Via a Coppa America, Argentina con Messi-Lavezzi-Tevez
BUENOS AIRES - Ci sarà Carlos Tevez, beniamino dei tifosi ma in rapporti un po' tesi con il ct Sergio Batista, nell'Argentina che giocherà stanotte (dalle 2.45 ora italiana) contro la Bolivia, nella partita inaugurale della Coppa America.
Lo ha annunciato lo stesso Batista. Interrogato sulla formazione, il ct ha elencato gli undici titolari (sbagliandosi sul portiere, per il quale ha nominato Carizzo prima di correggersi indicando Romero), che sono i seguenti: Romero; - C. Zanetti, Burdisso, G. Milito, Rojo - Banega, Mascherano (capitano), Cambiasso - Lavezzi, Messi, Tevez. La presenza di Tevez risponde ad una scelta tattica: "Ho giocatori che mi offrono molte possibilità e Tevez mi propone molte opzioni, oltre ad essere un goleador", ha spiegato Batista.
"Carlos può essere associato a Messi per avere più gioco", ha aggiunto, accennando al problema di abbondanza che ha in attacco (con Messi, Tevez, Lavezzi, Di Maria, Higuain, Agueero, D. Milito): "E' un dilemma mi si presenta, con tutti questi buoni giocatori che ho, formare la squadra".
Oggi inizia la Coppa America e questa volta Lio Messi ha poche scelte. Deve guidare la sua Argentina alla vittoria e imboccare la strada che potrebbe consacrarlo il numero uno della storia: raggiungendo così quella che appare una missione impossibile, superare cioé Diego Armando Maradona e Pelé."Siamo obbligati a vincere", ha dichiarato Messi alla vigilia della coppa continentale in cui cercherà di lasciarsi dietro la delusione del 'mundial' sudafricano, nel quale ha segnato zero reti. Ciò gli permetterebbe di avvicinarsi ancora di più, o addirittura di superare, sia il 'pibe de oro' sia 'o Rey'.
La responsabilità di un successo, o di una sconfitta, della 'Seleccion' in questa 'Copa America' ricade sulle sue spalle molto più che su quelle di qualsiasi altro compagno di squadra o dello stesso allenatore Sergio Batista. A 24 anni appena compiuti, ora è infatti lui il numero uno, ma in Argentina, dove con la nazionale maggiore non ha ancora vinto un titolo, la 'Pulce' deve dimostrare di poter segnare e vincere quanto ha già fatto con il suo Barcellona. Quel suo "siamo obbligati a vincere" si potrebbe quindi tradurre - come ha infatti detto - in un "devo vincere nel mio paese, di fronte ai miei cari ed ai tifosi che non mi vedono giocare spesso". Qualcosa di simile sosteneva nel 1987 anche il grande Maradona che brillava al Napoli, quando la 'Seleccion' di Diego e Claudio Caniggia guidata da Carlos Bilardo giocò la Coppa America proprio in Argentina: fu un disastro, visto che la squadra finì al quarto posto. Nonostante Messi, il calcio - ricordano in queste ore tanti commentatori locali - rimane un gioco di squadra: se Batista non riuscirà quindi a far girare la nazionale argentina ai ritmi del Barcellona del 'Pep' Guardiola, difficilmente la 'Pulce' si troverà in condizione di brillare come nel Camp Nou.
Senza contare poi che sulla strada del successo si trova sempre il temuto Brasile che nelle ultime due finali della Coppa ha sconfitto gli argentini. Ora ha un attacco stellare che include il giovanissimo Neymar in odore di Barcellona, ed il milanista Alexandre Pato. Lo stesso Messi è comunque consapevole che da solo non ce la farà."Ho appoggiato Batista perché conosco la sua filosofia ed il suo stile di gioco", ha sottolineato in questi giorni 'argentini' la 'Pulce', che con l'attuale tecnico commissario tecnico ha vinto la medaglia d'oro ai giochi olimpici di Pechino 2008.
A Buenos Aires, la speranza di tanti tifosi 'biancocelesti' é quindi quella che si ripeta un sodalizio vincente che permetta di interrompere un digiuno di titoli che dura ormai da 18 anni, quando la nazionale argentina trascinata da un altro goleador di razza - Gabriel Batistuta - conquistò la Coppa America in Ecuador.