Tavecchio, presidente della LND fa sequestrare un link che lo offendeva

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passante
00sabato 15 agosto 2009 12:01
ho sempre più la convinzione che siamo in presenza di una cupola.
quand'è che i giornalisti smetteranno di fare i cronisti e si metteranno a fare i giornalisti?
calcionapoletano.it
00sabato 15 agosto 2009 12:06


E' uscito l'editoriale di Marco Pompeo, uno scritto appassionato, limpido e per certi aspetti drammatico nel descrivere i comportamenti del palazzo, degli editori e giornalisti lacchè di ogni sistema. Lo pubblichiamo per intero sicuri di portare aria fresca in questi stagnanti ambienti (calcio e giornali).

Un calcio Ta...vecchio

Non ce ne voglia nessuno, non si alzi alcun polverone inteso a coprire il tappeto sul quale si è sdraiata la dignità professionale ed il sacro furore di troppi esimi colleghi. Siamo amareggiati, arrabbiati, offesi, incazzati ma non ci sentiamo ne sconfitti ne messi all’angolo. Quando abbiamo scelto di scrivere di sport, di quello dilettantistico in particolare, l’abbiamo fatto perché mossi dalla passione e dalla voglia di avvicinare la gente al puro e semplice carattere ludico del gioco del calcio, abbiamo scelto un rettangolo verde fertile di valori. Prima che si credi che io stia farneticando, bisogna capire il perché di questo editoriale.
Sabato scorso sono venuto a conoscenza, insieme a la redazione tutta, di un ennesimo caso agghiacciante che ha coinvolto il nostro mondo. Il sito agenziocalcio.it (per chi non lo conoscesse, Agenzia Calcio è un ottimo prodotto editoriale che si occupa esclusivamente di calcio dilettantistico) ha ricevuto una raccomandata dallo studio legale del noto avvocato Mattia Grassani, professionista conosciuto dai più per aver difeso molte società e calciatori di massima serie, che a nome della Lega Nazionale Dilettanti e del sig. Carlo Tavecchio, attuale reggente della stessa, intimavano con tono perentorio la cancellazione di alcuni articoli dal portale calcistico perché, a loro dire, artatamente falsi e lesivi dell’immagine della Lega Dilettanti, del neonato Centro Servizi e dello stesso Tavecchio. Si arrivava persino a lamentarsi delle opinioni lasciate dagli utenti iscritti al blog, secondo l’avvocato si sarebbe dovuto fare opera di “moderazione” (in pratica cancellare i messaggi più scomodi). Infine si diffidava la redazione di Agenzia Calcio dal perpetrare l’atteggiamento tenuto fin lì.
Sarò un cronista vecchio stile ma quando ho letto la missiva dello studio legale per partito preso, lo ammetto, mi sono subitaneamente schierato dalla parte dell’informazione libera credendo di trovarmi di fronte al più becero dei comportamenti del potente che usa la coercizione per tapparti la bocca. Poi, invece, ha prevalso la voglia di capire, di sapere, di scoprire la notizia. Quello che ne è venuto fuori è stato peggio di quello che avevo immaginato. Immediata quindi la comunicazione al direttore Marco Maffeis della solidarietà della redazione di Calcionapoletano. Sì, signori. Calcionapoletano è schierato da sempre al fianco del giornalismo, quello vero, quello reale, quello che non dimentica il principio cardine del nostro mestiere. Fare giornalismo significa diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto, amici miei, è propaganda. Noi non facciamo propaganda, siamo amici di tutti e lacchè di nessuno.
Personalmente sono stufo di colleghi che rincorrono l’opinione corrente, non avendone mai una propria. Persone capaci solo di infastidirsi della concorrenza, uniformata per altro alla stessa corrente. Giornalisti malati di democrazia che accodano il proprio giudizio a quello collettivo. Per miseria interiore, per incapacità di una posizione o volontà di meretricio, quale che sia il movente il disgusto dovrebbe stravolgerci a tal punto da farci, non dico rinsavire, ma almeno fermarci un attimo a riflettere.
Avevo pensato di fare un “pezzo” con le opinioni di illustri addetti ai lavori, poi mi sono scontrato con quel muro di omertà tipico delle organizzazioni gerarchiche e centaralizzate. Allora, d’accordo con la redazione, abbiamo deciso di seguire con una serie di articoli la vicenda. Il silenzio assordante dell’ordine, dell’Ussi (che viceversa strige la mano del padrone), degli altri colleghi ci sembra vigliaccheria. Noi non siamo fatti così. Noi crediamo fermamente che il giornalista debba portare alla luce notizie, il lettore e soltanto lui è giudice del nostro operato. Il signor Tavecchio avrebbe potuto scegliere la strada del chiarimento, chiedere un’intervista ad Agenzia Calcio, scrivere egli stesso una replica. Ha preferito attaccare, intimorire, diffondere panico in una piccola redazione che viceversa cerca di portare alla ribalta proprio il mondo dilettantistico rappresentato dal suddetto. Calcionapoletano tenterà allora di fare chiarezza, invitiamo sin da ora lo stesso Tavecchio per un intervista, e nei prossimi giorni cercheremo di farvi capire il perché di questa querelle, mostrandovi i fatti. Voi siete e sarete sempre per noi unici giudici

