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CAPANNELLE---Via Appia

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2011 11:40
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24/04/2011 21:52

L'AMORE PER I CAVALLI
Uno sport molto vicino ai calciatori e addetti.....

una giornata diversa e che alza l'andrenalina.............

per famiglie.............

con molti divertimenti per i bambini..............

.tentando la fortuna..................
[Modificato da mauretto58 24/04/2011 21:59]
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24/04/2011 21:53

Pasquetta ......come tradizione............all'ippodromo
Anche quest’anno l’ippodromo Capannelle aprirà i cancelli a Pasqua, bissando il giorno successivo nella festa della Liberazione del 25 aprile che coinciderà con il lunedì di pasquetta. La riunione di corse, come ogni anno, sarà dedicata alle Forze Armate, che saranno rappresentate in ippodromo. Capannelle, inoltre, metterà a disposizione le sue ampie aree verdi, attrezzate anche con dei barbecue, per il tradizionale picnic fuori porta. I prati dell’ippodromo saranno a disposizione del pubblico anche per la successiva festa del primo maggio, che con la complicità del calendario cade a soli sette giorni di distanza. Il giorno della festa dei lavoratori si tingerà di rosa a Capannelle e avrà come protagoniste le femmine di tre anni impegnate nel Premio Regina Elena (Gruppo 3), contraltare del Premio Parioli, sempre sui 1.600 metri. Massimo agonismo in pista e assoluto relax fuori per la consueta scampagnata al gusto di fave e pecorino.

A stretto giro irromperà sulla scena l’evento più atteso della stagione: il 128° Derby Italiano Better. La corsa faro dell’intera stagione che eleggerà il “campione 2011”, il miglior cavallo di tre anni della generazione. I soggetti più quotati del momento, provenineti anche d’oltre confine, si affronteranno sui selettivi 2.200 metri della pista in erba sabato 7 maggio. A fare da contorno alla prova centrale della riunione ci saranno altre due corse di rilievo come i Premi Tudini (1200 mt) e Carlo D’Alessio (2400 mt), entrambe di Gruppo 3.

Sarà la giornata più suggestiva, accompagnata dal gettonatissimo concorso di eleganza tra gli ospiti e dalla “Hat Parade”, un vero must, come nelle più classiche delle tradizioni britanniche, che vedrà sfilare per l’ippodromo i cappelli più esclusivi e stravaganti che daranno un tocco “very glam” al sabato del Derby. Sta diventando una tradizione anche la sfilata di moda dell’Accademia Koefia che quest’anno si svilupperà sul tema “Gran premio. Collezione primavera: omaggio a Liz Taylor”. Gli abiti saranno ispirati al film Gran Premio del 1944 in cui la stella americana fece la sua prima apparizione come protagonista, interpretando Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo per vincere l’Aintree Grand National.

L’ultimo imperdibile appuntamento con i Grandi Premi è fissato per domenica 15 maggio con il Premio Presidente della Repubblica – GBI Racing. Una corsa di Gruppo 1, ad alto tasso di internazionalità, che conferisce i galloni di miglior “cavallo classico” sul doppio chilometro tra i più titolati “anziani” - cavalli di quattro anni ed oltre – in circolazione. Anche quest’anno sarà confermato il legame con le principali realtà imprenditoriali degli Emirati Arabi che sponsorizzeranno tutte le altre corse in programma nella giornata. Le corse all’ippodromo Capannelle continueranno poi fino alla metà di giugno.
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24/04/2011 21:56

MAURETTO E I SUOI AMICI.................
Domani come tradizione,ci saro' al prato ........bistecche,salsicce e..............gioco al totalizzatore per tentare un po' di fortuna.
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24/04/2011 21:58

ATTUALITÀ, CRONACA, CURIOSITÀ. IL CAVALLO IN RETE.. ALL AROUND THE WORLD
A seguire un elenco, sempre aggiornato dalla redazione di Cavallo Magazine, dei siti web esteri più interessanti e curiosi della rete, con notizie - ma anche foto e video - sul cavallo a 360 gradi.. in tutte le lingue: inglese, francese, spagnolo, tedesco... A voi la scelta
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A marzo in edicola
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LA BAGNAIA 2010

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25/04/2011 09:02

PER AMORE DELLA RAZZA EQUINA
Vedi video............


www.youtube.com/watch?v=smyFRVfraeU
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25/04/2011 09:04

