valutazione bambini

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2, 3, 4
anonimo
00lunedì 15 ottobre 2012 17:05
cari signori ora vi racconto la mia storia con la vigor
dal mese di marzo la vigor ha voluto insistentemente mio figlio
e noi per circa 4 mesi ci siamo recati da loro perche' volevano che il bambino si allenasse . ci hanno riempito di belle parole che il bambino era bravo e che lo volevano a tutti i costi!
noi abitiamo a circa 110 km da loro e nonostante tutto ci abbiamo creduto e abbiamo fatto questo sacrificio perche' credevamo nella loro buona fede!!!!!!
addirittura volevano offrirgli in convitto oppure ci avevano proposto il rimborso della benzina.
ad oggi mio figlio gioca 5 minuti!!!!!!!!!!!!!!!!
addirittura il direttore sportivo ci evita fa finta di non vederci
tanti giocano perche' conoscono o perche' i genitori si vanno a lamentare. ingenuamente ho creduto che fosse una societa' seria e invece sono come tutti gli altri se non peggio.
nella mia stessa situazione c'e' anche una altro bambino che hanno cercato e voluto e oggi fa panchinaaaaa.
noi genitori non vediamo l'ora di portarli via perche' non meritano quello che gli stanno facendo e un vero schifooooooo!!!!!!!!

peppe
00lunedì 15 ottobre 2012 17:13
quanti anni ha il bambino? dal mese di marzo ma le liste non erano chiuse? penso che per gravi motivi (non poterlo accompagnare agli allenamenti) ti possa liberare. al limite non potrà giocare fino a dicembre ma allenarsi si.
ciao
allibito
00lunedì 15 ottobre 2012 17:27
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119422101=anonimo, 15/10/2012 17.05]cari signori ora vi racconto la mia storia con la vigor
dal mese di marzo la vigor ha voluto insistentemente mio figlio
e noi per circa 4 mesi ci siamo recati da loro perche' volevano che il bambino si allenasse . ci hanno riempito di belle parole che il bambino era bravo e che lo volevano a tutti i costi!
noi abitiamo a circa 110 km da loro e nonostante tutto ci abbiamo creduto e abbiamo fatto questo sacrificio perche' credevamo nella loro buona fede!!!!!!
addirittura volevano offrirgli in convitto oppure ci avevano proposto il rimborso della benzina.
ad oggi mio figlio gioca 5 minuti!!!!!!!!!!!!!!!!
addirittura il direttore sportivo ci evita fa finta di non vederci
tanti giocano perche' conoscono o perche' i genitori si vanno a lamentare. ingenuamente ho creduto che fosse una societa' seria e invece sono come tutti gli altri se non peggio.
nella mia stessa situazione c'e' anche una altro bambino che hanno cercato e voluto e oggi fa panchinaaaaa.
noi genitori non vediamo l'ora di portarli via perche' non meritano quello che gli stanno facendo e un vero schifooooooo!!!!!!!!

[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Facevi meglio a non raccontarla sta storia. Roba da matti far fare ad un bambino 220 km al giorno per 3/4 giorni la settimana. Ma chi credevi di avere MARADONA!!!!!!!!!!!!!
roma est
00lunedì 15 ottobre 2012 19:41
ma di categoria parlate?
fuori di testa
00martedì 16 ottobre 2012 09:53
I FORZATI DEL CALCIO..............."220Km" Si parla di bambini quindi siamo gia a limite con un 2000 ,,,,,,,,,,,,,,,se è una categoria inferiore è da scellerati....................Rimborso benzina!!!!!!!!

Certe volte l'uso di droghe aiuta a non fare certe cavolate...

