Re: Re: Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:121285707=COMPLIMENTI , 28/02/2013 11:36]
10 MINUTI DI VERGOGNA PER TUTTI QUELLI CHE HANNO SCRITTO IN QUESTA DISCUSSIONE GRAZIE.:
6. Aspetti psicologia della partita
Uno dei mezzi utilizzabili per effettuare verifiche e valutazioni, può
essere rappresentato anche dalla partita, la quale diventa per gli istruttori un
banco di confronto del lavoro svolto, mentre per il bambino questa è il
divertimento per eccellenza è un momento emozionante dove lui è il
protagonista per se, per i genitori, per noi istruttori, per i compagni ed
avversari. Il nostro compito è quello di lasciare questo momento puro
divertimento e di non caricare il bambino di responsabilità e aspettative
eccessive, è gioco e basta, il clima che dobbiamo creare intorno a questo
evento deve essere un clima positivo che faccia sentire i bambini a loro agio.
Per mettere in pratica quanto detto è inevitabile parlare della
considerazione dovuta al risultato della partita in quanto è parte
fondamentale del percorso di educazione allo sport. La gara è infatti una
competizione, una sfida, che da grandi motivazioni e questo è sicuramente un
aspetto molto positivo in quanto rappresenta un incentivo al miglioramento
psicologico individuale e di gruppo, chiaramente quando andiamo ad
affrontare una partita di calcio di qualsiasi livello, lo scopo, per chi scende in
campo, sarà quello di vincere, importante che questo sia fatto nel rispetto
delle regole e dell’avversario, quindi basse furberie (far giocare solamente i
bambini più bravi, non effettuare cambi o altro) messe in atto sono dannose
soprattutto per i bambini ma anche per gli istruttori in quanto contravvengono
ad una delle regole fondamentali da rispettare, ovvero dare il buon esempio.
Gli istruttori devono in prima persona credere nella necessità di non
considerare fondamentale la vittoria ad ogni costo, in quanto ciò che
veramente bisogna perseguire è la crescita, il miglioramento del bambino,
perché gestire una sconfitta facendo capire ai ragazzi che comunque si sono
fatte cose buone e pertanto si possono conseguire miglioramenti
indipendentemente dal risultato, avrà sicuramente risvolti positivi infatti con
questo tipo di mentalità di fronte ad un eventuale insuccesso ci si difende
meglio.
Dobbiamo focalizzare l’attenzione sul gruppo cioè il risultato negativo
non scaturisce per colpa dell’arbitro, del campo, o chissà da quali altre cause
esterne, ma deve essere interpretato come uno stimolo per migliorarsi e
comunque ci sono avversari che possono essere più bravi di noi, è parte del
gioco...”perdere è inevitabile, l’importante è non farci l’abitudine....” (G.
Agnelli).
Imparare a perdere...., ma importante è anche imparare a vincere,
ovvero enfatizzare eccessivamente un risultato positivo è negativo e di cattivo
esempio, certamente gioire e complimentarsi è una cosa importante in quanto
rafforza la fiducia in se stessi e l’autostima, ma analizzare che anche in una
prestazione vittoriosa ci sono stati errori e lacune è, secondo me, un esempio
a migliorarsi sempre.
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TUTTO VERO, L'UNICA COSA CHE TI SEI DIMENTICATO DI DIRE È CHE DARE LA POSSIBILITÀ AD OGNI BAMBINO DI RECLAMARE SU OGNI PALLONE NON È PROPRIO UNA BUONA CONDOTTA. ACCETTARE LE DECISIONI DI UN ARBITRO È FONDAMENTALE, INVECE VEDERE UN ISTRUTTORE NON DIRE E NE FERMARE UN BAMBINO DI 11 ANNI CHE IN CONTINUAZIONE CHIEDE UN FALLO E SE NON ACCONTENTATO,SIA CON GESTI CHE CON PAROLE POCO CARINE OFFENDE UN ARBITRO, PER ME È MOLTO PIÙ GRAVE DI QUANTO PROVI A FAR CAPIRE CON TUTTA QUESTA PSICOLOGIA.
PERCHÉ SI TRATTA DI EDUCAZIONE E NON SOLTANTO CALCISTICA.
MI RIPETO ERO PRESENTE AL CAMPO DOMENICA, E SENTIRE UN ISTRUTTORE CHE A FINE PARTITA CERCAVA SOLO GIUSTIFICAZIONI PERSONALI DANDO ALIBI AI PROPRI GIOCATORI E NON FACENDO UN MINIMO ACCENNO A QUANTO QUESTI ULTIMI SI ERANO E SI STAVANO COMPORTANDO.
QUINDI TUTTO VERO... MA PURTROPPO NON È COSÌ PER TUTTI.