Re: PER AMORE DELLA RAZZA EQUINA
mauretto58, 25/04/2011 09.02:





www.youtube.com/watch?v=LxwCrkjw0Mg&feature=related
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25/04/2011 09:07

Re: Re: PER AMORE DELLA RAZZA EQUINA
mauretto58, 25/04/2011 09.04:





www.youtube.com/watch?v=DBPbSjOfoFc&NR=1&feature=fvwp
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25/04/2011 09:11

GALOPPO CORSE & ALLEVAMENTO MONDIALE
UNO STRUMENTO UTILISSIMO PER ESSERE SEMPRE COSTANTEMENTE INFORMATI SUI RISULTATI DELLE CORSE, ASTE, NOTIZIE E NEWS RIGUARDANTI L'ALLEVAMENTO MONDIALE NONCHÈ PER AVERE AGGIORNAMENTI SUL MERCATO DELLE SCUDERIE PIÙ IMPORTANTI D'EUROPA E DEL MONDO. SI OFFRE CONSULENZA COMPUTERIZZATA SUGLI INCROCI PER LA VOSTRA FATTRICE, AL MODO DI RIDURRE AL MINIMO IL MARGINE DI ERRORE. METTILO TRA I TUOI PREFERITI!!!
GIOVEDÌ 21 APRILE 2011
Overdose: cocco di mamma, c'è un altro fratello.

Foto: Our Poppet con la foal da Clodovil (cortesia di Graham Robinson)
Il ritorno di Overdose (Starborough) alla ricerca della miglior forma, coincide con un'altra bella notizia che arriva da Wolverhampton dove gli allevatori Graham e Mrs Robinson, hanno avuto un altro puledrino nato dalla mamma del campione Ungherese. Si tratta di un maschio da Royal Applause (Waajib), venuto al mondo presso il Whatton Manor Stud in Nottinghamshire dove i Robinsons tengono le loro due fattrici. La mamma di Overdose è Our Poppet, 14 anni, figlia di Warning (Known Fact) ed Upend, vincitrice delle St Simon Stakes, che è al decimo prodotto nato, di cui sei hanno vinto. Curiosità: il foal è la riproduzione dell'incrocio Royal Applause-Warning che ha prodotto nel 2001 il vincitore di Richmond Stakes Mister Cosmi, pensate un pò, di proprietà della Signora Elisabetta Tulliani, allora moglie di Luciano Gaucci che aveva il Perugia, di cui Serse Cosmi era allenatore.
Tornando alle cose serie, Our Poppet ha uno yearling da Exceed And Excel (Danehill) che si proverà a vendere a Newmarket, dove Overdose costò a Zoltan Mikoczy solo 2,000gns nel 2006 alle December sales.
I Robinsons hanno altre due femmine, che sono Poppet's Treasure (Dansili) e Poppet's Lovein (Clodovil), in training da Rupert Pritchard-Gordon a Chantilly.
Il prossimo incrocio previsto per la mamma di Overdose è Aqlaam (Oasis Dream), il vincitore del Prix du Moulin G1 a Longchamp nel 2009.
PUBBLICATO DA GABRIELE CANDI A GIOVEDÌ, APRILE 21, 2011
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NELLA CLASSIFICA DEI TOP BLOG: UN'ASCESA CONTINUA



CLASSIFICA STALLONI FIRST CROP SIRES 2011 PER VINCITORI, AGGIORNATA AL 31 MARZO 2011

Classifica First Crop Sires 2011 degli stalloni alla prima annata di produzione in pista, in ordine alfabetico e con il risultato del migliore esponente:

