SECONDO VOI LE PRATICHE SIA TRA LE PROFESSIONISTE CHE TRA LE DILETTANTI ROVINANO IL CALCIO GIOVANILE?

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osservatore
00lunedì 14 febbraio 2011 17:05
In tutta la nostra società la problematica giovanile attinente la meritocrazia ha subito negli ultimi anni una brusca impennata, le varie discussioni si sovrappongono ma la questione principale è:
è giusto che un raccomandato prenda il posto ad un giovane in gamba che ha trascorso hanni sui libri ottenendo ottimi risultati a dispetto di un giovane mediocre che come unico merito ha quello di avere un ottima raccomandazione?
questo vale purtoppo anche nel calcio giovanile...........?
a voi l'ardua sentenza.
romantico
00lunedì 14 febbraio 2011 20:52
Re:
Le "pratiche" ci sono sempre state, ma ritengo che queste terminano quando ci si affaccia nel campo professionistico (A, B C1, C2): a quel punto puoi essere figlio di ...., ma quello che conta è il campo.
Prova ad andare in qualche campo del sud Italia e digli: io sono figlio di ....

Lasciatemi pensare che lo sport, possa "ancora" fornire la meritocrazia, a dispetto di altri settori (cinema, musica, giornalismo ecc... ecc...)
osservatore
00martedì 15 febbraio 2011 14:11
Re: Re: pratiche
[POSTQUOTE][QUOTE:109455018=romantico, 14/02/2011 20.52]Le "pratiche" ci sono sempre state, ma ritengo che queste terminano quando ci si affaccia nel campo professionistico (A, B C1, C2): a quel punto puoi essere figlio di ...., ma quello che conta è il campo.
Prova ad andare in qualche campo del sud Italia e digli: io sono figlio di ....

Lasciatemi pensare che lo sport, possa "ancora" fornire la meritocrazia, a dispetto di altri settori (cinema, musica, giornalismo ecc... ecc...)[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Scusa forse mi sono spiegato male, io parlo di raccomandazioni nel settore giovanile, senza le quali in A, B, C ma neanche in D o in eccellenza arrivi.
Saluti e grazie per il garbo usato nella rsposta
REALISTA
00martedì 15 febbraio 2011 23:45
Cambierà?
Lasciamo perdere la serie A e il professionismo che sicuramente sono OUT per chi non è un fenomeno, anche se è molto più facile che ci arrivi una mediocre “pratica” che un semplice bravo calciatore.
Io penso che il problema essenziale sia un altro.
E’ il sogno infranto dei ragazzini ridotti prima a vedere la maggior parte delle partite che li dovrebbe veder protagonisti, dalla panchina, col raccomandato in campo a divertirsi, e poi, spesso, troppo spesso, quando loro stessi cominciano a vedere-capire la pratica delle “pratiche”, ad abbandonare questo sport avviliti e scoraggiati.
Questo è il problema principale, il raccomandato che gioca sempre è secondario.
O no?
romantico
00mercoledì 16 febbraio 2011 08:02
A calcio si gioca in undici.
Quindi se uno è bravo potrà avere comunque altre 10 maglie a disposizione eppoi si può sempre cambiare squadra.

Con questo non dico che non ci sono i raccomandati nel calcio giovanile, anzi... Ma evitiamo di crearci alibi perchè siamo chiusi da un figlio di ....

Fausto(1)
00mercoledì 16 febbraio 2011 09:51
Re: Re: Re: pratiche
[POSTQUOTE][QUOTE:109467728=osservatore, 15/02/2011 14.11]


Scusa forse mi sono spiegato male, io parlo di raccomandazioni nel settore giovanile, senza le quali in A, B, C ma neanche in D o in eccellenza arrivi.
Saluti e grazie per il garbo usato nella rsposta [/QUOTE][/POSTQUOTE]

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Osservatore,romantico,realista
sono giuste le vostre osservazioni ma alla base delle riflessioni esiste ciò che adesso vi partecipo.

Domenica pomeriggio,prima dellinizio di una partita ho assistito ad un colloquio tra un-non so-agente/osservatore/intrallazzatore che a chiare note spiegava ad un genitore,presente con il figlio giocatore,il fetore che si respira nell'aggirarsi intorno al calcio giovanile che conta.