DROGATEVI E LASCIATE LIBERI I BAMBINI .......................
AZZARD
00martedì 16 ottobre 2012 12:39
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119422101=anonimo, 15/10/2012 17.05]cari signori ora vi racconto la mia storia con la vigor
dal mese di marzo la vigor ha voluto insistentemente mio figlio
e noi per circa 4 mesi ci siamo recati da loro perche' volevano che il bambino si allenasse . ci hanno riempito di belle parole che il bambino era bravo e che lo volevano a tutti i costi!
noi abitiamo a circa 110 km da loro e nonostante tutto ci abbiamo creduto e abbiamo fatto questo sacrificio perche' credevamo nella loro buona fede!!!!!!
addirittura volevano offrirgli in convitto oppure ci avevano proposto il rimborso della benzina.
ad oggi mio figlio gioca 5 minuti!!!!!!!!!!!!!!!!
addirittura il direttore sportivo ci evita fa finta di non vederci
tanti giocano perche' conoscono o perche' i genitori si vanno a lamentare. ingenuamente ho creduto che fosse una societa' seria e invece sono come tutti gli altri se non peggio.
nella mia stessa situazione c'e' anche una altro bambino che hanno cercato e voluto e oggi fa panchinaaaaa.
noi genitori non vediamo l'ora di portarli via perche' non meritano quello che gli stanno facendo e un vero schifooooooo!!!!!!!!

[/QUOTE][/POSTQUOTE]


guarda che il matto sei tu genitore.. che fai fare tutti questi km al bambino a prescindere dalla categoria... cosa da non fare neanche per una società professionistica. la società non puo fozare l'allenatore a far giocare tuo figlio se non lo merita !!! puo darsi che, anzi sicuramente sara bravo ma stressato dai viaggi e non rende come dovrebbe
Oddio
00martedì 16 ottobre 2012 12:51
Re: Re:
ma non dovrebbero divertirsi sti ragazzini? dopo 110KM il mio dormirebbe come un ghiro altro che allenamenti!
Garantiamo noi a loro un futuro e non cerchiamo di far avvenire il contrario.
peppe
00martedì 16 ottobre 2012 15:38

anonimo, dopo aver lanciato il sasso sei sparito....
mi sembra che di risposte, commenti, considerazioni ne dovresti dare altrimenti quello che hai scritto è aria (forse anche bugiarda)
Genitore
00mercoledì 17 ottobre 2012 07:10
Lasciate divertire i ragazzi, meno esasperazione e più spensieratezza, tanto arriva al professionismo uno ogni 20000, buona giornata
Cronaca vera
00mercoledì 17 ottobre 2012 10:05
Sono tante le società di Roma che fanno razzia di giocatori (bambini) in provincia. L'esempio esposto è estremo, ma sono molti che percorrono 40-50 km per raggiungere il campo di allenamento.
Il bello di tutto ciò è che le suddette società si vantano di avere una scuola calcio eccellente; peccato che arrivati all'età agonistica, formano le proprie squadre andando a prendere giocatori (bambini) in luoghi più remoti.
azza
00mercoledì 17 ottobre 2012 12:36
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119445944=Cronaca vera, 17/10/2012 10.05]Sono tante le società di Roma che fanno razzia di giocatori (bambini) in provincia. L'esempio esposto è estremo, ma sono molti che percorrono 40-50 km per raggiungere il campo di allenamento.
Il bello di tutto ciò è che le suddette società si vantano di avere una scuola calcio eccellente; peccato che arrivati all'età agonistica, formano le proprie squadre andando a prendere giocatori (bambini) in luoghi più remoti.[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Se si vantano di avere una scuola calcio eccellente ci può pure stare mica dicono di avere la bacchetta magica nelle scuole calcio per compiacere i genitori si trova di tutto anche bambini che non giocheranno mai a calcio mentre potrebbero fare con successo altri sport
Nick
00mercoledì 17 ottobre 2012 12:48
Io sono un genitore che fa 50 km ad andare e 50 al ritorno, credo che il bambino calcisticamente stia crescendo bene. Io sono certo che se non si realizza negli studi non andrà lontano, però vorrei concedere a lui le possibilità di lavorare con un gruppo che stimoli le sue capacità confrontandosi con compagni del suo stesso livello o migliori. Purtroppo abitando in provincia non è che ci sia tutta questa scelta, quindi tra farne 30KM per andare ad una scuola calcio meno organizzata e 50 per andare in un centro di eccellenza, fino a quando potrò fare questo sacrificio, preferisco farne 50.
dunque
00mercoledì 17 ottobre 2012 14:42
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119422101=anonimo, 15/10/2012 17.05]cari signori ora vi racconto la mia storia con la vigor
dal mese di marzo la vigor ha voluto insistentemente mio figlio
e noi per circa 4 mesi ci siamo recati da loro perche' volevano che il bambino si allenasse . ci hanno riempito di belle parole che il bambino era bravo e che lo volevano a tutti i costi!
noi abitiamo a circa 110 km da loro e nonostante tutto ci abbiamo creduto e abbiamo fatto questo sacrificio perche' credevamo nella loro buona fede!!!!!!
addirittura volevano offrirgli in convitto oppure ci avevano proposto il rimborso della benzina.
ad oggi mio figlio gioca 5 minuti!!!!!!!!!!!!!!!!
addirittura il direttore sportivo ci evita fa finta di non vederci
tanti giocano perche' conoscono o perche' i genitori si vanno a lamentare. ingenuamente ho creduto che fosse una societa' seria e invece sono come tutti gli altri se non peggio.
nella mia stessa situazione c'e' anche una altro bambino che hanno cercato e voluto e oggi fa panchinaaaaa.
noi genitori non vediamo l'ora di portarli via perche' non meritano quello che gli stanno facendo e un vero schifooooooo!!!!!!!!