AMADEUS WOLF (Mozart): 1
DARK ANGEL (Acclamation): 3
DYLAN THOMAS (Danehill): 1
DUTCH ART (Medicean): 1
TEOFILO (Galileo): 1
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Dopo qualche mese di esperimenti, il blog ha raggiunto un buon livello di conoscenza e fama data la particolare diffusione e mole di notizie in italiano tale da renderlo ottimo contenitore di notizie mondiali per quanto riguarda corse ed allevamento in particolare. Unico nel suo genere ed introvabile altrove, se non in siti specializzati ed ultrapubblcizzati (condizione quest'ultima, che spero di raggiungere). Ogni giorno si contano centinaia di accessi, in pochi mesi il blog ha raggiunto un know-how interessante anche all'estero, e tutto ciò non può che inorgoglirmi e credo davvero sia il miglior compenso possibile per un self-made del genere, e non del tutto una perdita di tempo. Tuttavia, opinione comune, l'indirizzo è poco ottimizzato e poco godibile per chi ha problemi di tempo per accedere o perchè troppo lungo e poco incline ad una diffusione pubblicitaria ottimizzata e per veicolarlo anche a voce. Da qui l'idea di creare un indirizzo più veloce, su cui sto lavorando, ed una piattaforma, o ancora blog, per cercare di traslocare tutta la mole di notizie altrove. A tal proposito volevo raccogliere dai lettori qualche impressione al riguardo, sperando che tutti voi che mi avete sin qui sostenuto, possiate continuare a seguirmi nell'avventura leggendo quotidianamente il blog, gestito assolutamente in maniera autonoma, univoca e soprattutto..gratis. Attendo vostre considerazioni, anche critiche. Proponetele qui sotto nell'area commenti, sarò lieto di rispondere o leggere le vostre attenzioni.
Ricordiamo inoltre come tutto il materiale pubblicato è soggetto al copyright del marchio "Mondoturf", sono previste sanzioni per chi si appropria indebitamente di immagini e scritti, se non per previa richiesta di permesso dal titolare del sito.
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Vi do ufficialmente il benvenuto nel mio blog nuovo di zecca. Appena riuscirò a capire i meccanismi di questo "diario" pubblicherò tutte le notizie che ogni mattina riuscirò a reperire in tutto il mondo, in particolar modo quelle riguardanti il GALOPPO MONDIALE in tutte le sue sfaccettature, in particolare per ciò che concerne l'allevamento e il reparto corse. Vero pane quotidiano per gli appassionati di galoppo come me.
Qualora siate interessati a ricevere news ed aggiornamenti, mettete questo blog tra i PREFERITI o come pagina iniziale.
Altrimenti...contattatemi anche per una consulenza computerizzata in riferimento ad un incrocio da scegliere opportunamente per la Vostra fattrice, al modo di ridurre al minimo il margine di errore.
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25/04/2011 09:12

Derby italiano di galoppo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Derby italiano di galoppo è la corsa ippica più importante del calendario di galoppo italiano. Vi partecipano, su una distanza di 2.200 metri (2.400 metri fino al 2007) i cavalli di tre anni di età.
La sua sede storica è l'ippodromo romano delle Capannelle
Il Derby day è in assoluto uno dei momenti più importanti per spettacolo e selezione in ogni stato in cui si disputino le corse dei cavalli. Singolare la storia della nascita del Derby: il dodicesimo Conte di Derby, lord Edward Stanley, nel 1780 vinse al lancio della moneta - contro sir Charles Bunbury - la possibilità di dare il proprio nome alla corsa di 2.400 metri, che aveva appena ideato insieme ad alcuni amici e che doveva essere disputata ad Epsom nel Surrey.
Il Derby italiano è giunto alla 123ª edizione e Capannelle è stato sempre il luogo dove si è svolto, anche se il tracciato attuale non corrisponde più a quello di oltre un secolo fa, quando le antiche tribune, ancora visibili, erano leggermente spostate rispetto alle attuali.
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www.youtube.com/user/murghem?blend=18&ob=5
[Modificato da mauretto58 25/04/2011 09:17]
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Re:
mauretto58, 25/04/2011 09.15:

http://www.youtube.com/user/murghem?blend=18&ob=5




www.youtube.com/user/murghem?blend=18&ob=5#p/a/u/2/jsJ...
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RICORDIAMO I NOSTRI CAMPIONI
14 marzo 2000
Ciao Tony Bin, cuore d' Italia

Cominciò la carriera da «gregario», la concluse vincendo l' Arc de Triomphe Venerdì nell' allevamento di Yoshida un incidente (frattura delle vertebre cervicali) ha provocato la fine del 17enne stallone che per i colori di Gaucci inanellò 4 straordinarie stagioni, rese indimenticabili dall' impresa di Parigi nel 1988

UN ADDIO / E' morto in Giappone il purosangue che ci ha fatto tremare d' emozione Ciao Tony Bin, cuore d' Italia Venerdì nell' allevamento di Yoshida un incidente (frattura delle vertebre cervicali) ha provocato la fine del 17enne stallone che per i colori di Gaucci inanellò 4 straordinarie stagioni, rese indimenticabili dall' impresa di Parigi nel 1988 Cominciò la carriera da «gregario», la concluse vincendo l' Arc de Triomphe Venerdì nella «casa» che occupava fin dal dicembre 1988, la giapponese Shadai Farm della famiglia Yoshida, è morto Tony Bin.