*
passante
00lunedì 17 agosto 2009 10:21
come lavorano le feriali!!!
PRECISAZIONE SU DIFFAMAZIONE A MEZZO INTERNET CONTRO LA LND - 14/08/2009

La Lega Nazionale Dilettanti rende noto che il Tribunale penale di Bergamo, nella persona del Giudice delle Indagini Preliminari, dr. Vitti, in accoglimento della richiesta del Pubblico Ministero, dr. Pavone, il 7 agosto 2009 ha emesso decreto di sequestro preventivo del link riportante un allegato in pdf pubblicato sul sito www.agenziacalcio.it, nel quale erano contenute espressioni diffamatorie e documenti violativi della legge sulla privacy nei confronti del proprio presidente, rag. Carlo Tavecchio, e della medesima LND, attività riconducibili a tale sig. Danilo Filippini. Il responsabile del sito intestato alla Kines Srl, sig. Marco Maffeis, nei cui confronti è stato eseguito dalla Polizia Postale questa mattina il sequestro, esprimendo “profonda meraviglia” in ordine al provvedimento in questione, ha declinato ogni responsabilità relativamente all’accaduto. Presso la succitata Autorità Giudiziaria pende, inoltre, procedimento penale per i reati che la Procura della Repubblica ravviserà nei comportamenti descritti, nell’ambito dei quali il presidente Carlo Tavecchio e la Lega Nazionale Dilettanti risultano persone offese. Si fa, infine, presente che ogni eventuale analoga iniziativa da parte di terzi, attraverso qualsivoglia mezzo di comunicazione, informazione, sito internet o altra forma di diffusione, verrà immediatamente segnalata all’Autorità Giudiziaria competente, con ogni conseguenza sotto il profilo penale, nonché risarcitorio in sede civile in capo a tutti i soggetti responsa
curioso
00lunedì 17 agosto 2009 14:06
che sono le feriali?
avvocato
00mercoledì 19 agosto 2009 09:15
le feriali son la pacchia degli studi legali più agguerriti, durante le vacanze lavorano molti giudici di solito disoccupati che sono per così dire malleabili per cui si riescono a far passare provvedimenti che in ordinaria non passerebbero mai.
agenziacalcio
00mercoledì 19 agosto 2009 18:19
Chiedere se Tavecchio è stato eletto legalmente è diffamazione?
Mi rivolgo alla Lega Nazionale Dilettanti al Consiglio di Presidenza, al Direttivo e a tutti gli organi in rappresentanza delle Società dilettantistiche le azioniste della LND. Di fronte ad un documento agghiacciante che sembrerebbe dimostrare l'ineleggibilità di Tavecchio, documento pubblicato autonomamente dal Sig. Filippini, che scrive testualmente " ...assumendomi ogni responsabilità civile e penale" il nostro dovere è di informare evitando qual si voglia censura.

Perchè la Lega Nazionale Dilettanti (capiamo il sig. Tavecchio) vuole non si conosca, che non diventi dominio pubblico e ne chiede il sequestro preventivo ? (nota bene: preventivo).