[/QUOTE][/POSTQUOTE]


CHIEDI LO SVINCOLO E RIPORTALO A GIOCARE VICINO CASA....MI SEMBRA LA SOLUZIONE PIU' RAGIONEVOLE NON CREDO TI POSSANO NEGARE QUESTA POSSIBILITA' [SM=g28004]
Anonimo
00mercoledì 17 ottobre 2012 20:01
Disagio
Non sono sparita e mi sono espressa male sono km 50 andata e km 50 ritorno purtroppo e' una storia vera ho solo espresso un disagio che sta vivendo mio figlio e come genitore ci sto male. Ovviamente a tutto c'è' rimedio !
anonimo
00mercoledì 17 ottobre 2012 20:35
in quale categoria gioca tuo figlio,se fà scuola calcio lascia perdere
se fà agonistica ok,
Pasquinata
00mercoledì 17 ottobre 2012 20:46
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119455635=anonimo, 17/10/2012 20.35]in quale categoria gioca tuo figlio,se fà scuola calcio lascia perdere
se fà agonistica ok,[/QUOTE][/POSTQUOTE]

[SM=g27996] visse un ds eccelso e pelato vicino al suo eremo che aveva trombato,vide un ragazzo sgambettar su un Prato,ne rimase abbagliato,lo porto per farne un campione ma nel cammin si sgonfiò la convinzione,cosa dire al malcapitato fai panchina verrai onorato.or il rancor materno preso il sopravvento,fece scrivere il lamento,non contenta e sbeffeggiata ormai fatta la frittata verrà accontenta.cosi vissero felici e vincenti
bella
00giovedì 18 ottobre 2012 08:41
Re: Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119455816=Pasquinata, 17/10/2012 20.46]

[SM=g27996] visse un ds eccelso e pelato vicino al suo eremo che aveva trombato,vide un ragazzo sgambettar su un Prato,ne rimase abbagliato,lo porto per farne un campione ma nel cammin si sgonfiò la convinzione,cosa dire al malcapitato fai panchina verrai onorato.or il rancor materno preso il sopravvento,fece scrivere il lamento,non contenta e sbeffeggiata ormai fatta la frittata verrà accontenta.cosi vissero felici e vincenti
[/QUOTE][/POSTQUOTE]


bellissima ha ha ha ha
ANONIMO
00giovedì 18 ottobre 2012 12:53
VALUTAZIONE BAMBINI
IL BAMBINO FA AGONISMO
MOLTO BELLA QUELLA FRASE
bellissima
00giovedì 18 ottobre 2012 15:14
Re: VALUTAZIONE BAMBINI
[POSTQUOTE][QUOTE:119463284=ANONIMO, 18/10/2012 12.53]IL BAMBINO FA AGONISMO
MOLTO BELLA QUELLA FRASE
[/QUOTE][/POSTQUOTE]