Diceva:lasciamo stare quelle della seria A dove gli intrecci sono ancora più complicati ed i soldi girano in altra maniera e diversamente,ma per far parte della rosa giovanile di squadra che va dalla serie B in giù fino alla serie D bisogna "caccia'i sordi"che possono andare da 15/20.000 fino a 25/35.000 a secondo dell'importanza della società.
Questa quota necessità per essere agganciati ad agenti/procuratori che si avvalgono delle prestazioni di allenatori compiacenti con cui"steccano".
Entrando a far parte dei "raccomandati"pagando la quota ti viene concessa la possibilità di salire di categoria ed arrivare alla primavera/Berretti sempre con la stessa modalità.
A questo punto scatta la possibilità di andare sotto contratto.
Devi pagare sempre "l'offerta"che naturalmente è maggiore di quanto ti viene/verrà proposto(per 1 o 2 anni) per poi alla scadenza,se uno è bravo,mettersi in mano ad un procuratore "vero"e trattare il tuo ingaggio per iniziare a rientrare di quanto fino allora sborsato.
Se tutto va nel migliore dei modi il "pacco"arriva a destinazione e c'è la possibilità di "rientrare"altrimenti tutto va a farsi benidire e hai concorso solo a ingrandire il portafoglio di persone,e ce ne sono tante,indigeste al movimento.

Ma a me pare che ammazza ammazza so tutti na razza.

Esiste,però,un'altro modo per arrivare a "dama",come ha affermato il mio "informatore".
Non paghi un "obolo"sistematico a ragazzo per fargli fare l'avvicinamento alla massima categoria,ma paghi in questa maniera:io che sono bravo o pseudo bravo ed ho conoscenze nel settore porto a te allenatore o d.s. o responsabile del settore giovanile di quella società compiacente un blocco di 7/10 giocatori, già ritenuti all'altezza di gareggiare in quella categoria a cui corrispondi un rimborso minimo mensile €500/max €1000+vitto+alloggio,con cui appronti l'ossatura della squadra,contieni le spese e puoi "modulare"i costi che trascrivi in bilancio.
Naturalmente per il "bravo"c'è il premio stabilito con la società,chissà poi con quanti divide, a cui devi aggiungere,questo non l'ha detto ma lo penso,qualcosa da parte di ciascuno ragazzo che fa parte del "gruppo".
Il mio informatore chiudeva il discorso affermando che questo ultimo modo di "lavorare"è attuabile dalla Toscana verso l'alta Italia mentre nel resto del continente si viaggia sul singolo calciatore.

Sono situazioni che si ripetono da sempre e che affinandosi hanno portato a "complicazioni imbarazzanti",di quasi monopolio, che tutti ben conoscono.

Quanto trascritto è sicuramente a conoscenza della stragrande maggioranza di tutti coloro che sono dentro il mondo pallonaro.

Quello che mi da più fastidio però è il fatto che tanti si fanno forte delle loro peculiarità di scopritori.
Ma quali talent scout.
Andare in giro e vedere su un campetto sperduto un ragazzino forse è diverso dallo scegliere tra "i bravi"che pagano.

Quanti potenziali bravi calciatori hanno abbandonato non potendo sopportare "l'obolo"di partenza?

