Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:123640262=adriano, 25/09/2013 15:37]itta del calcio e dei valori di questo sport rispetto alla maleducazione di una delle componenti che, spesso, da comprimari si vogliono trasformare in protagonisti (senza però che nessuno glielo abbia mai chiesto).Spesso e volentieri, girando i campi ogni sabato e domenica, assistiamo a scene che con il calcio ed i valori dello sport hanno davvero poco a che fare.Partendo dai Giovanissimi fino alla Juniores, non tralasciando i vari tornei disputati ad inizio stagione, quello che abbiamo sentito e continuiamo a sentire su ogni campo non è tollerabile.Non c'è partita in cui non vengano insultati gli arbitri di turno (per carità, gli errori sono sotto gli occhi di tutti, ma da li a prendere a parolacce un neo maggiorenne ce ne passa), in cui non si cerchi lo scontro, spesso non solo verbale, con i genitori della squadra opposta, in cui non si inciti (purtroppo mai nel modo giusto), il proprio ragazzo, sostituendosi spesso e volentieri alla figura dell'allenatore.Tutto questo ha ormai raggiunto dei livelli inauditi, ed a questo punto crediamo sia necessario un intervento. Il dito lo puntiamo, come avevamo già fatto in passato, contro le società, spesso complici silenziosi di questi episodi. Già, perchè tutto quello che accade non avviene certo all'oscuro dei dirigenti di questo o quel sodalizio, spesso loro sono in tribuna, vedono, assistono, ma ben si guardano dall'intervenire, dal minacciare provvedimenti verso chi, in quel momento, sta infangando il nome della società e della squadra che permette al ragazzo di praticare il "suo" sport.Interpellate sull'argomento, il più delle volte, si limitano a dire: "Noi non possiamo farci niente, sono fatti cosi". Ecco, mai parole furono più sbagliate. Le società possono fare, e molto. Possono limitare certi comportamenti, possono vietare certi insulti, possono minacciare provvedimenti nei confronti dei figli di coloro i quali si macchiano di modi di fare inauditi. Ma il punto è: le società lo vogliono fare? Vogliono veramente perseguire un calcio pulito, rispondente ai veri valori dello sport non solo a parole ma con i fatti? O preferiscono far finta di niente, cercando di non scaturire le antipatie del genitore di turno che poi, a fine stagione, potrebbe portare il ragazzo da qualche altra parte recando cosi un danno sportivo, ed economico, alla società?Sinceramente, purtroppo, crediamo che questo ultimo punto sia quello più interessante per tante società della nostra regione. Non tutte, ci mancherebbe, non vogliamo fare di tutta un'erba un fascio, ma nella maggioranza dei casi, quando personalmente abbiamo assistito a scene che con il calcio non hanno nulla a che vedere, abbiamo allo stesso tempo osservato l'indifferenza dei dirigenti di turno.Questo potrebbe, e dovrebbe, essere il primo punto. In caso contrario credo sia il caso, e spero vivamente che il Comitato Regionale ne prenda atto, di dotare gli arbitri di poteri ben più ampi di quelli avuti fino a questo momento. Come in Serie A si interrompono le partite per cori razzisti e di dubbio gusto, allo stesso modo potrebbe essere permesso al direttore di gara di interrompere le gare di settore giovanile o di mettere a referto (poi sanzionabili dal Giudice Sportivo) gli episodi di intemperanze dei genitori più esagitati. Siamo certi che, qualora fossero colpite nel portafoglio, le società non sarebbero più indifferenti a tutto ciò, d'altronde il potere dei soldi, in questo campo, è sempre esistito. Ed allora usiamolo per tornare a mettere il calcio al centro di questo mondo. [/QUOTE][/POSTQUOTE]
Chiedo scusa ho dimenticato.
fonte Fuori Area