Agenzia Calcio ha dato risonanza alla notizia e quindi il Sig. Tavecchio dal suo organo ufficiale minaccia i suoi adepti a non permettersi nemmeno di pensare al problema di ineleggibilita':
"Si fa, infine, presente che ogni eventuale analoga iniziativa da parte di terzi, attraverso qualsivoglia mezzo di comunicazione, informazione, sito internet o altra forma di diffusione, verrà immediatamente segnalata all’Autorità Giudiziaria competente, con ogni conseguenza sotto il profilo penale, nonché risarcitorio in sede civile in capo a tutti i soggetti responsabili" www.lnd.it/index.php?page=nws_show&id_lnd_news_cat=1&id_lnd_ne...

Al di là delle minacce presenti nel documento diffuso dalla Lnd, dove la volontà minatoria e diffamatoria nei miei confronti è palese, (che sia allergia?) si continua a constatare che da parte della direzione della LND manca la volontà di verità, di chiarezza su un fatto grave (a che pro se non contro le società?) cioè l'ineleggibilità del Sig. Tavecchio. Perchè qui la questione è solo una: se il documento pubblicato da Filippini è falso (se è falso siamo i primi a gioirne ed essere solidali con il sig. Tavecchio) perchè non dirlo semplicemente? Se invece (come il silenzio farebbe credere) le condanne dei Tribunali Italiani verso Tavecchio sono vere, come può il Consiglio di Presidenza ed il Direttivo ignorare la questione? Perchè in virtù di questa ineleggibilità non ne chiedono le dimissioni? Possono gli uomini del Consiglio (tutti i Presidenti Regionali) fingere di non sapere e guardare altrove? Se la sentono di proteggere qualcuno anche se il farlo significa tradire la fiducia delle Società iscritte, l'azionariato? Perchè se è vero (e finchè non si dimostra il contrario sembrerebbe vero) significa che ogni anno il sig. Tavecchio ha dichiarato il falso nell'autocertificazione di onorabilità .

Informo Il Consiglio di Presidenza ed il Consiglio Direttivo, e l'ufficio stampa Lnd, che nonostante abbiate citato solo il sottoscritto ed AgenziaCalcio.it, sono in decine di giornali web e di blog ad aver pubblicato la fedina. ....ma a loro non siete allergici.

Marco Maffeis
agenziacalcio
00lunedì 31 agosto 2009 08:01
Tavecchio non risponde e pensa a come lavar lo sporco
Illuminante rilettura degli auguri pasquali

Siamo in attesa che il Sig. Tavecchio dichiari se le condanne avute dai Tribunali italiani siano reali o immaginarie. Ci sembra d'intravvedere una strategia del silenzio e delle minacce come se il non parlarne fosse la soluzione al problema. Ma il silenzio è una sorta d'ammissione di colpa. Qui la soluzione è molto semplice, smentire in modo ufficiale o dimettersi. Nel frattempo è interessante la rilettura che ci è giunta in redazione dall'amico Virgilio e da un dirigente del Seregno, dove ci suggeriscono di leggere un passaggio dei saluti augurali fatti da Tavecchio a fine marzo 2009, due settimane dopo l'elezione con gli intendimenti del suo mandato. Scrive Tavecchio: "Chiederemo, inoltre, di approfondire le questioni di ineleggibilità e di incompatibilità alle cariche elettive federali, ma anche di rivedere con attenzione il Codice di Giustizia Sportiva, ristudiando l’articolato normativo soprattutto nelle materie collegate alle complesse e macchinose procedure che si riflettono sul mondo dilettantistico."

Ora ci spiace deludere il Sig. Tavecchio ma quella norma delle Noif è una garanzia per tutti, è stata pensata a tutela del calcio, prima fra tutti per le famiglie ed i ragazzini che si avvicinano al calcio, poi per le società e per la vita stessa della LND e della Federazione. Permettere a chiunque di salire alle cariche federali anche se condannato per qualsiasi reato sarebbe non solo sbagliato ma vergognoso, e di vergogna ci pare ce ne sia agià a sufficienza.

