SICUREZZA SUI CAMPI

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2016 10:07
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24/01/2011 01:40

Dal sito del Corriere Laziale

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E se l'arbitro espelle il medico sociale? E' successo ad Artena durante la gara contro il Torbellamonaca. E poi Marozzi si è infortunato...

di Gabriele Ziantoni

Tra i grandi quesiti del calcio, che da sempre riempiono le nostre giornate di sport, da domenica occorre aggiungere un’altra domanda, troppo spesso sottovalutata: “E se l’arbitro allontana dalla panchina il medico sociale per proteste?” E ancora: “E se l’arbitro allontana il medico sociale e poi qualcuno si infortuna gravemente?” Confessatelo: non ci avevate mai pensato prima. Perché quando succede qualcosa di insolito, poi ovviamente il diavolo decide di metterci la coda. Qualcosa del genere è accaduto domenica mattina al Comunale di Artena, durante la sfida tra i rossoverdi di Paolo D’Este e il Torbellamonaca, gara conclusa 2-1 in favore dei padroni di casa. Ma il risultato, almeno in questa occasione, conta poco.

Tutto per un fuorigioco. Vis Artena e Torbellamonaca sono sull’1-1, merito di un gol, dopo appena solo centoventi secondi, di Morelli e del pareggio, otto minuti dopo, di Pacella. I rossoverdi scappano in contropiede, ma la ripartenza, che può valere il raddoppio e dunque i probabili tre punti, è frenata da una segnalazione del primo assistente. In panchina, come in tutte le gare che l’Artena gioca in casa, c’è il medico sociale Alfonso De Angelis, tifoso della squadra di Paolo D’Este prima che professionista. Il dottore reclama l’ingiustizia e il direttore di gara Cesarini di Civitavecchia, su segnalazione del guardalinee, decide di allontanarlo. De Angelis non se la prende, non è la prima volta che gli accade visto il suo carattere focoso e si accomoda nella zona antistante gli spogliatoi per assistere agli ultimi minuti della gara. Il caso vuole, però, che in un violento scontro Marozzi, centravanti della squadra ospite, subisca la lussazione della spalla. Infortunio che lo costringerà ad abbandonare il campo anzitempo lasciando anche la squadra in dieci, visto le tre sostituzioni già effettuate. Quando Marozzi arriva dalle parti di De Angelis è passato ormai qualche minuto e nonostante i tentativi del dottore, la lussazione non può essere ridotta. Il centravanti dovrà essere portato d’urgenza in ospedale, dove occorrerà sedarlo addirittura due volte per riuscire a rimettere in asse la spalla. A fine gara il dottore si scaglia contro l’arbitro: se l’avesse lasciato in campo avrebbe potuto curare subito Marozzi. Cesarini entra negli spogliatoi e chiude la porta.

Il regolamento. Non esiste una regolamentazione precisa in merito, ma come spesso accade in casi come questo, occorre far trionfare il buon senso. Se il direttore di gara dovesse valutare che il medico non tenga un comportamento rispettoso nei suoi confronti o verso i suoi assistenti, deve invitarlo ad abbandonare il terreno di gioco, ma a rimanere nei paraggi. Se qualcuno dovesse infortunarsi, il dottore deve poter rientrare e curarlo.

Le parole di De Angelis. “Non sono un tipo tranquillo, questo è certo e voglio premetterlo subito – sorride il medico sociale della Vis Artena raggiunto telefonicamente – ma nello specifico, il fuorigioco non c’era proprio e la mia unica colpa è stata quella di averlo fatto presente all’assistente. Funziona sempre così: se la prendono con chi è più debole, i dottori e i massaggiatori. Dalle panchine si sentono le frasi più disparate, ma puniscono solo noi”. Nonostante l’allontanamento, perché il dottore non è intervenuto per soccorrere Marozzi: “Perché da dove ero io non mi ero accorto della gravità dell’incidente. Quando l’attaccante del Torbellamonaca è arrivato da me l’ho subito soccorso, ma non sono riuscito a fare più di tanto. L’ho fatto presente all’arbitro, che mi ha risposto con una smorfia di derisione”.
Come al solito la verità può essere rintracciata nel mezzo e a fare le spese di tutta questa situazione è stato il povero Marozzi, al quale vanno i nostri migliori auguri di pronta guarigione. Arbitri e medici, ascoltateci: abbiate un po’ più di buon senso. Ai direttori di gara chiediamo proteste eclatanti, per mettere fuori gioco i dottori. A questi ultimi ricordiamo il giuramento di Ippocrate: “Primo, non nuocere”.
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