legge del contrappasso

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sport/sociologica
00giovedì 9 luglio 2015 16:27
...chissà se farà riflettere o, come purtroppo temo, capace solo di suscitare banali e volgari ironie...incombe però la legge del contrappasso...

"Lentamente muore", lettera aperta al Calcio Giovanile...
Pubblicato Giovedì, 09 Luglio 2015
Scritto da Alessandro Grandoni



Non ci siamo. Una stagione si è appena conclusa, un’altra è praticamente già iniziata con annunci di calcio mercato, staff e quanto altro, ma un fatto è certo: non si sta andando nella giusta direzione.

Sono ormai quindici anni che frequento questo mondo, ora le giovanili, ora i dilettanti, e vedo una lenta e inesorabile discesa di questo ambiente, sotto tutti i punti di vista. Negli ultimi anni, poi, la situazione è terribilmente degenerata perché in fondo, in questo mondo, pare vinca la regola del “per rimediare qualcosa sono pronto a tutto”.

E’ un discorso ampio, generale, che molti troveranno noioso ma che mi sento di fare, perché se si vuole cambiare e migliorare è il caso di iniziare a dire esplicitamente cosa non va anche per vedere chi, davvero, ha interesse a lavorare e bene per questo “nostro piccolo mondo”.

Dai Comitati alle società, sinceramente fatico a vedere un progetto a lungo termine, e volto a quello che è lo spirito del Settore Giovanile, cioè la crescita dei ragazzi, gli insegnamenti, il divertimento. Qui la gara è a creare sempre più campionati in cui conta vincere, ad ogni costo, a fare rose e squadre di 25-30 giocatori, a togliersi i giocatori a vicenda come fossero star di Serie A.

Questo era e resta un gioco, ma forse ormai un gioco non lo è più per nessuno, troppi interessi e troppa voglia di tirare fuori, da questo gioco, il proprio tesoretto.

Quando giocavo, quando ho iniziato a seguire questo calcio giovanile, erano altri i valori importanti. C’erano ragazzi che iniziavano la Scuola Calcio nella squadra del quartiere e finivano per giocarci in Prima squadra, che fosse Eccellenza, Promozione o Serie D poco importava, quella era la loro squadra, non importava se quell’anno faceva i regionali, l’Elite o i Provinciali, loro erano quella squadra. Oggi no. Oggi si cerca, anno dopo anno, qualcosa di più. Si cresce in una squadra e poi per guadagnare una categoria, si lasciano amici e dirigenti che ti hanno cresciuto, perché un campionato d’Elite in fondo è l’unica cosa che conta.

Un tempo la firma del cartellino era una pura formalità, in fondo era scontato che si rimanesse nella propria squadra, a meno che non ti avesse chiamato la Lazio o la Roma dell’epoca. Oggi no.

Oggi non passa giorno in cui non si parla di conferme, di acquisti di ragazzi di 14-15 anni, di foto e annunci come se fosse sbarcato il nuovo Maradona. Oggi questo calcio non ci piace.

Non ci piacciono i dirigenti che invece di pensare al bene dei ragazzi pensano ai propri tornaconti personali, non ci piacciono quei dirigenti che hanno rispetto pari a zero per il tuo lavoro, ma se ti incontrano non lesinano quel sorriso di facciata.

E non ci piacciono tutti coloro che ruotano attorno a questo mondo, ma che dell’etica non conoscono neanche il significato. Non ci piace vedere i famosi “piottari” farsi belli sulle tribune di calcio giovanile in cerca del genitore scemo di turno da spennare, perché vuoi mettere far fare un provino ad un ragazzo per una professionista? Alla fine, poi, ci sarà sempre chi ci cascherà, perché d’altronde non possiamo pretendere che tutti riescano a ragionare prima di farsi guidare dall’illusione di avere in casa il nuovo fenomeno da Serie A.



E’ un mondo che non è più quello di cui ci eravamo innamorati, ma è un mondo nel quale rimaniamo con la ferma intenzione di cambiarlo, anche un minimo, perché in fondo siamo ancora dei poveri innamorati.

Per carità, non pensiamo che il nostro lavoro sia tanto importante da far cambiare atteggiamento a chi tiene le fila di questo mondo, però abbiamo il dovere di dire la nostra e comportarci di conseguenza.

Crediamo ancora, in fondo, che giocare bene sia più importante di vincere, che dare l’esempio sia meglio di vincere una partita a tutti i costi, perché questo è settore giovanile, perché non potete invitare i vostri giocatori e figli a buttarsi in area per “rubare” un rigore e poi prendervela se lo stesso atteggiamento, quel ragazzo, lo avrà nella vita di tutti i giorni.