Ma quì il discorso si allarga a macchia d'olio e diventerebbe troppo lungo.
L'unico rimedio,per me, sta nell'organizzanione del settore,delle scuole calcio,del vincolo e dell'accompagno fino all'entrata nel calcio che conta da chi ti ha fatto crescere(scuola calcio)senza essere abbandonato(una volta incassato il premio di preparazione)in un labirinto.
Questo è quanto da me ascoltato in maniera libera sulle gradinate di un campo di calcio.
osservatore
00mercoledì 16 febbraio 2011 10:21
Re: Cambierà?
[POSTQUOTE][QUOTE:109481862=REALISTA, 15/02/2011 23.45]Lasciamo perdere la serie A e il professionismo che sicuramente sono OUT per chi non è un fenomeno, anche se è molto più facile che ci arrivi una mediocre “pratica” che un semplice bravo calciatore.
Io penso che il problema essenziale sia un altro.
E’ il sogno infranto dei ragazzini ridotti prima a vedere la maggior parte delle partite che li dovrebbe veder protagonisti, dalla panchina, col raccomandato in campo a divertirsi, e poi, spesso, troppo spesso, quando loro stessi cominciano a vedere-capire la pratica delle “pratiche”, ad abbandonare questo sport avviliti e scoraggiati.
Questo è il problema principale, il raccomandato che gioca sempre è secondario.
O no?[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Complimenti ha veramente colto nel segno, la penso esattamente come Lei, decine di ragazzi smettono di giocare perchè feriti da certe PRATICHE che molte società portano avanti e si riversano insieme alle loro delusioni per strada. Ed è proprio per questo che i genitori devono intervenire sia con il figlio capace ma anche con quello meno capace che non per questo deve essere preso in giro e denigrato da società che lo utilizzano solo per i loro scopi ingenerando false illusioni e ancora più cocenti delusioni. Sono i genitori che consapevolmente devono indirizzare i ragazzi verso società serie per le quali il ragazzo non sia solo un numero ma un essere umano da valorizzare per quello che è indipendemente dalle capacità calcistiche. E siccome a certi livelli quello che conta è il risultato, la società stessa dovrebbe dire, indipendentemente dalla raccomandazione, che il ragazzo non è in grado di continuare a certi livelli senza che il ragazzo si senta ne sconfitto ne umiliato.
Al romantico dico il romanticismo è cosa d'altri tempi, ai ragazzi va insegnato di leggere documentarsi e darsi da solo una risposta a delle domande importanti per la loro crescita e di capire da soli che la raccomandazione porta a una gioia effimera e poco duratura.
eheheh
00mercoledì 16 febbraio 2011 10:47
un essere umano da valorizzare per quello che è indipendemente dalle capacità calcistiche.


buongiorno mi chiedo però quanti genitori capiscano questo, ed incoraggino comunque i figli a studiare per il loro futuro, pratiche o no quelli che arrivano sono pochi, ed allora facciamo capire ai nostri figli che nella vita c'è anche altro, non ruota tutto attorno ad un pallone,che si può essere fieri di se stessi anche facendo altro e amare questo sport da fuori, giocando quando si è grandi con gli amici ecc. Non sognamo tutti Ibra o Messi ecc. genitori se lo capite voi in primis, poi lo capiranno anche i ragazzi.
romantico
00mercoledì 16 febbraio 2011 11:41
x osservatore
scrivi: "il romanticismo è cosa d'altri tempi"
e allora? Cosa non condividi del mio intervento?

Se uno lascia perchè davanti ha una "pratica", è solo un alibi!!!

La famiglia (a dispetto di qualche illuminare, che vorrebbe una squadra di orfanelli) è il fulcro della crescita di un ragazzo.

osservatore
00mercoledì 16 febbraio 2011 11:59
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:109487778=romantico, 16/02/2011 11.41]x osservatore
scrivi: "il romanticismo è cosa d'altri tempi"
e allora? Cosa non condividi del mio intervento?

Se uno lascia perchè davanti ha una "pratica", è solo un alibi!!!

La famiglia (a dispetto di qualche illuminare, che vorrebbe una squadra di orfanelli) è il fulcro della crescita di un ragazzo.

[/QUOTE][/POSTQUOTE]


x Romantico
non è che non condivido il tuo intervento è solo che vedo le cose da una prospettiva diversa, ti spiego:
la discussione da me generata nasce da un quesito relativo alla meritocrazia sia nella vita che nello sport. Quindi se tutti i ragazzi avessero le stesse possibilità di emergere probabilmente sia la società in cui viviamo che lo sport che amiamo sarebbero migliori. La tua affermazione relativa alla famiglia è molto bella e ti faccio i miei complimenti.
romantico
00mercoledì 16 febbraio 2011 12:10
grazie per i complimenti.

Ripeto il mio concetto:
lo sport, fornisce meritocrazia, rispetto ad altri settori (cinema, musica, giornalismo ecc... ecc...)
osservatore
00mercoledì 16 febbraio 2011 12:37
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:109488386=romantico, 16/02/2011 12.10]grazie per i complimenti.

