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CAPANNELLE---Via Appia

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2011 11:40
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25/04/2011 09:21

Tony Bin, il fuoriclasse generoso che conquistò anche la Francia
09 gennaio 2005 — pagina 8 sezione: MILANO

Un lettore mi ha chiesto quale sia il ruolo degli italiani del «galoppo» nell' ippica, dei grandi proprietari intendo. In Italia i grandi proprietari di nuovo conio sono stati il dottor Vittadini e l' avvocato D' Alessio. Il dottor Vittadini, che ha passato la stecca a sua figlia Franca, appassionata e colta, ha vinto il Derby di Epsom. D' Alessio, l' avvocato, purtroppo è scomparso. Aveva trasformato in un hobby una professione, proprietario a tempo pieno, che ogni anno comprava cinquanta puledri scelti e che rinnovava il suo materiale con una rapidità encomiabile. Nell' ippica le entrate e le uscite sono velocissime. La sua era la ricetta giusta. D' Alessio si avvaleva di una forte competenza personale e di collaboratori eccellenti. Dici Tony Bin e io rivedo la figura massiccia di Luciano Gaucci, allora vicepresidente della Roma, che il caotico calcio ci ha rubato. Gaucci non assomiglia a nessun altro proprietario romano: non all' onorevole Fiammingo, il patron del leggendario Manistee, a cui la passione popolare dava maledettamente sul nervo. E nemmeno all' avvocato D' Alessio, che osservava Epsom, gli ippodromi francesi e americani con naturale distacco. Gaucci voleva partecipare all' uomo della strada i suoi successi. Dopo il secondo posto nell' Arc (prima partecipazione di Tony Bin all' Arc), Gaucci non esita a impegnare il cavallo nel Jockey a Milano, perché i milanesi lo possano festeggiare. San Siro dedica a Tony Bin un' ovazione di dieci minuti e Gaucci schiettamente se ne compiace. Sogna per Tony Bin una carriera a cinque punte: Gran Premio di Milano, King George, Arc de Triomphe, Champion Stakes. La sua scuderia si chiama White Star, una denominazione che a me suscita ricordi d' infanzia del clan dei giorni in cui si giocava agli indiani. Il carattere di Tony Bin è di corridore nato, da capo torma che deve e vuole raggiungere la testa della fila. Il nostro Tony Bin è sempre venuto a capo di vicende drammatiche o tumultuose. A dirne la generosità tre episodi. Queen Elizabeth Stakes. Trasferimento da Milano Malpensa a Southampton. Il viaggio viene anticipato di un giorno perché Tony Bin stranamente rifiuta di salire sull' aereo. L' indomani si parte, via Marsiglia. Sbarco. Imbarco sul van per Ascot. Un jet sorvola il van. Un fragore esplosivo. Tony Bin scarta, sbatte la testa contro le pareti, si produce ferite, escoriazioni. Un lago di sangue. Sosta in una clinica equina. Il veterinario delle scuderie di Ascot scrolla il capo. Non vorrebbe concedere il nulla osta per la corsa. Tony Bin guarisce per .... telepatia, dichiara il dottor Brotto. Quinto all' arrivo, nessuno in quelle condizioni avrebbe saputo fare tanto. Arc de Triomphe. Nell' Arc, fra tanti cavalli che sono oro a 18 carati, l' Aga Khan ne allinea tre. Tony Bin lì ci sta bene. è nel cuore del gruppo, che si apre in dirittura come una pesca. Tony Bin vede la luce davanti a sé: guadagna la pista con balzi di sette, otto metri. Infila Templerino, che gli era sfuggito e annienta Refrence Point battutissimi. Jockey Club, Tabayaan da battere e quella gatta di Lady Bentley. Vince. Tony Bin è fra i primi dieci cavalli che ho veduto, commenta un horseman di San Siro. - MARIO FOSSATI
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