Credo che nel corso del tempo, degli ultimi anni, la possibilità per qualcuno di fare soldi e guadagnare posizioni in questo ambito abbia di fatto liberalizzato qualsiasi tipo di comportamento. Dal dirigente pronto a tutto per accaparrarsi la firma di un ragazzo all’allenatore che se ne frega dei principi del gioco per inseguire quei tre punti fino ai genitori, pronti a scagliarsi contro arbitri, avversari ed allenatori, perché in quel momento di ostacolo alla fioritura del figlio, futuro campione.

Credo sia necessario darsi una calmata, rimettere la testa a posto, capire cosa si sta facendo e perché.

Questo nostro splendido calcio giovanile sta lentamente morendo, cercate di non essere coloro che gli infliggeranno il colpo letale. Fateci ancora amare questo sport…



Un giornalista ancora innamorato di questo sport

Alessandro Grandoni
Er resto de Carlino
00giovedì 9 luglio 2015 17:07
Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:129172189=sport/sociologica , 09/07/2015 16:27]...chissà se farà riflettere o, come purtroppo temo, capace solo di suscitare banali e volgari ironie...incombe però la legge del contrappasso...

"Lentamente muore", lettera aperta al Calcio Giovanile...
Pubblicato Giovedì, 09 Luglio 2015
Scritto da Alessandro Grandoni



Non ci siamo. Una stagione si è appena conclusa, un’altra è praticamente già iniziata con annunci di calcio mercato, staff e quanto altro, ma un fatto è certo: non si sta andando nella giusta direzione.

Sono ormai quindici anni che frequento questo mondo, ora le giovanili, ora i dilettanti, e vedo una lenta e inesorabile discesa di questo ambiente, sotto tutti i punti di vista. Negli ultimi anni, poi, la situazione è terribilmente degenerata perché in fondo, in questo mondo, pare vinca la regola del “per rimediare qualcosa sono pronto a tutto”.

E’ un discorso ampio, generale, che molti troveranno noioso ma che mi sento di fare, perché se si vuole cambiare e migliorare è il caso di iniziare a dire esplicitamente cosa non va anche per vedere chi, davvero, ha interesse a lavorare e bene per questo “nostro piccolo mondo”.

Dai Comitati alle società, sinceramente fatico a vedere un progetto a lungo termine, e volto a quello che è lo spirito del Settore Giovanile, cioè la crescita dei ragazzi, gli insegnamenti, il divertimento. Qui la gara è a creare sempre più campionati in cui conta vincere, ad ogni costo, a fare rose e squadre di 25-30 giocatori, a togliersi i giocatori a vicenda come fossero star di Serie A.

Questo era e resta un gioco, ma forse ormai un gioco non lo è più per nessuno, troppi interessi e troppa voglia di tirare fuori, da questo gioco, il proprio tesoretto.

Quando giocavo, quando ho iniziato a seguire questo calcio giovanile, erano altri i valori importanti. C’erano ragazzi che iniziavano la Scuola Calcio nella squadra del quartiere e finivano per giocarci in Prima squadra, che fosse Eccellenza, Promozione o Serie D poco importava, quella era la loro squadra, non importava se quell’anno faceva i regionali, l’Elite o i Provinciali, loro erano quella squadra. Oggi no. Oggi si cerca, anno dopo anno, qualcosa di più. Si cresce in una squadra e poi per guadagnare una categoria, si lasciano amici e dirigenti che ti hanno cresciuto, perché un campionato d’Elite in fondo è l’unica cosa che conta.

Un tempo la firma del cartellino era una pura formalità, in fondo era scontato che si rimanesse nella propria squadra, a meno che non ti avesse chiamato la Lazio o la Roma dell’epoca. Oggi no.

Oggi non passa giorno in cui non si parla di conferme, di acquisti di ragazzi di 14-15 anni, di foto e annunci come se fosse sbarcato il nuovo Maradona. Oggi questo calcio non ci piace.

Non ci piacciono i dirigenti che invece di pensare al bene dei ragazzi pensano ai propri tornaconti personali, non ci piacciono quei dirigenti che hanno rispetto pari a zero per il tuo lavoro, ma se ti incontrano non lesinano quel sorriso di facciata.

E non ci piacciono tutti coloro che ruotano attorno a questo mondo, ma che dell’etica non conoscono neanche il significato. Non ci piace vedere i famosi “piottari” farsi belli sulle tribune di calcio giovanile in cerca del genitore scemo di turno da spennare, perché vuoi mettere far fare un provino ad un ragazzo per una professionista? Alla fine, poi, ci sarà sempre chi ci cascherà, perché d’altronde non possiamo pretendere che tutti riescano a ragionare prima di farsi guidare dall’illusione di avere in casa il nuovo fenomeno da Serie A.