Un incidente di paddock (rovesciamento con frattura di vertebre cervicali) lo ha portato alla fine: aveva 17 anni e nella sua carriera stalloniera, seguita a quella folgorante in pista, produsse ben 247 vincitori. Nato in Irlanda nel 1983 nell' allevamento di P.J.B. O' Callaghan, Tony Bin passò all' asta di Goff' s Sale di Dublino nell' ottobre dell' anno successivo «trovando» un prezzo di 3.000 ghinee (circa 7 milioni) dall' italiana «White Star» di Luciano Gaucci.

Ad acquistarlo materialmente fu il veterinario Giampiero Brotto, amico, consulente e «mente» di quella che al tempo era una delle formazioni più lanciate dell' ippica italiana. Brotto fu colpito dalla robustezza, dallo sguardo attento, dalla perfetta simmetria di quel puledro di taglia media. Il prezzo modesto era giustificato da un padre, Kampala, già svenduto dagli irlandesi in Nuova Zelanda dopo una carriera di appena 8 corse, tutte fra i 1000 e i 1600 metri. In realtà, come nipote di Zeddaan, Kampala risaliva a Nearco.

Fin qui la cronaca asciutta dell' inizio di un' avventura forse irripetibile che avrebbe trasformato quel puledro onesto al quale l' allevatore - come si usa nei Paesi anglosassoni - non aveva ancora dato un nome, nell' ultimo mito del nostro galoppo e non solo. Al nome provvide lo stesso Gaucci quando, di ritorno dall' Irlanda, passò a Parigi e si trovò al Louvre accanto a un vecchio pittore che stava terminando un' imitazione della Gioconda.


Quell' uomo cadente, logoro, affranto si chiamava Tony Bin ed era veneto. Lo invitò a casa sua, in una soffitta, e gli chiese un milione e mezzo di quel quadro vissuto. Gaucci ribassò a un milione, si portò via il quadro e un immenso rimpianto: aver quasi «sottratto» quel mezzo milione. Rientrato in Italia chiamò il puledro come quell' antico, esiliato pittore. Poi, tre anni dopo, nel giorno del vittorioso Arc gli venne incontro un uomo alto e ricciuto: «Sono il figlio di Tony Bin, mio padre è morto in febbraio».


Fu la grande amarezza di un giorno, il 2 ottobre 1988, indimenticabile per il nostro galoppo. Un evento atteso dal 1961, quando Molvedo passò vittorioso in una corsa che è la summa dell' intera annata agonistica europea e rende imperiosamente grande chi la domina.

Ancora di più se, come Tony Bin, quella corsa l' hai sfiorata l' anno prima finendo secondo e avendo poi la forza, l' audacia e i polmoni di ritentare vincendo per prenderti la rivincita sul favorito: Mtoto. Quell' anno fu l' ultimo dei 4 della carriera di Tony Bin, che dopo l' Arc corse da favoritissimo il milanese Jockey Club, ma non riuscì a dare la gioia ai 12 mila di S. Siro, come nella stagione precedente.

Le offerte dall' estero convinsero Gaucci a mandare il cavallo alla Japan Cup (dove finì 5° per una distorsione su un terreno troppo duro per lui) e dal Giappone non rientrò più, venduto a Zenya Yoshida per 3 milioni e mezzo di dollari, circa 5 miliardi.

Un moltiplicatore gigantesco: dai 7 milioni dell' acquisto a 8,4 miliardi, perché al prezzo di vendita vanno uniti i 3,4 miliardi (il record per un purosangue italiano) di somme vinte nelle 27 corse (15 vittorie) disputate. Ma quella di Tony Bin è una vicenda di cavalli e di uomini, dove il danaro ha la sua parte, ma non fondamentale.

Un accessorio di fronte alla gloria. Basti pensare all' avvio di carriera avvenuto nel settembre del 1985 a Capannelle. Un successo a cui ne seguì un altro, nel «Rumon», e poi il tentativo nel classico Gran Criterium dove Tony Bin non doveva essere che l' «aiutante in campo» di Alex Nureyev, il campione «presunto» di scuderia.

Forse a malincuore l' allenatore Luigi Camici, tecnico di capacità antiche e di eccezionale umanità, lo mandò a distruggere il favorito Ozopulmin: missione compiuta, ma di Alex (finito 8°) neppure l' ombra.