Ripeto il mio concetto:
lo sport, fornisce meritocrazia, rispetto ad altri settori (cinema, musica, giornalismo ecc... ecc...)[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Se questa è la tua ultima, non posso dire altro che sei veramente molto romantico......, solo lo sport dove i dati sono oggettivi, atletica leggera, sci e in genere tutti gli sport dove il risultato viene sancito oggettivamente da un cronometro, da una misurazione etc. esiste la meritocrazia vera, negli altri sport dove la soggettività predomina, il calcio è uno dei casi più eclatanti, su un calciatore, tranne che per i fuoriclasse adulti, possiamo dire tutto e il contrario di tutto, quindi viene più spinto il ragazzo con un talento raccomandato che uno con un talento meno raccomandato.
romantico
00mercoledì 16 febbraio 2011 12:42
Re: Re:
Nello stesso modo che hai analizzato il calcio,
analizza altri settori


romantico
00mercoledì 16 febbraio 2011 13:54
Re: Re: Re:
comunque questo è il mio pensiero
www.pubblicocity.com/index.php?option=com_content&view=frontpage&I...


osservatore
00mercoledì 16 febbraio 2011 15:04
Re: Re: Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:109489097=romantico, 16/02/2011 12.42]Nello stesso modo che hai analizzato il calcio,
analizza altri settori


[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Forse non mi sono spiegato bene, partendo dal calcio è proprio degli altri settori che mi preoccupo. La gestione clientelare dello stato fa parte ormai della ns. cultura, e la cultura si impara da piccolo.
Clientelare significa farsi raccomandare per giocare al calcio, poi diventa raccomandazione per essere promosso in seguito per trovare un posto di lavoro. Non vi è più una cultura dove la meritocrazia premia gli educati, gli studiosi e invece rigetti i coatti, i corona i belen anzi ne fanno un punto di riferimento e i bravi ragazzi naturalmente disoccupati sia nel calcio che nel mondo del lavoro vengono emarginati. La storia insegna, panem et circensis, questo era dato al popolo al tempo dei romani e pane e calcio viene dato oggi a tutti i noi idioti fiorentini, romanisti, laziali, piuttosto che juventini.
Il ns. figlio rincoglionito non creerà problemi in futuro anzi creerà nuovi adepti alla logica della PRATICA.
romantico
00mercoledì 16 febbraio 2011 20:11
ok, condivido

Roma Antico
00mercoledì 16 febbraio 2011 21:46
NEL SUO STESSO RUOLO
Non credo che nel calcio ci sia piena meritocrazia.
Per esempio: un bravo ragazzo/calciatore va avanti fino a quando non si trova davanti una “pratica” che gioca nel suo stesso ruolo, allora i fruitori (dirigenti, allenatore, agente, osservatore, procuratore, intrallazzatore) delle gratificazioni offerte dai genitori raccomandanti, lo schiereranno in un altro ruolo.
E l’anno dopo può ricapitargli, e/o sicuramente capiterà ad un altro bravo ragazzo/calciatore.
Andrà a giocare in una squadra meno importante mentre la “pratica” resterà nella squadra importante, e il circolo continua, vizioso e marcio.
Il bravo ragazzo/calciatore forse scenderà nuovamente di categoria, o abbandonerà.
La “pratica” andrà avanti fino all’esaurirsi della spinta, sicuramente col passare del tempo migliorerà calcisticamente, ma intraprenderà certamente un’altra professione per vivere, aiutato sempre da papà.
Che fare per modificare in meglio questa deriva, questa deprecabile peculiarità tutta italiana?
Creare problemi al sistema, noi e i nostri figli, che non dovremmo far diventare rincoglioniti.
Segnalando e denunciando “pratiche” di qualsiasi ambito, in qualsiasi modo.
Nell’altra Discussione, PRECISAZIONE DELLA SOCIETA’ SUL CASO DEI RAGAZZI DELL’ATLETICO ROMA POSITIVI AI TEST CORIANDOLESI SPIEGA: SI TRATTA DI RAGAZZI CHE SANNO DI AVER FATTO USO DI APPOGGI NON LECITI PER UNO SPORTIVO, l’autore “Grazie Papà” in maniera ironica lo ha fatto.
Nelle altre società va tutto bene?
X ROMA-ANTICO
00giovedì 17 febbraio 2011 12:26
Re: NEL SUO STESSO RUOLO

