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CONSIGLIO DIRETTIVO ALI DI SCORTA

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2013 09:18
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Città: ROMA
Età: 65
Sesso: Maschile
09/09/2009 18:59

si sono rese disponibili per questa donazione
e che sono già state “tipizzate” tramite un
piccolo prelievo di sangue. Si è stimato che un
Registro che contenga almeno 100.000 nomi di
donatori offra al bambino un’ottima probabilità
di trovare un donatore compatibile in tempi
relativamente brevi (3 mesi circa). Al momento
della pubblicazione di questo opuscolo, gli
iscritti al Registro italiano sono circa 328.500,
grazie anche agli sforzi di ADMO (Associazione
Donatori Midollo Osseo) (www.admo.it) che
sensibilizza l’opinione pubblica sull’importanza
di questo tipo di donazione e raccoglie donatori
per il Registro.
In casi selezionati, il donatore può essere
un genitore o un fratello non perfettamente
compatibile (trapianto mismatched o
aploidentico) ed è necessario prendere speciali
provvedimenti per evitare il rigetto del materiale
non compatibile e limitare soprattutto la gravità
della GVHD.
La procedura del trapianto il midollo osseo (che
andrà successivamente trapiantato) consiste nel
togliere al donatore dall’interno di certe ossa
(creste iliache) questo materiale gelatinoso (=
midollo) per semplice aspirazione con un ago
speciale, in anestesia generale. Il donatore può
andare quasi subito a casa. Non vi rimane che un
piccolo indolenzimento nelle aree di aspirazione,
e il midollo prelevato per la donazione viene
rimpiazzato nel giro di pochi giorni, facendo
sì che di fatto, l’unico rischio sia quello
anestesiologico.
Al paziente, dopo il trattamento che uccide
sia le cellule tumorali/leucemiche sane che le
cellule del midollo osseo del paziente stesso
(condizionamento), viene infuso (= trasfusione)
il midollo prelevato dal donatore, che va
naturalmente a collocarsi nella giusta sede
midollare, nelle cavità all’interno delle ossa, e
inizia a produrre per moltiplicazione cellulare
nuovo midollo e nuove cellule ematiche. Il tempo
necessario alla preparazione del paziente per il
trapianto, al trapianto stesso, all’attecchimento
del nuovo midollo osseo trapiantato con la
relativa produzione di nuove cellule ematiche
in numero sufficiente, è di circa un mese, da
trascorrere comunque ricoverato in isolamento
stretto all’interno di speciali camere o reparti “a
bassa carica microbica”.
In alcuni casi, le cellule da trapiantare vengono
ricavate dal sangue del cordone ombelicale
donato (trapianto di cellule staminali
emopoietiche cordonali). La spremitura della
placenta e del cordone ombelicale dopo il parto
consente una raccolta di sangue placentare
molto ricco di cellule immature (cellule staminali
emopoietiche - CSE) che sono in grado anche
esse di migrare verso le cavità svuotate delle ossa
e, moltiplicandosi e specializzandosi, diventare
nuove cellule di midollo osseo. Il sangue
placentare viene tipizzato e crioconservato in
sacche fino all’utilizzo per il trapianto in un
bambino compatibile. Queste cellule hanno delle
caratteristiche dovute alla loro immaturità che
facilitano il loro trapianto diminuendo il rischio
di rigetto. Questo tipo di trapianto è oggi ben
utilizzato e quindi è fondamentale la donazione
del cordone da parte delle partorienti. Per
informazioni su questo tipo di donazione, vedere
il sito www.adisco.it dell’Associazione Donatrici
Italiane Sangue Cordone Ombelicale
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