TECNICO E GENITORI: QUALE ATTEGGIAMENTO ASSUMERE?

di Angelo Di Costanzo


Quante volte ci si è sentito dire dall’allievo: “Mister, ha detto papà che io sono un attaccante, quindi in difesa dove mi metti tu, non ci voglio più giocare”.
Che cos’è il calcio, se non una sfida che riflette in campo gli eventi della vita? Secondo questa lettura, per i giovani calciatori, disputare la partita è una sorta di prova generale, in cui ci si esercita a diventare uomini.

L’allenatore è il regista, che sente la sua squadra, ne filtra gli umori, gestisce le sue energie. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale, la sapienza dell’intuito, di cui ogni allenatore si avvale. Perché la sua capacità di sentire la squadra sia intatta, egli deve rimanere concentrato solo su di essa, per capire e dare un valore agli stati d’animo e ai malumori del gruppo.
Spesso, questo delicato meccanismo può essere destabilizzato dall’interferenza di elementi di disturbo, tra cui l’intromissione dei genitori sul lavoro dell’allenatore, invadendo lo spazio della relazione che si stabilisce tra il mister e i suoi allievi, dalla quale, i genitori dovrebbero rimanere esclusi.
Ci sono genitori che invece di vedere nel calcio l’opportunità di far crescere il figlio come persona, si aspettano da questo sport dell’altro.

Inoltre, il loro modo di seguire l’attività sportiva del figlio, assomiglia sempre più al sistema di proporre il calcio degli adulti da parte dei mass-media, per cui chiunque si permette di parlare di tecnica e dare giudizi come se fossero assoluti e non semplicemente una lettura personale degli avvenimenti.

Gli allenatori, che il calcio lo conoscono bene, sanno che esso è ben altro dello “spettacolo” di cui parlano tutti. E’ spirito di sacrificio, è l’attenzione ai piccoli risultati, è il valore dell’insegnamento della sconfitta.

Il calcio è anche sentirsi sottoposti alla critica di chi, di tutto ciò, non conosce nulla.
Perché gli allenatori possano lavorare bene, è quindi necessario che siano salvaguardati dall’interferenza di certi genitori e il modo più efficace è senz’altro quella che cresce e si rafforzano dentro di loro, attraverso la definizione del proprio senso d’identità, quali educatori al calcio e alla vita.

A questo scopo sono portati a termine i suggerimenti che seguono, che si propongono come spunti di riflessione su cui edificare le basi di una diversa definizione dei rapporti tra allenatore e genitore.

Tamponare il tentativo dei genitori di invischiarsi nel ruolo dell’allenatore, attraverso un atteggiamento informale ma professionale.
La motivazione per cui certi genitori iscrivono i propri figli a una Scuola Calcio e li seguono assiduamente se continuano negli anni questo impegno di là da quello che esprimono in modo esplicito, è legato spesso al desiderio in parte cosciente di vedere attuarsi nel figlio ciò che loro non sono stati in grado di fare, ovvero mostrare di valere qualcosa, come avrebbero voluto.

Desiderare per proprio figlio il meglio, per queste persone significa desiderare il successo e la fama del giocatore famoso.
In questo desiderio, l’amore si mescola a una sorta d’irrazionale bisogno di far vedere “chi si è”, attraverso quello che fa il figlio, come se in tal modo si potesse riscattare una vita anonima in cui molto spesso si ricopre un ruolo insoddisfacente. Questo comportamento può portare tali genitori a tentare di manipolare le situazioni in cui si trovano i figli, per agevolare quello che si aspettano da loro. In linea con ciò è molto frequente che tentino di insidiarsi nella vita della squadra cercando di ricoprire qualche ruolo, anche secondario, oppure provino a intraprendere con il mister un legame amichevole.
Stabilire un clima troppo informale e familiare con i genitori, può esporre gli allenatori a perdere il controllo della situazione, al punto di percepire come fastidiosa la vischiosità di talune persone, nel momento in cui non si può fare più nulla, ovvero quando si permettono di fare critiche o dare “consigli”.

