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CONSIGLIO DIRETTIVO ALI DI SCORTA

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2013 09:18
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Sesso: Maschile
09/09/2009 18:56

globuli bianchi, neutropenia) emorragie (per
abbassamento delle piastrine, piastrinopenia) e
gravi anemie (per abbassamento dell’emoglobina)
e può richiedere trasfusioni di sangue o
protezione da infezioni, (anche con ricovero in
ospedale in ambiente a bassa carica microbica).
LA RADIOTERAPIA
Le particelle elettroniche ad elevata energia
prodotte dalle apparecchiature per la terapia
radiante funzionano né più né meno come i
farmaci citotossici: anche queste danneggiano
tutte le cellule capaci di moltiplicarsi,
specialmente le cellule tumorali. Hanno un
vantaggio sulla chemioterapia, in quanto
possano essere concentrate sul tumore,
riducendo così gli effetti tossici sulle cellule
normali. Hanno però lo svantaggio di non
arrivare dappertutto, e per questo sono utilizzate
soprattutto nei tumori solidi.
La radioterapia, sebbene non dolorosa, non
è priva di effetti collaterali negativi, che si
possono protrarre negli anni, e va utilizzata
con molta cura e soltanto in caso di reale
necessità. Negli ultimi anni ha subito importanti
perfezionamenti: una migliore utilizzazione
delle sorgenti di radiazione, modalità che
permettono di concentrare la dose esattamente
sul tessuto interessato e l’ utilizzo di sostanze
che permettono di sensibilizzare il tessuto malato
e proteggere il tessuto sano dalla radioterapia
stessa.
Non richiede generalmente il ricovero.
La radioterapia sull’intero corpo (total body
irradiation o irradiazione corporea totale),
in associazione con chemioterapia ad alte
dosi, dovrebbe permettere la distruzione di
tutte le cellule malate residue, distruggendo
anche completamente il midollo osseo del
paziente e serve, quindi, soltanto come
“condizionamento” preparatorio per il
trapianto di midollo osseo in alcuni tumori solidi
e in leucemie resistenti alle altre terapie (vedere il
capitolo sul trapianto).
LA CHIRURGIA
La terapia chirurgica è la più semplice da
immaginare: il chirurgo toglie il tumore con il
bisturi, in anestesia. Quasi sempre, però, nel
caso di tumore del bambino, il bisturi non riesce
a togliere tutto il tumore. E’ per questo che si
completa la terapia chirurgica con la terapia
radiante e con la chemioterapia.
La terapia chirurgica, fatta in “un colpo solo”,
è in genere una terapia d’inizio. Qualche volta
però può essere preceduta da un trattamento
di chemioterapia o di radioterapia che riduce
il volume della massa. Altre volte la terapia
chirurgica può essere effettuata sulle metastasi.
Un piccolo intervento chirurgico può essere
utilizzato per fare una biopsia del tumore,
ovvero per prelevare un piccolo pezzetto da
esaminare al microscopio per fare una diagnosi
specifica così da individuare la terapia da
utilizzare. Molti bambini, inoltre, iniziano le
terapie con un piccolo intervento chirurgico
per inserire un “catetere venoso centrale”, un
tubicino introdotto per tutto il periodo delle
terapie in una grande vena del torace con una
specie di rubinetto che fuoriesce e permette di
somministrare i farmaci e di prelevare il sangue
per i controlli, eliminando così i “buchi”, dolorosi
e fastidiosi.
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