Cià proprio ragione roma antico nel calcio vanno davanti solo i raccomandati
Io sono del 1993 e a 7 anni mio padre mi a scritto alla scuola calcio della LAZIO era scomodo pero', li ci sono allenatori che ti imparano proprio come si gioca a pallone. Mio padre a giocato pure lui a pallone e ha fatto pure un provino con la LAZIO, ma non è stato preso perchè pure prima c'erano i raccomandati.
Alla LAZIO ho fatto tutta la trafila fino agli esordienti e giocavo quasi sempre, dicono che sono bravo
poi pero' quando dovevo fare i givanissimi hanno fatto le scelte e hanno preso solo quelli raccomandati
la LAZIO mi ha detto di andare a una societa' satellite era un po' scomodo pero mi hanno detto che se andavo bene mi avrebbero ripreso
In questa societa' ci sono stato due anni (giovanissimi coppa lazio elit e giovanissimi regionali elit)
pero' qui giocava anche il figlio di un assessore che giocava lo stesso ruolo mio io gioco a centrocampo e cosi' per due anni ho giocato pochissimo
allora insieme a mio padre sono andato a fare un provino con un altra società che non aveva l'elit ma comunque faceva i regionali e mi hanno preso,
quando e' iniziata la preparazione del primo campionato allievi coppa lazio elit mi sono fatto male e ho saltato tutti gli allenamenti
quando mi sono ripreso il mio posto, io gioco a centrocampo, era stato preso da uno scartato dalla LAZIO che era rimasto perchè era raccomandato e cosi' pure l'anno scorso nei regionali ho giocato poco.
Adesso faccio la juniores provinciale gioco poco perche devono giocare quelli del 1991 e 1992, pero' mi hanno assicurato che l'anno prossimo faro' parte della rosa della prima squadra perche' devono giocare i giovani e mi hanno detto che mi danno pure il rimborso.
quest'anno auno del 1991 gli danno 150 euri, la prima squadra fà la promozione, speriamo bene.
Certo che se non avessi incontrato quella gente il mio camino sarebbe stato diverso
osservatore
00giovedì 17 febbraio 2011 13:21
Re: NEL SUO STESSO RUOLO
[POSTQUOTE][QUOTE:109501788=Roma Antico, 16/02/2011 21.46]Non credo che nel calcio ci sia piena meritocrazia.
Per esempio: un bravo ragazzo/calciatore va avanti fino a quando non si trova davanti una “pratica” che gioca nel suo stesso ruolo, allora i fruitori (dirigenti, allenatore, agente, osservatore, procuratore, intrallazzatore) delle gratificazioni offerte dai genitori raccomandanti, lo schiereranno in un altro ruolo.
E l’anno dopo può ricapitargli, e/o sicuramente capiterà ad un altro bravo ragazzo/calciatore.
Andrà a giocare in una squadra meno importante mentre la “pratica” resterà nella squadra importante, e il circolo continua, vizioso e marcio.
Il bravo ragazzo/calciatore forse scenderà nuovamente di categoria, o abbandonerà.
La “pratica” andrà avanti fino all’esaurirsi della spinta, sicuramente col passare del tempo migliorerà calcisticamente, ma intraprenderà certamente un’altra professione per vivere, aiutato sempre da papà.
Che fare per modificare in meglio questa deriva, questa deprecabile peculiarità tutta italiana?
Creare problemi al sistema, noi e i nostri figli, che non dovremmo far diventare rincoglioniti.
Segnalando e denunciando “pratiche” di qualsiasi ambito, in qualsiasi modo.
Nell’altra Discussione, PRECISAZIONE DELLA SOCIETA’ SUL CASO DEI RAGAZZI DELL’ATLETICO ROMA POSITIVI AI TEST CORIANDOLESI SPIEGA: SI TRATTA DI RAGAZZI CHE SANNO DI AVER FATTO USO DI APPOGGI NON LECITI PER UNO SPORTIVO, l’autore “Grazie Papà” in maniera ironica lo ha fatto.
Nelle altre società va tutto bene?
[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Grande, sono proprio contento che l'animo puro di genitore o appassionato intelliggente sia uscito allo scoperto in una discussione su un blog frequentato da persone semplici e normali. L'unica cosa che possiamo anzi dobbiamo fare per i nostri figli è rompere un sistema oramai consolidato da anni, sia nella societa' che nello sport, che ha prodotto mediocrità a tutti i livelli. Già il fatto che ne stiamo parlando con civiltà ed educazione rappresenta una grande conquista, perchè se alle persone in malafede ti poni con violenza, loro riescono a strumentalizzarla a loro favore dicendo che quel moto di pensiero non viene da una mente libera e ragionante, ma da un folle che pensa solo a fa' gioca' er fio.
Grazie a tutti quelli che stanno partecipando in modo stupendo a questa discussione, andiamo avanti così e vedrete che con pazienza anche i risulati arriveranno.
Per quanto riguarda il capitolo doping non posso risponderti perchè non sono documentato.
Saluti
Roma Antico
00giovedì 17 febbraio 2011 19:15
Divertiamoci diversi
Per X ROMA-ANTICO:
Carissimo ragazzo, la tua storia è quella della maggior parte dei ragazzi,
è la storia dei ragazzi a cui piace il gioco del calcio,
è la storia dei ragazzi che, consci che la domenica partiranno dalla panchina, non perdono un allenamento sudando più degli altri perché vogliono dare tutto loro stessi nei 5-10 minuti che giocheranno,
è la storia dei ragazzi amici negli spogliatoi che dopo il fischio finale ringraziano l’arbitro e salutano i dirigenti e i giocatori dell’altra squadra, qualunque sia stato il risultato,
è la storia dei ragazzi che subiscono e non capiscono i rimproveri dei loro genitori a bordo campo o quando vengono accompagnati a casa, e poi, intimoriti e dolci, dicono: “io pensavo di aver giocato bene, ho dato tutto quello che avevo dentro, ma sicuramente hai ragione te, io mi fido di te” dando al padre una lezione che ricorderà per sempre, una lezione d’amore, una bastonata d’amore,
è la più bella storia che c’è perché riguarda quasi tutti i ragazzi,
è la più bella storia che c’è perché l’hai semplicemente raccontata e raccontata semplicemente.