Nei prossimi giorni porremo una domanda diretta su ogni condanna, e ci aspettiamo di ricevere da Tavecchio una smentita scritta dove dica che è pronto a dimettersi nel caso si dimostrasse il contrario. (Ricordiamo che la Lega sarebbe parte lesa dall'agire di Tavecchio) .

L'editore e la redazione ringraziano per le decine di sms, fax e lettere di sostegno, di complimenti e inviti a non mollare. Ringraziamo anche per i messaggi cifrati, e per quelli anonimi che finiscono nel cestino senza esser letti.

*
calcionapoletano.it
00mercoledì 9 settembre 2009 09:41

Tavecchio, il cerchio si stringe. Il sistema sta per scoppiare?
7 Set 2009 | Di Marco Pompeo

I tempi cominciano ad essere maturi. Finite le vacanze, terminate le sbornie da solleone, tutti ritornano a lavoro e, cosa buffa, si accorgono che qualcosa non quadra. Calcionapoletano non dimentica di aver fatto una promessa ai propri lettori e con questo spirito continua a scavare, a cercare, a fare domande, a chiedere avidamente risposte. Ci ostiniamo a ribadire che aneliamo la replica di chi in questa vicenda è coinvolto. Se, sbadatamente, si crede che in una redazione di giornalisti sportivi non si sappia fare inchiesta allora ci si sbaglia. Il sottoscritto (ma non solo il solo) prima che essere un cronista sportivo, è e rimane un giornalista di cronaca che si è formato facendo inchieste, che in una città come Napoli inevitabilmente significa scontrarsi con la Camorra. Noi, da sempre, portiamo avanti con convinzione la linea dell’informazione prima di tutto e sopra ogni cosa. La verità, si dice, ci renderà liberi.
Così, da quando ci siamo interessati del caso Tavecchiopoli, è scoppiato il vociare, l’intensificarsi di chiamate e testimonianze tutte accomunate da una frase “sia chiaro… le sto facendo una confidenza, non mi rovini”. Ci spiace, lo ribadisco, che il piccolo grande quotidiano Calcionapoletano sia l’unico che si stia interessando alla vicenda, anche se, ne siamo certi, le cose stanno per cambiare. Un piccolo sasso caduto dal cucuzzolo della montagna sta per diventare una valanga. In queste settimane in cui il direttore di Avvenire si è dovuto dimettere per un rinvio a giudizio, beh le analogie le lascio ai lettori. Quelle che per noi erano semplici domande, che lo stesso ragioniere Tavecchio avrebbe potuto (e può) zittire con delle risposte forse anche banali, stanno diventando una tempesta che il silenzio del reggente della LND non fa che alimentare preferendo accompagnare la Nazionale italiana in Georgia, mostrandosi in Tv accanto ad Abete e Macalli.
Di stamane l’ultima testimonianza che non può non lasciare dubbi, un dirigente di una squadra dilettantistica che quasi ci chiede aiuto: «Siete sulla pista giusta, tutto quello che avete scritto è vero. C’è un sistema che ci sta letteralmente massacrando, anche sull’acquisto della nuova sede con i nostri soldi, un mutuo che paghiamo noi. Il sistematico sfruttamento delle multe, soldi tolti dalle nostre tasche. Il centro servizi che ci impone di pagare cifre vertiginose e poi il business dell’omologazione dei campi. Quello che più allucinante è, poi, la sottoscrizione del Certificato di Onorabilità col quale noi dirigenti sportivi affermiamo di non aver subito condanne passate in giudicato, soprattutto in materia fiscale. Continuate e troverete la vera sorpresa».
Lungi da noi attribuire qualità di pentito doc a questo dirigente che preferisce restare anonimo. In tutta sincerità chi accetta di sedersi ad un tavolo dove le regole sono palesi, così come confermato da questo signore, non ha il diritto di lamentarsi perché dalle mie parti in questo caso si parla di collusione. Lungi da noi, quindi, credere che questa sia la verità, ma a questo punto vogliamo una secca quanto articolata risposta alle nostre domande. Se sono state dette tante bugie e fanadonie, smascheriamole insieme.
Noi vogliamo capire cosa sta succedendo ad un mondo, quello del calcio dilettantistico, che dovrebbe essere l’espressione più limpida e pulita del mondo del Calcio.
Ragioniere, ci aiuti a spazzare via ogni dubbio e facciamo si che questo splendindo gioco resti esattamente quello che è e sempre dovrebbe essere a livello dilettantistico… un gioco.

