Dramma Tor Tre Teste: Roberto Ielasi muore in un incidente stradale prima della gara di Tor Lupara
Morire a 19 anni è un’ingiustizia. Morire a 19 anni mentre stai raggiungendo un campo da calcio per praticare la tua passione più grande, il calcio, è ancora più crudele. Ed è proprio questo che il fato ha riservato per Roberto Ielasi, calciatore diciannovenne della Nuova Tor Tre Teste, che ieri mattina ha perso la vita in un tragico incidente stradale mentre si stava recando a Fontenuova, per rispondere alla convocazione della prima squadra rossoblu, dopo aver giocato sabato pomeriggio a Lavinio con il Dilettanti Falasche. Secondo una ricostruzone approssimativa Roberto avrebbe perso il controllo della sua auto, una minicooper, mentre percorreva il Grande Raccordo Anulare. Impatto violentissimo, con il giovane talento del vivaio di via Candiani che decedeva sul colpo, rendendo vani i primi soccorsi. Il ritardo aveva preoccupato la dirigenza della Tor Tre Teste, l’allenatore Alfonso Greco e tutti i suoi compagni di squadra. Mai, in tutta la sua giovane carriera, Roberto aveva mancato una convocazione senza preavviso. E purtroppo, un’ora dopo il raduno della squadra presso il Comunale di Tor Lupara, praticamente in concomitanza con il fischio d’inizio della gara, la tragica verità: Roberto non c’era più. Il primo a venire a conoscenza della tragica verità è stato Alessio Di Bisceglia, avvertito dal padre dello sfortunato giovane, che però non era presente al campo. Il Presidente rossoblu ha immediatamente avvertito il padre Antonio, patron della società di via Candiani, che ci commenta come ha vissuto quei tragici momenti: “Quando Alessio mi ha comunicato la notizia - racconta - sono scappato dal campo per precipitarmi al Policlinico Gemelli. Stiamo vivendo una vera tragedia, penso alla sua famiglia, che in questo momento sta vivendo questo immenso dolore”. Un Antonio Di Bisceglia emozionato, che ricorda il Roberto ragazzo prima che il Roberto calciatore: “Un ragazzo solare, uno di famiglia, era legatissimo al nostro ambiente. E’ voluto rimanere alla Tor Tre Teste nonostante le numerose offerte. Eravamo già preoccupati perché raramente arrivava in ritardo, era sempre puntualissimo. Non ci sono parole, non mi sembra ancora vero quello che è successo. Continuo a pensare alla sua famiglia, adesso ci sono loro in cima ai miei pensieri”.
Incredulità, stordimento, le stesse sensazioni che sta provando in questo momento Alfonso Greco, tecnico che ha allenato il giovane negli ultimi tre anni, condividendo le gioie del titolo Regionale Juniores e dello scudetto nella stagione 2007/08: “E’ una mazzata incredibile - dichiara con la voce tremolante il mister - Era un ragazzo d’oro, in pratica il mio secondo. In panchina stava seduto sempre vicino a me, dava consigli ai suoi compagni”. Poi Greco sposta la sua attenzione sulle sensazioni che hanno accompagnato la terribile mattinata di ieri: “Avevo capito che c’era qualcosa di strano già quando non ‘avevo visto al campo - confida - Non era da lui, inoltre il fatto che non rispondesse al cellulare mi aveva lasciato più di qualche perplessità. Ed anche i suoi compagni sembravano aver avvertito che era accaduto qualcosa. Sembravano imbambolati. Poi negli spogliatoi ci hanno comunicato cosa era successo e siamo corsi subito all’ospedale”.
Con la voce rotta dal pianto Fabio Biagi, allenatore della Juniores, l’ultimo ad aver visto Roberto calcare un campo di calcio, sabato pomeriggio in casa del Dilettanti Falasche, ricorda Roberto: “Era la mia voce in campo. Ieri pomeriggio (sabato, ndr) contro il Falasche e con un uomo in meno ha preso per mano la squadra. Era un leader nello spogliatoio e fuori, un ragazzo meraviglioso. Dopo la partita mi ha regalato un abbraccio lunghissimo, è un’immagine che mi porterò sempre nel cuore. Dobbiamo essere forti, dobbiamo stare vicino agli altri ragazzi. Quello che è accaduto è una tragedia che difficilmente si può superare. Ora c’è bisogno di uomini più che di allenatori, che riescano a fare andare avanti questi giovani che hanno perso un amico”. Per Biagi si tratta di una tragedia nella tragedia: c’era lui alla guida della Romulea quando una pancreatite si portò via Federico Santolini, portiere classe ‘94. Chiudiamo con due grandi estimatori di Roberto, i Ct della Nazionale Dilettanti Under 18 Roberto Polverelli e quello della Rappresentativa Regionale Massimo Mutalipassi. Il primo lo ricorda come “un ragazzo d’oro, solare. Mi rimarrà sempre nel cuore, perchè era speciale”. Il secondo si limita a definirlo “un ragazzo favoloso”, prima di bloccarsi per la commozione. Due parole che comunque bastano per definire Roberto, una persona eccezionale. Ed anche chi scrive, che ha avuto la fortuna di poterlo conoscere, non può che unirsi a questo dolore, ricordarlo con grande affetto e stringersi vicino, con il cuore, alla sua famiglia.
[ diego cavaliere ]
