IL PUGILATO

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pugilatore
00sabato 25 giugno 2011 17:09
spazio dedicato a chi ama la noble art
pugilatore
00sabato 25 giugno 2011 17:11
STASERA ‎25 GIUGNO ORE 20:30 !!!
ROMA - Leonard Bundu, “Sudore e rock”, il suo primo tifoso il cognato “rock-star” Piero Pelù, ma neanche la moglie Giuliana, la sorella Antonella scherzano. “Leo” Bundu fiorentino di Freetown (Sierra Leone), dove è nato il 21 novembre 1974 (36 anni e un po'), da madre fiorentina doc, imbattuto da professionista: 24 incontri, 23 vittorie (di cui 7 per Ko) e un pareggio. Carriera professionistica iniziata a Firenze il 1° aprile 2005 (un po' tardi) con la vittoria per ko alla prima ripresa contro il malcapitato Peter Gaspar (Slovacchia, classe 1982). Ma una intensa e molto interessante carriera da dilettante. Leonard Bundu è il n° 2 su 29 atleti professionisti nella graduatoria italiana, 23° nella graduatoria mondiale su 1437 atleti in attività nella categoria. In Europa sesto. Per conoscere meglio la storia di Leonard Bundu consiglio il libro “In tensione. La storia di Leonadr Bundu”, scritto dalla giovane giornalista e scrittrice “fiorentina di adozione” Michela Lanza: “La storia del pugile dal doppio passaporto. Leonard Bundu, madre fiorentina e padre sierraleonese, è nato in Sierra Leone dove ha vissuto i suoi primi sedici anni di vita insieme alla sua famiglia e alla sua banda di amici. La natura del suo Paese ha fatto da cornice a scorribande giovanili dove spiccano l'Aqua Club, un luogo di ritrovo incantato immerso nel verde simbolo del relax e del divertimento, e una Panda bianca. Dopo la scomparsa del padre e anni difficili in cui ha toccato con mano la realtà della guerra civile, è tornato nella città natìa della madre. È nel capoluogo toscano che ha iniziato la nobile arte. Una palestra da frequentare alla ricerca di nuove amicizie e un destino segnato, quello dello sportivo, del pugile, del campione. Inizialmente restio a salire sul ring, Bundu ha seguito l'istinto del suo maestro che ha creduto in lui, non sbagliando. Il dilettantismo, la nazionale col c.t. Patrizio Oliva e poi il professionismo. È una strada lunga e faticosa quella percorsa da Leonard per diventare il campione dell'Unione Europea dei pesi Welter. Una strada percorsa con gioia, tensione, forza e umiltà. La stessa che lo rende una persona semplice, sensibile, oltre ad un padre affettuoso verso i suoi due figli. Poi il rapporto con la sua Firenze, con i Verdi del Calcio Storico Fiorentino, con la quotidianità familiare. Pugile, padre, compagno, cuoco, ma soprattutto sportivo con un obiettivo: salire sul tetto massimo dell'Europa”. (Romano Editore).


Daniele Petrucci romano di San Basilio dove è nato il 14 novembre 1980 (30 anni e un po'). Imbattuto da professionista pure lui: 29 incontri, 28 vittorie (di cui 10 per Ko) e un pareggio. Carriera professionistica iniziata il 20 luglio 2004 a Roma con una vittoria ai punti su sei riprese contro Ferenc Olah (Ungheria, classe 1983). Curiosi i numeri delle classifiche, Daniele Petrucci precede sempre Bundu di una posizione in graduatoria di una posizione: 1° in Italia, 5° in Europa e 22° nel Mondo. Una manciata di punti li dividono.


Combattimento quindi alla pari, tra due pugili che si conoscono da sempre: e molto bene in quando Daniele Petrucci è stato anche “sparring partner” di Leonard Bundu. Per Petrucci, Bundu è stato un esempio da imitare sul ring.


Stessa altezza (m. 1.69), Leo Bundu più veloce di Daniele Petrucci, alias “Bucetto”. Ma forse il pugno di di “Bucetto” è più pesante di quello di “Leo” (una mia personale considerazione avendoli visti più volte combattere). Anche se “Leo” in quanto a forza, mista a notevole rapidità, non scherza. Due atleti nell'insieme simili che fanno dello stile e della tecnica le loro armi vincenti e che arrivano a questo appuntamento all'apice della loro carriera sportiva, come dicevamo entrambi imbattuti. Un match che darà lustro all'intero movimento pugilistico italiano e non solo.