Gente come quella che hai incontrato ne incontrerai ancora nella vita, il tuo cammino DEVE essere diverso dal loro, TU DEVI essere diverso da loro, per te stesso, per tuo padre che sarà felice (dovrebbe) di avere un figlio così, per altri ragazzi che leggendo la tua storia miglioreranno, assieme ai loro genitori, per il calcio, per tutto.
STAMMI BENE e non cambiare mai.

Per Osservatore:
La discussione sull’Atletico Roma parla del doping di cui stiamo parlando noi, leggila, è interessante.
Un saluto anche a te
inventore
00giovedì 17 febbraio 2011 21:01
Mi sono inventato la storia di un ragazzo mezzo analfabeta, illuso dal padre, speranzoso di guadagnare 150 euro, e soprattutto gran PIPPA
E che ricevo?
Tanti complimenti.
State bene così!!!
Roma Antico
00giovedì 17 febbraio 2011 22:01
Frustrati a parte . . .
Sicuramente il ragazzo che hai inventato ne è uscito meglio di te, ha fatto più bella figura.
Sicuramente quel ragazzo sei stato tu da piccolo, e sicuramente allora eri migliore.
A lui ho detto di non cambiare mai, tu sei cambiato, lui no.
E che cosa volevi ricevere? Sicuramente tanti complimenti. Complimenti!
Stai bene così, com’eri.

Ora lasciamo da parte i frustrati e riavviamo questa discussione che può essere costruttiva.
Un saluto a tutti
osservatore
00venerdì 18 febbraio 2011 14:02
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:109522616=inventore , 17/02/2011 21.01]Mi sono inventato la storia di un ragazzo mezzo analfabeta, illuso dal padre, speranzoso di guadagnare 150 euro, e soprattutto gran PIPPA
E che ricevo?
Tanti complimenti.
State bene così!!![/QUOTE][/POSTQUOTE]


Bene, anche questa persona fà parte della casistica, è una persona come tutti, anche se giocherellone.
Nel medioevo i giullari a corte avevano una grande importanza, per questo presumo che il signore faccia parte di una corte molto importante.
Tana e saluti lo stesso.
dubbioso
00lunedì 21 febbraio 2011 17:40
E se poi accade che il proprio figlio finisce in panchina se la prendono con il Mister, reo di non capire i sacrifici che fanno i propri figli per il pallone: ma come, non dovrebbe essere solo divertimento?