E’ un mondo che non è più quello di cui ci eravamo innamorati, ma è un mondo nel quale rimaniamo con la ferma intenzione di cambiarlo, anche un minimo, perché in fondo siamo ancora dei poveri innamorati.

Per carità, non pensiamo che il nostro lavoro sia tanto importante da far cambiare atteggiamento a chi tiene le fila di questo mondo, però abbiamo il dovere di dire la nostra e comportarci di conseguenza.

Crediamo ancora, in fondo, che giocare bene sia più importante di vincere, che dare l’esempio sia meglio di vincere una partita a tutti i costi, perché questo è settore giovanile, perché non potete invitare i vostri giocatori e figli a buttarsi in area per “rubare” un rigore e poi prendervela se lo stesso atteggiamento, quel ragazzo, lo avrà nella vita di tutti i giorni.

Credo che nel corso del tempo, degli ultimi anni, la possibilità per qualcuno di fare soldi e guadagnare posizioni in questo ambito abbia di fatto liberalizzato qualsiasi tipo di comportamento. Dal dirigente pronto a tutto per accaparrarsi la firma di un ragazzo all’allenatore che se ne frega dei principi del gioco per inseguire quei tre punti fino ai genitori, pronti a scagliarsi contro arbitri, avversari ed allenatori, perché in quel momento di ostacolo alla fioritura del figlio, futuro campione.

Credo sia necessario darsi una calmata, rimettere la testa a posto, capire cosa si sta facendo e perché.

Questo nostro splendido calcio giovanile sta lentamente morendo, cercate di non essere coloro che gli infliggeranno il colpo letale. Fateci ancora amare questo sport…



Un giornalista ancora innamorato di questo sport

Alessandro Grandoni[/QUOTE][/POSTQUOTE]

Tutto assolutamente condivisibile ed un plauso a Grandoni è d'obbligo.

Però sarebbe meglio tornare ad un giornalismo d'assalto,quello che scava e non si ferma.
Quello che quando "scova" i soliti "furbetti" li sbatte in prima pagina,senza se e senza ma.
Ma questo in senso generale ed assolutamente non rivolto a Grandoni o alle testate per cui scrive.
Purtroppo la "stampa" in generale, mi sembra ormai abbastanza prona al potere ed a chi lo esercita; incapace di essere la coscienza "popolare" si è ridotta a mero portavoce del malcostume ed dell'intrallazzo.
Quindi mi preoccuperi più di questo aspetto che del resto.

Questo credo sia la differenza tra "Giornalista" e giornalettaio..

Er resto de Carlino. (ma potrei anche chiamarmi Pasquino!!) [SM=g27989]



max
00venerdì 10 luglio 2015 08:16
Io invece penso che voi abbiate contribuito a tutto ciò, esaltando sulle vostre testate i ragazzi ,parlando di trasferimenti da una società all'altra facendo passare gli stessi come dei fenomeni di serie A.Spingendo i genitori a migrare ogni anno da una società di elite all'altra solo per avere più visibilità sulle vostre testate sia cartacee che digitali. Poi d'accordo con lei sui loschi personaggi che girano per i campi.Ecco il punto forse e proprio questo limitatevi a mettere i risultati e scoperchiate il losco. Saluti
sepolcri imbiancati
00venerdì 10 luglio 2015 14:34
Re:
Ma Grandoni c'è o ci fa? o pensa che la gente sia incapace di pensare Come fa ad ergersi a moralizzatore del sistema quando lui ne è parte integrante? quel malcostume che condanna trabocca dal suo sito.. quanta ipocrisia!
ipocrita
00venerdì 10 luglio 2015 15:03
Re: Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:129177514=sepolcri imbiancati, 10/07/2015 14:34]Ma Grandoni c'è o ci fa? o pensa che la gente sia incapace di pensare Come fa ad ergersi a moralizzatore del sistema quando lui ne è parte integrante? quel malcostume che condanna trabocca dal suo sito.. quanta ipocrisia!
[/QUOTE][/POSTQUOTE]


Sig. Grandoni, sei solo un ipocrita. Tu vivi e sopravvivi esattamente delle cose di cui scrivi. Sono la tua linfa vitale, la sostatnza stessa per cui dai un parziale senso alla tua giornata.
Ipocrita perchè "spunti ora nel piatto in cui mangi".... "lanci un sasso e nscondi la mano" .....A MENO CHE da domani dai seguito a quanto scritto attraverso una radicale evoluzione della testa per cui scrivi e che rappresenti, trasformandola in una testa di indagine, di confronto e di attacco. In tal caso sarò pronto a ritirare "le mie umili accuse".... [SM=g27989]
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