Art. 22 bis NOIF
Disposizioni per la onorabilità

1. Non possono assumere la carica di dirigente di società o di associazione (art. 21, 1° comma, N.O.I.F.), e l’incarico di collaboratore nella gestione sportiva delle stesse (art. 22, 1° comma, N.O.I.F.), e se già in carica decadono, coloro che si trovano nelle condizioni di cui all’art. 2382 c.c. (interdetti, inabilitati, falliti e condannati a pena che comporta l’interdizione dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi) nonché coloro che siano stati o vengano condannati con sentenza passata in giudicato per i delitti previsti dalle seguenti leggi:
- Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell’amministrazione controllata (Legge 16.3.1942, n. 267).
- Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della
prostituzione altrui (Legge 20.2.1958, n. 75).
- Disposizioni contro la mafia (Legge 31.5.1965, n. 575).
- Norme di attuazione dell’art. 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete (Legge 25.1.1982, n. 17).
- Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestine e tutela alla correttezza nello svolgimento di competizioni agonistiche (Legge 13.12.1989, n. 401).
- Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di pericolosità sociale (Legge 19.3.1990, n. 55).
- Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope (D.P.R.
9.10.1990, n. 309).
- False comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.).
- Violazione di obblighi incombenti agli amministratori (art. 2623 c.c.).
- Prestiti e garanzie della società (art. 2624 c.c.).
- Violazione di obblighi incombenti agli amministratori di S.p.A. e S.r.l. (art. 2630 c.c.).
- Violazione del divieto di sottoscrizione di azioni proprie (art. 2630 bis c.c.).
- Delitti contro la pubblica amministrazione di cui agli artt. 314 (peculato), 316 (peculato mediante profitto dell’errore altrui), 316 bis (malversazione a danno dello Stato), 317 (concussione), 318 (corruzione per atto d’ufficio), 319 (corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio), 319 ter (corruzione in atti giudiziari), 320 (corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio), 321 (pene per il corruttore) e 322 (istigazione alla corruzione) c.p.
- Delitti contro la fede pubblica (artt. 453-498 c.p.).
- Delitti contro il patrimonio (artt. 624-648 ter c.p.).
- Delitti associativi di cui agli artt. 416 e 416 bis c.p..
- Disposizioni penali relative alle armi da guerra e clandestine. Art. 22 bis

2. Le incompatibilità e le decadenze previste dal comma che precede cessano con il conseguimento, da parte degli interessati, della riabilitazione deliberata dal competente organo dell’autorità giudiziaria ordinaria. Al fine del successivo tesseramento gli interessati debbono preventivamente formulare documentata istanza alla F.I.G.C..
3. Restano sospesi dalla carica di dirigente di società o di associazione e dall’incarico di collaboratore nella gestione delle stesse coloro che vengano condannati, ancorché con sentenza non definitiva, per uno dei delitti previsti dalle leggi indicate al comma precedente. La sospensione permane sino a successiva sentenza assolutoria.
4. Restano altresì sospesi dalla carica coloro che vengono sottoposti a misure di prevenzione (Legge 27.12.1956, n. 575) o a misure di sicurezza personale (art. 215 c.p.). La sospensione permane sino alla scadenza della misura o alla revoca della stessa.
5. In caso di emissione di provvedimento restrittivo della libertà personale, anche per reati diversi da quelli previsti nella precedente elencazione, opera parimenti la sospensione dalla carica sino alla remissione in libertà.
6. All’atto della richiesta di tesseramento (art. 37) e quale imprescindibile condizione dello stesso, i dirigenti di società o di associazione ed i collaboratori nella gestione sportiva delle stesse debbono espressamente dichiarare di non trovarsi in alcuna delle incompatibilità previste dal primo comma del presente articolo. La dichiarazione deve essere prodotta nella forma della autocertificazione e deve avere sottoscrizione autenticata ai sensi dell’articolo 20 della Legge 4 gennaio 1968, n. 15.
I soggetti suindicati, ove sia intervenuta o intervenga a loro carico sentenza di condanna anche non definitiva o siano colpiti da provvedimento restrittivo della libertà personale, sono tenuti a darne immediata comunicazione alla Lega od al Comitato competente.
Per le società ed associazioni che svolgono attività in ambito regionale e provinciale l’obbligo di cui alla prima parte del precedente comma grava esclusivamente sui Presidenti delle società ed associazioni stesse, i quali debbono anche dichiarare l’assenza di condizioni di incompatibilità degli altri dirigenti e dei collaboratori.
7. In caso di mendace dichiarazione all’atto del tesseramento o di omessa immediata comunicazione della sentenza di condanna anche non definitiva, i soggetti interessati incorrono nella decadenza dalla carica o dall’incarico ed il loro tesseramento viene revocato.
agenzia sport
00giovedì 10 settembre 2009 08:51
7 domande a Tavecchio
7 domande che se non trovano risposta non possono che portare alla dichiarazione di ineleggibilità del presidente Tavecchio
Egregio Sig. Tavecchio,
la invitiamo a rispondere alle nostre 7 domande:

1. Lei è a conoscenza delle norme federali, delle Noif, e dell'impossibilità di ricoprire qualsiasi incarico federale se precedentemente condannati?
2. Può negare che la Corte d'Appello di Milano nel luglio del 1970 ha confermato la sentenza del Tribunale di Como che l'aveva condannata per falsità in titolo di credito a quattro mesi di reclusione ?
3. Può negare che in data 29/11/1994 il Tribunale di Como sentenziò a suo carico per evasione in materia d'imposte sui redditi e sull'Iva? (Sentenza che la condanna a mesi 2 GG 28 di reclusione e lire 3.200.000 di multa pena condonata ai sensi del D.P.R. 22/12/1990 n: 394 )
4. Può negare che nel luglio del 1996 fu emessa una sentenza a suo carico dal Pretore di Como per omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali?
5. Può negare che ha subito una condanna di 3 mesi di reclusione e lire 620.000 di multa e che la reclusione è stata sostituita con lire 6.750.000 dal Gip della Pretura di Como?
6. Può negare che è stato condannato per violazione delle disposizioni in materia di smaltimento rifiuti, a 20 giorni d'arresto, arresto sostituito con lire 1.500.000 d'ammenda?
7. E' mai stato condannato per abuso d'ufficio?

REGIORGIO
00venerdì 25 ottobre 2013 17:22
Re: 7 domande a Tavecchio
[POSTQUOTE][QUOTE:96971034=agenzia sport, 10/09/2009 08:51]7 domande che se non trovano risposta non possono che portare alla dichiarazione di ineleggibilità del presidente Tavecchio
Egregio Sig. Tavecchio,
la invitiamo a rispondere alle nostre 7 domande:

1. Lei è a conoscenza delle norme federali, delle Noif, e dell'impossibilità di ricoprire qualsiasi incarico federale se precedentemente condannati?
2. Può negare che la Corte d'Appello di Milano nel luglio del 1970 ha confermato la sentenza del Tribunale di Como che l'aveva condannata per falsità in titolo di credito a quattro mesi di reclusione ?
3. Può negare che in data 29/11/1994 il Tribunale di Como sentenziò a suo carico per evasione in materia d'imposte sui redditi e sull'Iva? (Sentenza che la condanna a mesi 2 GG 28 di reclusione e lire 3.200.000 di multa pena condonata ai sensi del D.P.R. 22/12/1990 n: 394 )
4. Può negare che nel luglio del 1996 fu emessa una sentenza a suo carico dal Pretore di Como per omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali?
5. Può negare che ha subito una condanna di 3 mesi di reclusione e lire 620.000 di multa e che la reclusione è stata sostituita con lire 6.750.000 dal Gip della Pretura di Como?
6. Può negare che è stato condannato per violazione delle disposizioni in materia di smaltimento rifiuti, a 20 giorni d'arresto, arresto sostituito con lire 1.500.000 d'ammenda?
7. E' mai stato condannato per abuso d'ufficio?

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