Sarà anche vero, ma vai tu a spiegare ad un ragazzo che fino a quel momento ha sempre giocato titolare e poi soltanto perchè il paparino di quello che aveva il tuo stesso ruolo, che ad ogni partita era sempre più seccato,va a "lamentarsi" e lui improvvisamente diventa insostituibile e tu ti accomodi in panchina.Non credo siano solo pratiche, ma esistono anche queste cose, io non so perchè ma ne sono testimone e quando tocca a te fa rabbia.
Giovannino78
00martedì 22 febbraio 2011 10:23
....

Mah...

osservatore
00mercoledì 23 febbraio 2011 09:15
esiste anche il dirigente in panchina con figlio in campo questa e' una cosa assurda perche'il piu'delle volte condiziona le scelte del mister questi personaggi spesso si lamentano io faccio di qua'io faccio di la'pero'la poltrona non la lasciano sta'.
osservatore
00mercoledì 23 febbraio 2011 09:36
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:109632014=osservatore, 23/02/2011 9.15]esiste anche il dirigente in panchina con figlio in campo questa e' una cosa assurda perche'il piu'delle volte condiziona le scelte del mister questi personaggi spesso si lamentano io faccio di qua'io faccio di la'pero'la poltrona non la lasciano sta'.[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Questa affermazione non è stata fatta da "osservatore" che ha iniziato la discussione, tengo a preciraslo solo per correttezza.
anonimo
00mercoledì 23 febbraio 2011 14:12
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:109595536=dubbioso, 21/02/2011 17.40]E se poi accade che il proprio figlio finisce in panchina se la prendono con il Mister, reo di non capire i sacrifici che fanno i propri figli per il pallone: ma come, non dovrebbe essere solo divertimento?




Sarà anche vero, ma vai tu a spiegare ad un ragazzo che fino a quel momento ha sempre giocato titolare e poi soltanto perchè il paparino di quello che aveva il tuo stesso ruolo, che ad ogni partita era sempre più seccato,va a "lamentarsi" e lui improvvisamente diventa insostituibile e tu ti accomodi in panchina.Non credo siano solo pratiche, ma esistono anche queste cose, io non so perchè ma ne sono testimone e quando tocca a te fa rabbia.[/QUOTE][/POSTQUOTE]


purtroppo oramai non bisogna essere solo allenatori ma menager nel gestire il gruppo anche se tutti non sono dello stesso liverro bisogna saper accontentare tutti auguri a tutti quelli che allenano un gruppo di ragazzi con genitori procuratori al seguito io dopo anni ho accettato di gudare una squadra di orfanelli
inventore
00giovedì 24 febbraio 2011 22:16
Re: Re:
và a scuola il calcio te ne sarà grato


Roma Antico
00domenica 27 febbraio 2011 17:44
Per inventore: Sicuramente sei lo stesso INVENTORE del 17 febbraio, quello frustrato che, raccontando la propria storia, dice di essersi inventato il ragazzo “mezzo analfabeta, illuso dal padre, speranzoso di guadagnare 150 euro, e soprattutto gran PIPPA”.
Spero invece che il “mezzo istruito” che sicuramente è in te, subentri, non dico nel tuo futuro, ma almeno quando scrivi su questo forum. Così quando scriverai, come hai fatto ad ANONIMO, “và a scuola il calcio te ne sarà grato”, non metterai l’accento su “và”, perché la tua metà istruita ti ricorderà che è un errore.

La discussione sulle “pratiche calcistiche e non” sta dando buoni risultati, cercare solo di stigmatizzare gli interventi è da sempliciotti (OSSERVATORE direbbe “giocherelloni”) e non aiuta nessuno, nemmeno te.

Riprendiamola, con chi ne ha voglia, può essere utile e costruttiva per il futuro dei ragazzi-ni (e anche dei più grandi) che la leggeranno.

Un saluto a tutti
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