Che nessuno gli ha chiesto.
Quello che alcuni genitori cercano molto spesso di fare attraverso un rapporto amichevole, è di stabilire una relazione alla pari, mentre il contesto dove gli allenatori operano, si caratterizza da una differenziazione di ruoli in funzione delle competenze. Stiamo parlando di un ambiente calcistico, gli allenatori sono gli esperti, i genitori sono l’utenza. Questo non vuol dire che tutti i genitori sono inesperti di calcio. Anche se un allievo fosse il figlio di un giocatore di serie A, nel contesto in cui lavora l’allenatore, è lui l’istruttore, con il proprio lavoro rappresenta la Società che l’ha scelto, quindi il suo ruolo è inequivocabile, in tale contesto quel giocatore di serie A è il genitore.
Rispettare la differenziazione di ruoli, pone i genitori nella posizione di non poter interferire, perché l’allenatore è percepito a un altro livello di comunicazione. Ma i primi a rispettare questa differenziazione devono essere proprio gli allenatori, perché sono loro che con un atteggiamento informale ma professionale possono imporre le distanze. Probabilmente, in un altro contesto, come quello scolastico, i genitori non si permetterebbero mai di andare dall’insegnante d’italiano e chiedergli come mai al proprio figlio non ha fatto studiare prima i verbi poi l’analisi logica. In quel contesto sono abituati alla differenziazione dei ruoli.
Quindi, se l’allenatore si accorge che la situazione sta prendendo una piega in cui, da parte dell’interlocutore, c’è il tentativo di modificare i ruoli, può riportare il rapporto sul livello giusto, se lui stesso è certo della propria autorevolezza.

Identificarsi con la propria autorevolezza.
Ogni allenatore ha percorso un cammino in cui si è costruita un’esperienza, a conclusione della quale è sopraggiunta a premiarlo l’acquisizione della propria professionalità. Questo bagaglio costruito nel tempo, gli permette oggi di potersi concepire autorevole, esperto, competente. Ciò oltre ad alimentare la propria autostima, deve permettergli di identificarsi in un ruolo ben definito, da concepire come una base certa dalla quale muoversi.
Quando, per motivi legati alla propria storia personale, nell’allenatore il livello di autostima non è alto, può capitare involontariamente che egli tenti di difendersi dai genitori, colludendo con essi. Ciò può indurre a farsi amici i genitori scomodi, per essere accettato ed evitare la critica. Se si è certi di quello che si fa, bisogna rimanere fedeli alla propria posizione, senza tuttavia perdere l’umiltà e la consapevolezza di poter sbagliare. D’altra parte la presunzione rende ciechi e fa sentire onnipotenti, esponendo al rischio di compiere errori e non accorgersene.

