibile
di indipendenza funzionale
- Svolgere una funzione palliativa allo
scopo di mantenere o di aumentare il
confort e l’indipendenza nello stato di
malattia
· È fondamentale il coinvolgimento dei
genitori e dei familiari nella realizzazione
del programma riabilitativo; debbono
infatti essere in grado di seguire il bambino
durante l’esecuzione degli esercizi
ed anche farli effettuare a domicilio e in
qualsiasi altra circostanza. In questo
modo è possibile raggiungere più facilmente
gli obiettivi prefissati.
11) Ruolo e importanza dell’attività fisica
· La riduzione della sedentarietà e l’incremento
dell’attività fisica, quando le condizioni
cliniche lo consentono, hanno
una collocazione di primo piano nella
promozione di un sano stile di vita.
· Il concetto di movimento va inserito nei
cambiamenti dello stile di vita del bambino,
conferendogli la stessa importanza
di una scelta alimentare per la promozione
del suo stato di salute non solo fisico
ma anche psicologico.
· Le Linee Guida della Children’s Oncology
Group del 2006 raccomandano la
pratica dell’attività fisica in particolare
ai bambini con patologia oncologica che:
1. Soffrono di osteopenia/osteoporosi.
2. Hanno praticato chemioterapia.
3. Presentano un deficit del GH (Growth
Hormone) causato dalla radioterapia
a livello del cranio o da un intervento
chirurgico.
4. Sono in eccesso ponderale in seguito
a terapia cortisonica.
· Durante il ricovero, compatibilmente
con le condizioni fisiche del bambino in
relazione alle terapie praticate, si consiglia
di effettuare dei giochi a basso impegno
da fare in ambienti chiusi, utilizzando
attrezzi da gioco specifici, come
piccoli scivoli.. etc.
· Il bambino deve essere sempre incoraggiato
ai giuochi che siano esclusivamente
legati allo svago e al divertimento.
Debbono rappresentare anche un imporLa
Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-12 marzo 2008, anno 37
tante momento di recupero di un proprio
spazio.
· Il gioco dal punto di vista educativo rappresenta
una forma apparentemente elementare
ma estremamente efficace per
il benessere psicofisico del bambino.
· La scelta di una vera attività motoria di
tipo organizzato va sempre concordata
con il bambino, responsabilizzando le
sue scelte e stimolando un maggior livello
di autonomia e di autostima.
Tabella n. 4 - Tipologia di attività fisica e fasi della malattia
PRATICA SPORTIVA DURANTE
LA TERAPIA
DOPO
LA TERAPIA
Convalescenza Guarigione
Agonistica No No Sì
Amatoriale Non agonistica No No Sì
Ludico-ricreativa No Sì Sì
Riabilitativa Sì Sì Sì
12) Follow-up del bambino con patologia
oncologica dopo la sospensione della terapia
· Il bambino con patologia oncologica in
fase di guarigione deve essere seguito
da un team multidisciplinare composto
da oncologo pediatra, medico di medicina
generale, psicologo clinico, endocrinologo,
neurologo, dentista, radiologo
oncologo, medico nutrizionista, dietista,
assistente sociale.
· Bisogna valutare periodicamente i dati
antropometrici in quanto i problemi di
crescita possono comparire prima, durante
o dopo una terapia eseguita con
successo.
In particolare:
- L’altezza deve essere valutata regolarmente
fino al raggiungimento di quella
finale.
- Nei bambini che hanno ricevuto irradiazione
cranio-spinale l’altezza dovrebbe
essere misurata da seduti data
la frequente sproporzione tra la crescita
degli arti e quella del tronco.
- La valutazione della crescita richiede
la correlazione tra l’età ossea e lo stadio
della pubertà.
- Effettuare un controllo periodico del
peso per monitorare il corretto accrescimento
e per prevenire l’eccesso ponderale
e le patologie metaboliche ad
esso correlate.
· In base ai dati antropometrici, è necessario
stilare un adeguato programma nutrizionale
che valuti il giusto apporto
energetico e l’adeguata ripartizione dei
nutrienti per favorire una crescita equilibrata
ed evitare complicanze
· I familiari e tutti coloro che si prendono
cura del bambino devono essere coinvolti
nella promozione di cambiamenti
essenziali e duraturi dello stile di vita e
nella correzione di eventuali comportamenti
alimentari errati