Era il 17 Dicembre del lontano 1965 quando sul ring del Palazzo dello Sport dell’Eur - davanti a circa 15.000 spettatori - ebbe luogo probabilmente il piu’ spettacolare match di pugilato sostenuti tra due pugili italiani. Si trattava dell’incontro tra Nino Benvenuti e Alessandro Mazzinghi valevole per il titolo mondiale dei pesi medi junior. Due pugili dallo stile contrapposto che avevano diviso l’Italia sportiva : elegante e tecnico il pugile triestino (Benvenuti), potente e generoso il boxer toscano (Mazzinghi). A distanza di 46 anni, gli appassionati italiani della “noble art” hanno la possibilita’ di rivivere quelle stesse emozioni in una cornice altrettanto suggestiva (quella del nuovo stadio del Tennis del Foro Italico) grazie a due pugili di assoluto livello internazionale che incroceranno i guanti per contendersi la prestigiosa cintura europea dei pesi welter.
 Roma tornerà ad essere la capitale della boxe italiana, europea e anche mondiale, ospitando un evento unico nel suo genere che non potrà non richiamare l’attenzione di tutti gli sportivi italiani: una vetrina importante per la “città eterna” che riaccende i riflettori sulla “noble art”, uno degli sport più emozionanti e popolari.


Posso passare come “cronista di parte” (con Leonard Bundu siamo entrambi fiorentini ed altre affinità ed interessi), ma io ho visto combattere “Leo” tantissime volte e devo sottolineare che il 13 marzo 2009 a Firenze ero a bordo ring nell'incontro vinto contro Frank Haroche Horta, valido per l'European Union Welterweight Title, come del resto il 19 marzo 2010 sempre a Firenze nell'incontro vinto con Carlos Adan Jerez per il WBA Inter-Continental Welterweight Title sempre a bordo ring e devo dire che lo stile e le capacità di “Leo” appassionano: ho visto due delle più belle pagine sportive in ambito boxe.
Ammiro incondizionatamente Daniele Petrucci. Ne apprezzo il suo stile. L'ho visto combattere (forse in uno dei suoi migliori combattimenti in carriera), l'8 marzo 2008 a Roma al “Tendastrisce” quando dopo trenta secondi dall'inizio della terza ripresa ha “spento la luce” a Craig Watson da Manchester, detto "The Hammer", il martello. Fino a quel momento, l'inglese, era imbattuto. Incontro valido per l'European Union Welterweight Title, vacante.
Vinca il migliore, entrambi rappresentano la parte migliore dello sport italiano.
boxeur
00sabato 25 giugno 2011 17:17
Re: STASERA ‎25 GIUGNO ORE 20:30 !!!
[POSTQUOTE][QUOTE:111883074=pugilatore, 25/06/2011 17.11]

dal sito: www.dazebaonews.it/sport/item/4159-boxe-sfida-tra-leonard-bundu-e-daniele-...
ROMA - Leonard Bundu, “Sudore e rock”, il suo primo tifoso il cognato “rock-star” Piero Pelù, ma neanche la moglie Giuliana, la sorella Antonella scherzano. “Leo” Bundu fiorentino di Freetown (Sierra Leone), dove è nato il 21 novembre 1974 (36 anni e un po'), da madre fiorentina doc, imbattuto da professionista: 24 incontri, 23 vittorie (di cui 7 per Ko) e un pareggio. Carriera professionistica iniziata a Firenze il 1° aprile 2005 (un po' tardi) con la vittoria per ko alla prima ripresa contro il malcapitato Peter Gaspar (Slovacchia, classe 1982). Ma una intensa e molto interessante carriera da dilettante. Leonard Bundu è il n° 2 su 29 atleti professionisti nella graduatoria italiana, 23° nella graduatoria mondiale su 1437 atleti in attività nella categoria. In Europa sesto. Per conoscere meglio la storia di Leonard Bundu consiglio il libro “In tensione. La storia di Leonadr Bundu”, scritto dalla giovane giornalista e scrittrice “fiorentina di adozione” Michela Lanza: “La storia del pugile dal doppio passaporto. Leonard Bundu, madre fiorentina e padre sierraleonese, è nato in Sierra Leone dove ha vissuto i suoi primi sedici anni di vita insieme alla sua famiglia e alla sua banda di amici. La natura del suo Paese ha fatto da cornice a scorribande giovanili dove spiccano l'Aqua Club, un luogo di ritrovo incantato immerso nel verde simbolo del relax e del divertimento, e una Panda bianca. Dopo la scomparsa del padre e anni difficili in cui ha toccato con mano la realtà della guerra civile, è tornato nella città natìa della madre. È nel capoluogo toscano che ha iniziato la nobile arte. Una palestra da frequentare alla ricerca di nuove amicizie e un destino segnato, quello dello sportivo, del pugile, del campione. Inizialmente restio a salire sul ring, Bundu ha seguito l'istinto del suo maestro che ha creduto in lui, non sbagliando. Il dilettantismo, la nazionale col c.t. Patrizio Oliva e poi il professionismo. È una strada lunga e faticosa quella percorsa da Leonard per diventare il campione dell'Unione Europea dei pesi Welter. Una strada percorsa con gioia, tensione, forza e umiltà. La stessa che lo rende una persona semplice, sensibile, oltre ad un padre affettuoso verso i suoi due figli. Poi il rapporto con la sua Firenze, con i Verdi del Calcio Storico Fiorentino, con la quotidianità familiare. Pugile, padre, compagno, cuoco, ma soprattutto sportivo con un obiettivo: salire sul tetto massimo dell'Europa”. (Romano Editore).