E’ quello che può succedere a chi ha troppa stima in se stesso.
Bisogna, quindi, cercare di mantenere sempre l’umiltà, ma riconoscere anche quanto si vale Imparare a tollerare le critiche dei genitori.
Per preservare il lavoro degli allenatori, è riduttivo limitarsi a tentare di far capire ai genitori la componente distruttiva dei loro giudizi su ciò che cerca di realizzare il mister. E’ più efficace tentare di affrontare la situazione, sostenendo l’allenatore a modificare il suo atteggiamento verso l’attacco aggressivo che subisce con la critica, riconoscendo le emozioni che in tal modo sono attivate in lui.
I giudizi dei genitori, spesso, non sono attendibili, poiché è difficile, essere obbiettivi nel valutare ciò che ci coinvolge personalmente, nel loro caso si tratta dei figli. Tuttavia, le loro critiche vanno accolte, purché siano costruttive e finalizzate a lavorare meglio. Sarebbe bene, quando i giudizi sono diretti al mister, che i genitori, senza bisbigliarli tra loro, li comunicassero alla Società, in modo che questa possa fare da filtro e gestire la situazione.
Ma nonostante quest’approccio sia finalizzato a far sentire i mister tutelati, l’effetto che le critiche suscitano in ognuno di loro è diverso da persona a persona.
Ognuno reagisce nel suo modo personale alle critiche in genere e, spesso, la modalità utilizzata è quella appresa nel corso dei primi anni di vita ed è legata a come si è vissuto l’aspetto autoritario delle proprie figure genitoriali. Quindi di fronte alla critica, si utilizza sempre la stessa reazione, che può essere, di sentirsi disorientati, o intolleranti, oppure di deprimersi. In ogni caso la critica, senza che ce ne accorgiamo, ci induce a chiederci: “Ma io quanto valgo?”
Per imparare a tollerare le critiche, bisogna, quindi, cercare di capire guardandosi dentro, qual è la personale reazione a esse, perché nel momento in cui conosciamo il nostro modo di reagire agli eventi, questi non li viviamo più tanto insidiosi e incontrollabili.

Non farsi sorprendere dall’avversione di alcuni genitori.
L’insoddisfazione dei genitori può indurre l’allenatore a pensare di non aver fatto bene il proprio lavoro. Questo può rappresentare per lui uno stimolo costruttivo a riflettere su ciò che fa, senza temere di mettersi in discussione, ma cercando degli spunti di crescita.
Tuttavia, il mister non deve ricercare il motivo della loro insoddisfazione soltanto nel proprio modo di lavorare, molto spesso i genitori sono scontenti dell’allenatore perché egli non soddisfa le loro attese. Nel caso il figlio non fosse molto portato per il calcio, è più facile prendersela con l’allenatore, con cui il genitore non stringe nessun legame emotivo, che accettare l’idea che proprio figlio non sia bravo a giocare a pallone. Se il mister sa di essere esposto a questo meccanismo, può tollerare meglio l’ostilità dei genitori, perché sa valutarla anche secondo questa lettura.

Rendersi disponibili a definire uno spazio al genitore, seppure circoscritto.
Nonostante che con il loro comportamento i genitori possano attivare reazioni di animosità, è bene trovare il modo di farli sentire utili. Questo è possibile coinvolgendoli nell’organizzazione pratica degli impegni della squadra, come per esempio nelle trasferte, ambito in cui i genitori sono un elemento valido anche per la Società. Bisogna rimarcare loro il ruolo fondamentale che assume, come supporto all’aspetto emotivo e educativo del figlio.
Concentrare la loro attenzione sul fatto che una buona prestazione è il risultato di una buona preparazione tecnico-motoria e di adeguate condizioni psicologiche, permette all’allenatore di definire che le sue competenze, rispetto all’aspetto tecnico sono esclusive. Permette inoltre di rilevare al genitore il ruolo rilevante che egli assume, nel seguire la condizione emotiva del figlio, per cui è necessaria la sua attiva collaborazione.
In questo modo, i genitori percepiscono che è riservato anche a loro uno spazio nell’attività calcistica del figlio, canalizzando il loro bisogno di intromettersi nell’attività del mister in qualcosa di utile.

Riferirsi all’appartenenza a un gruppo di lavoro
Gli allenatori di una stessa Società dovrebbero cercare di lavorare in contatto tra di loro, magari potendo contare sulla presenza di un valido direttore tecnico, quale punto di riferimento per tutti. Ognuno contribuisce con la sua competenza a uno stesso scopo: far crescere gli allievi nella propria categoria, sia dal punto di vista tecnico-motorio, sia dal punto di vista comportamentale. L’appartenenza al gruppo fa sentire l’allenatore sostenuto da esso e gli garantisce uno spazio in cui potersi confrontare.