Mentre Tony Bin dopo una corsa che avrebbe asciugato i polmoni a chiunque era ancora terzo. Sandro Cepparulo Luigi Polito e il campione Vivere e galoppare insieme Uomini, tanti uomini nella sfolgorante avventura di Tony Bin. Luciano Gaucci e famiglia, Luigi Camici e famiglia, Giampiero Brotto e famiglia, Zenya e Teruja Yoshida più famiglie.

E poi la gente, tanta gente festante sulle balconate degli ippodromi: Roma, Milano, Ascot, Parigi, St. Cloud, Tokio. E come dimenticare i fantini? Dai francesi Henry Samani, Marcel Depalmas e Michel Jerome, ai nostri Lucio Ficuciello e Gianfranco Dettori, agli americani Steve Cauthen e Cash Asmussen, agli inglesi Walter Swinburn jr, Pat Eddery e John Reid, quello del grande giorno di Longchamp.

Tanti che si rischia di trascurarne uno piccolo e nascosto, ma anche così importante da essere il «cuore nel cuore» di Tony Bin.

Luigi Polito da Napoli, ieri mattina era il più felice del mondo per la sua Janestra, vittoriosa domenica a Capannelle nel «Tadolina», ma subito la giornata è cambiata: era morto Tony Bin, campione e compagno, anche se assieme sul programma di corse non andarono mai una volta. Fantino del mattino, o «worker jockey» come si dice nel galoppo americano, una sorta di «attore fuori scena», quasi come Tony Bin lo era stato all' inizio della carriera per conto del presto appassito Alex Nureyev. Due anime che si incontravano a meraviglia, speculari e affiatate quanto solo loro sapevano.


Anni indimenticabili assieme, da quando, dopo il 4° posto nel Derby, Luigi Camici e il veterinario Brotto decisero di affidare il «fuori corsa» a un fantino solo 20enne e senza pedigree, ma con la seria voglia di imparare. Così Luigi Polito salì in sella a quel cavallo pieno di temperamento e non ne scese più. Con il curioso retroscena che per il pubblico quel nome non esisteva proprio. «Era una persona di famiglia. Buono, forte, coraggioso


. Abbiamo sempre lavorato assieme, anche per preparare il secondo e ultimo Arc, e per lui io ho smesso di montare in corsa quasi una stagione. Sono andato dove andava lui, in Italia e all' estero, e non ho rimpianti. In fondo non apparire quando vivi un' avventura così intensa, non è poi tanto doloroso. Magari ci pensi un poco, ma sai di essere importante lo stesso».

A dire il vero ci fu un giorno che Luigi Polito stava per farcela, stava per montare davvero in corsa quel cavallo che conosceva meglio del salotto di casa sua. «Fu nel settembre del 1988 quando Tony Bin, ripreparato dopo il 3° posto nelle King George, doveva correre il "Tesio" a S. Siro e non si trovava un fantino di assoluto livello tecnico libero da impegni in quel giorno. Mi si aprì uno spiraglio e so che pensarono a me. In fondo chi lo conosceva meglio?

Ma arrivò John Reid. Vinsero e in coppia fecero anche l' Arc. Io fui contento lo stesso. Era davvero uno di famiglia». IL RICORDO DELL' ALLENATORE Camici affranto:«Ho perso il cavallo della mia vita» Il «sor Luigi» non ha dubbi: «Il più forte e intelligente che abbia mai allenato. La vittoria nell' Arc la gioia più grande, le sconfitte nel Jockey Club e nella Japan Cup ' 88 le amarezze» Di Tony Bin ormai sapeva poco: qualche occasionale notizia dal Giappone, l' ultima recapitatagli da Mirco Demuro al ritorno dal suo stage asiatico: «Tutto bene - aveva detto - e tanti saluti dalla famiglia Yoshida». Ora, all' improvviso, Luigi Camici è costretto a ricordare un amico che non c' è più: «Un amico, un figlio.

Fate voi.
Io so solo di aver perso il cavallo della mia vita: in senso sportivo perché mi ha regalato le gioie più grandi, ma anche in senso affettivo. Era buono e forte. Ma soprattutto intelligente, come solo i grandi campioni sanno essere». Di quel cavallo arrivato nelle sue scuderie mischiato nel gruppo, il 73enne allenatore ricorda tutto: «Modello, non appariscente ma proporzionato. Sapeva galoppare». A 2 anni, nel 1985, viene impegnato come gregario del più stimato e costoso Alex Nureyev: «Tony Bin si ritagliò presto una fetta di considerazione in scuderia.


