I DENTI ROTTI DEL PETTINE
È certo, più una società è importante più il giro di soldi è importante.
E i soldi sono quasi sempre più importanti del saper giocare, come ben ci ricorda “MISTERC22”.
Uno che paga per stare, sin da piccolo, in una squadra importante alla fine migliora molto di più di chi non può, o non vuole pagare.
Più pago più imparo più miglioro; non pago, miglioro per quel che posso, ma intanto (se non sono un campione) il pagante gioca al mio posto. Io scendo di categoria, il pagante resta con le squadre importanti, qualche volta fino alle soglie del professionismo (casi conosciuti di figliocci esemplari militano nella Roma, di più nella Lazio e ancor più nell’Atletico).
Poi quando sei in età e abile per il professionismo conta soprattutto il tuo valore sul campo ed escono fuori le differenze. Il pagante continuerà (la maggior parte delle volte) ad esercitare il ricco mestiere del ricco padre, e io, bravo giocatore non pagante non campione, aleggerò (la maggior parte delle volte, speriamo) nelle serie dilettanti.
I NODI VENGONO SEMPRE AL PETTINE, è vero.
Non dovrebbe essere così, ma i nodi nel calcio (come nella vita italiana) sono sempre esistiti.
Il problema maggiore, come ben sa il “PRESIDENTE” della discussione sul FALLIMENTO DEL PROFESSIONISMO, è che PETTINI ce ne sono pochi e quei pochi hanno molti denti rotti.
Proposta: potrebbe essere utile almeno cambiare marca di PETTINI?!?!?!?
Un saluto a tutti