Trasformare le proprie convinzioni in fermezza.
Se l’allenatore è convinto della propria professionalità e delle decisioni che prende, ciò si trasforma nel suo comportamento in fermezza. Con i ragazzi, quest’aspetto dell’adulto è importantissimo, perché la fermezza gli dà sicurezza. Purtroppo al mondo d’oggi è un po’ fuori moda, nei metodi educativi familiari predomina spesso il buonismo, la difficoltà a dire no ai figli. Ma loro hanno bisogno di confrontarsi sia con le frustrazioni, attivate dai no o dai rimproveri, sia con le ricompense espresse dagli apprezzamenti. In questo senso, l’allenatore può essere un efficace supporto educativo al lavoro che compie la famiglia.
Quindi, nel momento in cui l’allenatore si trova di fronte ad una scelta difficile da fare, più che la certezza di scegliere l’alternativa giusta, cosa a volte molto difficile, è importante che sostenga la posizione che intraprende, con fermezza. Questa rappresenta, in tal modo, un freno per chi vorrebbe tentare di manipolarlo ed è rassicurante per coloro che si affidano alla sua professionalità per istruire al calcio il proprio figlio, mostrandogli fiducia. Non bisogna dimenticare che ci sono anche dei genitori gratificanti.

In conclusione, ogni allenatore, per svolgere serenamente il suo lavoro, deve affidarsi al proprio intuito e alla propria fantasia. Deve sentirsi capace, nel gestire la squadra, di preservarsi dagli attacchi esterni, sia dei genitori, sia della stampa o altro.
Per fare questo, è necessario che in lui cresca la capacità di concentrarsi soltanto sulla consapevolezza che, di là dei risultati e delle opinioni degli altri, egli svolge il suo lavoro con passione e amore per il calcio. Ogni allenatore dovrebbe essere in grado di riconoscersi, usando un termine rubato a Darwin Pastorin, in un “principe della zolla, campione dentro e fuori il rettangolo di gioco”, tenendo conto che può considerarsi tale chi, come lui, cerca di donare il meglio di sé ai suoi allievi, insegnandogli il vero sapore e il vero volto del calcio e dello sport, indipendentemente da qualsiasi interferenza. Ciò che ne è la definizione di un ruolo che stabilisce una posizione del mister difficilmente vulnerabile.
paolo
00domenica 21 ottobre 2012 18:09
torniamo a bomba. si parlava di un bambino scuola calcio? non credo quindi non è un bambino forse è un ragazzo. ma non mi risultano posizioni simili nei primi anni di agonistica 13-14-15 anni. forse quanto scritto è falso, bugiardo, ed anche un po strano.
anonimo
00domenica 21 ottobre 2012 18:52
valutazione bambini
il bambino di cui ho parlato precedentemente ha 13 anni
nessuno racconta storie e non permetto a nessuno di dire che e' tutto falso. e' tutto vero la vigor ha fatto questo a mio figlio e per non bastare continuano a dire che il bambino e molto bravo e che loro ci tengono molto ....continuano a prenderlo in giro e lui purtroppo ci crede e si impegna tantissimo,ma non vuole capire che non basta impegnarsi noi non abbiamo conoscenze e quindi non giochera' mai!!!!
e' bravo e' bravo... ma non gioca e vi assicuro che sarebbe all'altezza di giocare ma entrare nel giro e' difficilissimo, entrano in campo sempre gli stessi. il calcio e' uno sport bellissimo ma purtroppo non esistono persone serie o forse poche... comunque ogniuno di noi ha una sua storia piu' o meno analoga alla mia.
a dicembre chiedo lo svincolo finalmente.
roma est
00domenica 21 ottobre 2012 20:22
per valutazione bambini
bravo chiedi lo svincolo perchè tanto non giocherà mai...un abraccio e un in bocca al lupo perchè ho capito chi sei e ti capisco e ti appezzo!!!
paolo
00lunedì 22 ottobre 2012 13:05