Daniele Petrucci romano di San Basilio dove è nato il 14 novembre 1980 (30 anni e un po'). Imbattuto da professionista pure lui: 29 incontri, 28 vittorie (di cui 10 per Ko) e un pareggio. Carriera professionistica iniziata il 20 luglio 2004 a Roma con una vittoria ai punti su sei riprese contro Ferenc Olah (Ungheria, classe 1983). Curiosi i numeri delle classifiche, Daniele Petrucci precede sempre Bundu di una posizione in graduatoria di una posizione: 1° in Italia, 5° in Europa e 22° nel Mondo. Una manciata di punti li dividono.


Combattimento quindi alla pari, tra due pugili che si conoscono da sempre: e molto bene in quando Daniele Petrucci è stato anche “sparring partner” di Leonard Bundu. Per Petrucci, Bundu è stato un esempio da imitare sul ring.


Stessa altezza (m. 1.69), Leo Bundu più veloce di Daniele Petrucci, alias “Bucetto”. Ma forse il pugno di di “Bucetto” è più pesante di quello di “Leo” (una mia personale considerazione avendoli visti più volte combattere). Anche se “Leo” in quanto a forza, mista a notevole rapidità, non scherza. Due atleti nell'insieme simili che fanno dello stile e della tecnica le loro armi vincenti e che arrivano a questo appuntamento all'apice della loro carriera sportiva, come dicevamo entrambi imbattuti. Un match che darà lustro all'intero movimento pugilistico italiano e non solo.

Era il 17 Dicembre del lontano 1965 quando sul ring del Palazzo dello Sport dell’Eur - davanti a circa 15.000 spettatori - ebbe luogo probabilmente il piu’ spettacolare match di pugilato sostenuti tra due pugili italiani. Si trattava dell’incontro tra Nino Benvenuti e Alessandro Mazzinghi valevole per il titolo mondiale dei pesi medi junior. Due pugili dallo stile contrapposto che avevano diviso l’Italia sportiva : elegante e tecnico il pugile triestino (Benvenuti), potente e generoso il boxer toscano (Mazzinghi). A distanza di 46 anni, gli appassionati italiani della “noble art” hanno la possibilita’ di rivivere quelle stesse emozioni in una cornice altrettanto suggestiva (quella del nuovo stadio del Tennis del Foro Italico) grazie a due pugili di assoluto livello internazionale che incroceranno i guanti per contendersi la prestigiosa cintura europea dei pesi welter.
 Roma tornerà ad essere la capitale della boxe italiana, europea e anche mondiale, ospitando un evento unico nel suo genere che non potrà non richiamare l’attenzione di tutti gli sportivi italiani: una vetrina importante per la “città eterna” che riaccende i riflettori sulla “noble art”, uno degli sport più emozionanti e popolari.


Posso passare come “cronista di parte” (con Leonard Bundu siamo entrambi fiorentini ed altre affinità ed interessi), ma io ho visto combattere “Leo” tantissime volte e devo sottolineare che il 13 marzo 2009 a Firenze ero a bordo ring nell'incontro vinto contro Frank Haroche Horta, valido per l'European Union Welterweight Title, come del resto il 19 marzo 2010 sempre a Firenze nell'incontro vinto con Carlos Adan Jerez per il WBA Inter-Continental Welterweight Title sempre a bordo ring e devo dire che lo stile e le capacità di “Leo” appassionano: ho visto due delle più belle pagine sportive in ambito boxe.
Ammiro incondizionatamente Daniele Petrucci. Ne apprezzo il suo stile. L'ho visto combattere (forse in uno dei suoi migliori combattimenti in carriera), l'8 marzo 2008 a Roma al “Tendastrisce” quando dopo trenta secondi dall'inizio della terza ripresa ha “spento la luce” a Craig Watson da Manchester, detto "The Hammer", il martello. Fino a quel momento, l'inglese, era imbattuto. Incontro valido per l'European Union Welterweight Title, vacante.
Vinca il migliore, entrambi rappresentano la parte migliore dello sport italiano.

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GUARDATE IL TRAILER: www.youtube.com/watch?v=C1gSf-yUrJo

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fausto1969
00sabato 25 giugno 2011 23:51
IL TITOLO EUROPEO DEI PESI WELTER RIMANE VACANTE ...
MA SONO SICURO CHE NESSUNO DEI 2 SARA' CONTENTO PER L'EPILOGO.
ONORE A BUNDU E PETRUCCI PER QUESTO BEL MATCH.
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