E pensate che questo e un vero tifoso
E’ così. Dalla prima squadra al settore giovanile, il comun denominatore è sempre lo stesso, e purtroppo lo è ormai da anni: risparmiare, tergiversare, improvvisare.
Quanto accaduto ieri nell’ultima giornata del mercato per la prima squadra, fa il paio con le decisioni, che definire bizzarre è sicuramente un esercizio eufemistico, per le panchine del settore giovanile. La premessa, in questo caso, è d’obbligo. Lungi da noi voler attaccare a spada tratta il Generale Coletta, non abbiamo né l’intenzione né il piacere di fare una guerra ad un singolo, e per questo partiamo dal presupposto che le colpe, sicuramente, non sono tutte le sue. Il budget a disposizione del vivaio laziale è ridotto al lumicino rispetto alle altre formazioni di Serie A, con diverse compagini anche di Serie B che a sorpresa investono più della Lazio. Detto ciò, premessa indispensabile per far capire quanto la nostra non sia una guerra personale, passiamo ad analizzare gli ultimi accadimenti e le ultime parole del Gen. Giulio Coletta, intervenuto domenica nella trasmissione televisiva Sport in Oro, ma che si è ben guardato in settimana di rispondere agli inviti di Fuori Area a parlare, avere spiegazioni o avere interviste con altri tecnici del settore giovanile. D’altronde si sa, è più comodo e facile parlare presso organi di informazione servili, dove difficilmente si viene incalzati con domande specifiche e soprattutto da persone che ne sappiano qualcosa del settore giovanile laziale. Ciò nonostante, diverse sono state le incongruenze nelle parole del Generale. Che qualcosa sul fronte Leva (allora tecnico dei ’98) bollisse in pentola era palese, con il coordinatore del Settore giovanile laziale che non lo ha mai citato neppure parlando nello specifico della gara con la Vigor Perconti.
A pensar male si fa peccato, ma come vedete qualche volta ci si indovina. Poi sono arrivate le frasi sul gruppo dei ’98, del quale si è detto che attraversasse un periodo di confusione fin dallo scorso anno (e perché mai, cosa è successo l’anno scorso di così strano?) e poi si è continuato con i discorsi sul fine ultimo del settore giovanile, il far crescere i ragazzi, mai schiavi del risultato per citare un frase tanto cara ai progettisti giallorossi. Ma allora ci chiediamo; ma se il risultato non conta, perché cambiare tre allenatori nel girone di andata di un campionato Giovanissimi? Il caso dei ’98 della Lazio è più unico che raro, si era puntato su Mocci in estate affidandogli questo compito, tempo due mesi di lavoro e via Mocci, perché reo di aver perso tre partite su sei (sempre perché il risultato non conta), spazio a Leva che inizia a lavorare con risultati più o meno soddisfacenti (bene in campionato, meno bene nel torneo Ielasi), prima sconfitta per lui al Centro Vigor all’ultimo minuto di recupero e via all’ennesimo cambio con Zuccarini (ma i risultati, come sostiene la società, non contano….). Non stiamo qui a disquisire sulle capacità tecniche dei singoli tecnici, ognuno ha le sue idee e noi le nostre, ma sulla filosofia adottata da una società che di fronte alle telecamere ed ai taccuini si fa bella parlando di etica, di crescita ecc… poi però nei fatti si comporta nella maniera opposta. Come mai, dopo questi fallimenti, la stessa società non fa autocritica dicendo, forse, se non sia lesa maestà, di aver sbagliato, di non aver dato seguito alle parole di responsabili tecnici che probabilmente avrebbero avuto in mente di rinforzare la squadra dello scorso anno con l’arrivo di qualche pedina importante? Sarà un caso che il giocatore più in vista del momento e capace di portare diversi punti alla Lazio in classifica, sia proprio un nuovo arrivo come quello di Kaloshi? Sarà che forse, a volte, è utile rinforzare i gruppi provenienti dalla propria Scuola Calcio con gli elementi più interessanti della nostra regione come dovrebbe operare una società professionista?
Poi è arrivato il momento dei Giovanissimi Nazionali, e della decisione, anche questa davvero incomprensibile, dell’esonero di Alessandro Nuccorini e della scelta ricaduta su Dario Pisani, fino ad allora Responsabile della Scuola Calcio del Gentili. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, nessuno ci può definire innamorati fin dal primo giorno della gestione Nuccorini, ne abbiamo criticato la scelta all’inizio ed il gioco. L’intelligenza delle persone, però, si valuta anche nel saper cambiare idea senza essere schiavi delle proprie convinzioni. I risultati hanno dato ragione al tecnico, capace di tenere testa alla Roma, di pareggiare in casa nel derby del Gentili con una squadra a detta di tutti gli addetti ai lavori inferiore ai giallorossi. Tutto questo, però, non basta. Si cita il comportamento del tecnico, il nervosismo dei giocatori, forse allora il Generale e il suo “staff” non hanno mai visto le altre squadre, perché di ragazzini che inveiscono con l’arbitro con parolacce ecc… ce ne sono in grande quantità. E allora via Nuccorini, e nulla servono gli apprezzamenti arrivati dai tanti elementi che facevano parte della sua rosa, via Nuccorini anche perché fa giocare sempre gli stessi giocatori. Sarà forse che sono questi ad essere all’altezza di un campionato Giovanissimi Nazionali?
Con l’esonero del tecnico e l’arrivo di Pisani, la Lazio ha chiuso il cerchio: via i tecnici stimati in tutto il Lazio, con un curriculum di rispetto, e spazio agli uomini di fiducia. Via quindi i vari Rivetta, Fabbro, Bencivenga, Nuccorini e spazio a Bianchi, Pisani e via discorrendo fino alle categorie inferiori. Brave persone, nessuno lo mette in dubbio anche perché non le conosciamo personalmente, ma sicuramente non pronte a contestare ed ad andare, a volte, contro.
Nel corso della trasmissione Tv di rete Oro il Generale ha poi parlato della politica generale del Settore Giovanile, del fatto di voler far crescere i ragazzi, di non voler sperperare soldi ecc….citando casi di elementi arrivati nel calcio che conta. Detto che i vari Tuia, Faraoni, Mendicino, Ceccarelli, erano li ben prima dell’arrivo nel 2004 del Generale Coletta e quindi non certo sue scoperte, anche nel settore giovanile come nelle prime squadre, si deve investire. I giocatori bravi vanno presi, non si deve aspettare che capitino nel settore giovanile laziale, i giocatori vanno osservati, visionati, controllati, i giocatori in prova dovrebbero essere elementi potenzialmente pronti per andare a rinforzare le squadre e non ragazzi tenuti per dargli il piacere di dire in giro che fanno parte della Lazio.
Ora aspettiamo gli eventi, vedremo queste scelte dove porteranno anche se, come si dice, i risultati non contano, quindi non vi aspettate rivoluzioni se la Lazio non centrerà le finali di categoria o non poterà titoli in bacheca. Alla Lazio i risultati non contano…per delucidazioni chiedere ai vari tecnici di settore giovanile quale è la prima domanda che gli viene fatta dopo una gara. Come avete giocato o avete vinto? La risposta non è difficile, fate due più due ed otterrete la risposta esatta…
Alessandro Grandoni