La tratta delle promesse, quando il calcio può diventare un incubo...

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misterc22
00martedì 29 giugno 2010 23:33
dal sito del Corriere Laziale

IL CASO -
Una triste storia all’italiana. Del sogno che diventa incubo, di cinquanta giovani calciatori approdati in Toscana con una valigia di speranze. Fare esperienza, crescere e diventare un professionista. Sforzi, sacrifici, patimenti. Siamo in Italia, nel terzo millennio, la valigia non è di cartone e a tenerla non c’è uno spago, ma la miseria umana è sempre la stessa. Quando il campo di calcio diventa di lavoro, correre e calciare sopravvivendo tra scarsa quantità di cibo e d’igiene. Venivano dal sud, li hanno trattati come profughi. Era il 2008 e nel loro destino concepivano solo il calcio, l’orgoglio dei genitori si tramutava in qualche soldo in più per le levarsi uno sfizio, sfizi come lavare i propri vestiti o mangiare un pasto caldo in un locale, la sera tardi, magari dopo la partita quando la cucina era ormai chiusa. Erano arrivati con le migliori intenzioni, il bracconiere di turno li aveva sedotti con vitto, alloggio, scuola e un futuro radioso ad illuminare il loro cammino calcistico. Ma spesso la soglia tra promessa e illusione è sottile, troppo sottile, e così ad accoglierli in Toscana c’era solo il tesseramento con diverse società locali, per il resto: poco cibo (pasta mischiata, un bastoncino di pesce, frutta a pranzo o a cena, mezza fettina di carne alla settimana), poca pulizia, poca istruzione e per qualcuno proprio niente. Lo hanno raccontato i protagonisti di questa storia scioccante, ragazzi dimagriti dai dieci ai quindici chili, tra chi era costretto ad usare le proprie risorse economiche per lavarsi i vestiti e chi per mangiare un panino per saziarsi. La Procura federale della FIGC sta indagando, vuole vederci chiaro in una vicenda che mina seriamente la serenità, talvolta precaria, del settore giovanile. A muovere i fili del teatrino sembra ci fossero Antonio Improta, talent scout, e la società “Mondo Sport” di Poggibonsi. Era lui a reclutare i giovani virgulti del Sud (campani, siciliani, pugliesi), offriva sostegno, prometteva ma non manteneva. Sembra che scommettesse, non sui ragazzi ma con i ragazzi. Vincere per una doppia razione di cibo, in caso di sconfitta 10 euro a testa finivano nelle tasche dell’Improta. Equo no? Si mangiava in uno scantinato, con la figlia del talent scout e il suo fidanzato, a cucinare era la moglie. Immagine sudicia di un gioco che è diventato sporco. Decine e decine di audizioni, la Procura ha raccolto le testimonianze di tutti: giocatori, genitori e dirigenti di quattordici società toscane: Rondinella, Colligiana e Lanciotto, poi scagionate, Certaldo, Montelupo, Maliseti, Gracciano, San Donato Tavarnelle, Vicchio, Audace Galluzzo, Dlf Firenze, Lastrigiana e Sansovino. Oggi a Coverciano, la commissione disciplinare della FIGC, presieduta da Carmine Compagnini tenterà di far luce ulteriormente su questa brutta storia, ascoltando le undici società deferite per violazione dei principi di lealtà e correttezza e delle norme di tesseramento dei minori di sedici anni. Per quanto riguarda la giustizia ordinaria, le indagini sono state finora condotte dalla questura di Firenze, che potrà contare anche sugli atti della FIGC. Provvedimenti sportivi e penali per questa fotografia di un’Italia decadente che ormai ne ha viste veramente “di cotte e di crude”, almeno lei… Visto che questi ragazzi sotto i denti non possono metterci neanche più le proprie speranze.

[ daniele priori ]
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