CONSIGLIO DIRETTIVO ALI DI SCORTA

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2013 09:18
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16/11/2009 20:03

IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO (TMO)
Quando non si riesce a guarire completamente
dalla leucemia in alcune forme a rischio
gravissimo, oppure dopo alcuni tipi di ricadute, o
quando non si riesce a eradicare completamente
il tumore solido, si può ricorrere al trapianto
di midollo osseo (TMO) detto anche più
correttamente trapianto di cellule staminali
emopoietiche. Essendo un intervento non privo
di rischi e tossicità molto seri, non è indicato
nei casi in cui vi sono altre possibilità di terapia
efficace.
Lo scopo è di potere applicare la chemioterapia
e la radioterapia a dosi particolarmente forti
da poter distruggere completamente le cellule
tumorali o leucemiche, “guarendo” il paziente
dal tumore o dalla leucemia. Queste dosi non
sarebbero compatibili con la vita in quanto
porterebbero alla eradicazione completa anche
del midollo osseo che non potrebbe, quindi,
ricostruire sé stesso e le cellule del sangue che
normalmente fabbrica, portando alla morte per
emorragia e infezione. Con il TMO, si pratica
una chemioterapia ad altissime dosi e una
irradiazione corporea totale, distruggendo tutte
le cellule tumorali insieme al midollo osseo
del paziente, e un nuovo midollo osseo viene
infuso tramite una semplice trasfusione, che va
spontaneamente a collocarsi nella propria sede
naturale, ovvero nella cavità
delle ossa del bambino, dove riprende a crescere
e a funzionare. Il midollo osseo del donatore
da trapiantare deve avere un alto grado di
compatibilità (si dice HLA compatibile, HLA è
un sistema dei nostri tessuti) con il bambino
malato per evitare fenomeni di rigetto e il
fallimento dell’intervento.
Il donatore può essere lo stesso bambino
(autotrapianto o trapianto autologo) in questo
caso non ci sono problemi di compatibilità.
Quando il midollo è sano o in remissione, si può
prelevarlo e “depositarlo”, dopo aver praticato
una terapia molto intensa in grado di distruggere
anche il midollo rimasto, va reinfuso. Questo
metodo viene utilizzato particolarmente nei
tumori solidi perché il midollo osseo non è
colpito dalla malattia e quindi è sano. Questo
tipo di trapianto è indicato soprattutto negli
stadi avanzati di tutti i tumori solidi pediatrici a
prognosi severa (linfomi maligni, neuroblastoma,
tumori ossei, tumori del SNC, rabdomiosarcomi)
o che rispondono scarsamente al trattamento
antitumorale tradizionale.
L’autotrapianto viene utilizzato più raramente
con i malati di leucemia, e richiede particolari
accorgimenti. Il midollo viene prelevato in
anestesia quando il paziente è in remissione,
senza segni né sintomi della malattia, per poi
congelarlo e conservarlo a -160°. Se il paziente
ricade può essere trapiantato con il proprio
midollo, che dev’essere opportunamente ripulito
da eventuali cellule malate. Ma più spesso, con
le leucemie, si rincorre al TMO da donatore
(allogenico) perché nell’autotrapianto nei
leucemici, i pazienti tendono a ricadere per
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