se è bravo, bravo.... giocherebbe. invece non riesce ad entrare ne gruppo. forse sono più bravi i suoi compagni che giocano?
non tutti quelli che giocano hanno conoscenze!
se vuoi farlo giocare portalo via ma scegli bene la prossima società potresti trovare ancora quelli più bravi e non giocherebbe..
Le società
00lunedì 22 ottobre 2012 14:29
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119523269=paolo, 22/10/2012 13:05]
se è bravo, bravo.... giocherebbe. invece non riesce ad entrare ne gruppo. forse sono più bravi i suoi compagni che giocano?
non tutti quelli che giocano hanno conoscenze!
se vuoi farlo giocare portalo via ma scegli bene la prossima società potresti trovare ancora quelli più bravi e non giocherebbe.. [/QUOTE][/POSTQUOTE]
Il problema è che le società prima ti invogliano e poi, dopo che hai firmato, se ne fregano di quello che ti hanno detto. Sicuramente la colpa dei genitori è quella di dar troppo credito alle parole e in fondo di voler vedere il proprio figlio giocare o altre speranze. Però voglio farti una domanda:
Secondo te chi è più scorretto chi ti chiede di andare ad allenarti da marzo (sapendo che le liste sono chiuse (tanto la squalifica la rischia il ragazzo) e promettendoti che giocherà dato che il ragazzo gli interessa tantissimo e a settembre quando ancora è possibile chiedere lo svincolo non ti dice che non c'è più l'interesse dimostrato in precedenza e magari ti fa giocare 5 minuti per non farti usufruire di tale possibilità o il genitore che accetta questo?
Credo di conoscere il ragazzo e tanto scarzo non lo è.
Forse nel definire "raccomandati" alcuni ragazzi c'è lo sfogo di un genitore chi è stato "fregato" non ti pare?
Nick
00lunedì 22 ottobre 2012 14:38
Trovo assurdo che la federazione consenta una cosa del genere a un ragazzino di 13 anni.
Su questo ci vorrebbe che qualcuno intervenga per cambiare delle norme assurde.
azza
00lunedì 22 ottobre 2012 19:16
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:119524757=Nick, 22/10/2012 14:38]Trovo assurdo che la federazione consenta una cosa del genere a un ragazzino di 13 anni.
Su questo ci vorrebbe che qualcuno intervenga per cambiare delle norme assurde. [/QUOTE][/POSTQUOTE]


Zi prete ....ma quali norme !!!! Ma quale federazione !!!! Il calcio,e spietato come la vita sta ai genitori di cercare di non farsi fregare
Anonimo
00lunedì 22 ottobre 2012 21:46
Valutazione bambino
Non ho mai messo in discussione la bravura degli altri bambini ma vi assicuro che al bambino non manca nulla ed è' per questo che gli hanno fatto la corte per mesi! Sicuramente abbiamo creduto in un sistema che non esiste anzi esiste solo per pochi.
massimo
00lunedì 22 ottobre 2012 22:49
Mamma mia ho appena visto in tv savio tor tre teste giovanissimi élite e penso proprio che sia inutile far venire ragazzi da km di distanza bisognerebbe far venire degli istruttori ...a no volevo dire allenatori (perché così che si fanno chiamare )]da fuori perché quelli che ci sono ????...soprattutto alla ttt magari lo pagano pure profumatamente
massimo
00lunedì 22 ottobre 2012 22:49
Mamma mia ho appena visto in tv savio tor tre teste giovanissimi élite e penso proprio che sia inutile far venire ragazzi da km di distanza bisognerebbe far venire degli istruttori ...a no volevo dire allenatori (perché così che si fanno chiamare )]da fuori perché quelli che ci sono ????...soprattutto alla ttt magari lo pagano pure profumatamente
massimo
00lunedì 22 ottobre 2012 22:51
Mamma mia ho appena visto in tv savio tor tre teste giovanissimi élite e penso proprio che sia inutile far venire ragazzi da km di distanza bisognerebbe far venire degli istruttori ...a no volevo dire allenatori (perché così che si fanno chiamare )]da fuori perché quelli che ci sono ????...soprattutto alla ttt magari lo pagano pure profumatamente
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:58.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com