C' era anche Alex Nureyev, pensavamo potesse affermarsi prima anche per una genealogia più importante. Tony Bin però non scese mai in pista come battistrada». Nel 1986 la svolta. Camici capisce cosa ha davvero dentro Tony Bin: «Arrivò quarto nel Derby, malgrado avesse galoppato addosso a un avversario

. Un vero miracolo. Dissi al signor Gaucci che quel cavallo aveva tanta stoffa. Rientrò in autunno, fini terzo nell' "I- talia" perché corse sciaguratamente in testa, una tattica che non sopportava. Poi fu secondo di Antheus nel Jockey Club». 1987.

Le prime gioie vere: «Ormai era il Tony Bin che avevo in mente: cambio di marcia terrificante e una freddezza da brividi. Infilammo una splendida tripletta: Ellington e Presidente a Toma, poi il Milano».


Seguì il secondo posto a St. Cloud, nel Gran Premio, e la sciagurata missione ad Ascot nelle King George, sempre con in sella Michel Jerome: «All' aeroporto inglese, Tony Bin fu vittima di una caduta: un pezzo di vetro gli procurò una ferita larga, perse litri di sangue. Lo recuperammo in fretta, ma in corsa non ci fu nulla da fare anche se lottò come un leone».

Meritato quindi il primo tentativo nell' Arc de Triomphe a Parigi, con in sella Cash Asmussen: «Fu straordinario. Purtroppo Trempolino ne anticipò la progressione.

Ci rifacemmo nel Jockey Club, poi la brutta sconfitta nel Roma. Avevano tutti paura che Tony non tenesse i 2800 metri e frastornarono Asmussen che non ci capì più nulla e si fece beffare da Orban». 1988. L' anno della gloria. «Tagliato» Asmussen, arriva Pat Eddery che vince ancora Presidente e Milano. Poi le King George. Tony Bin è terzo: «Eddery si è fatto chiudere. Mtoto, che aveva iniziato la sua corsa su Tony Bin, riuscì a sfuggirgli».


Via Eddery. Arriva John Reid, l' uomo della provvidenza: «Volevamo l' Arc, sapevamo che Tony Bin avrebbe potuto vincere. Lo preparammo a San Siro nel Tesio, a Parigi mi regalò la gioia più bella. Quando lo vidi cambiare marcia ai 300 finali mi vennero i brividi. Quella volta Mtoto restò dietro».

La carriera di Tony Bin finisce purtroppo con le due maggiori amarezze per Camici: «Perse il Jockey Club da Roakarad.
Lo affidammo a Dettori. Forse Gianfranco sentì la responsabilità e si fece intrappolare in una corsa con poco ritmo. Senza contare che Carrol House gli galoppò addosso».

Infine la Japan Cup. A Tokio, Tony Bin era già stato venduto agli Yoshida, ma corse ancora con la giubba di Gaucci: «Abbassai il binocolo all' ingresso in retta. Tony Bin era pronto a spiccare il volo, se li sarebbe mangiati tutti. Invece si afflosciò senza progredire. Capimmo il perché dopo: una storta accusata proprio nel momento cruciale. Una maledetta sfortuna». Come quella che venerdì gli ha portato via la vita.

Michele Ferrante
isypan
domenica 10 ottobre 2010 14.32
I NOSTRI CAMPIONI
Ribot, il cavallo imbattibile
Il 27 febbraio 2007 cadde il 50esimo anniversario della nascita di Ribot. Vi riproponiamo il viaggio nei luoghi simbolo della storia del più forte galoppatore della storia pubblicato dalla Gazzetta in quell'occasione
LEXINGTON (Kentucky, Usa) - Che il Kentucky sia terra di cavalli te ne accorgi da 2000 metri di altezza, mentre lo sorvoli con il piccolo aereo della Delta: recinti, fattorie, prati di un verde intenso, a perdita d' occhio. Sensazione che rafforzi con le decine di foto di cavalli, che pendono a ogni lato del piccolo aeroporto di Lexington.

Dicono che sia per via del tipo di terreno, estremamente permeabile: l' acqua penetra, non ci sono pozzanghere, che incoraggerebbero la riproduzione di feroci stormi di zanzare, e favorisce invece la crescita di un' erba altissima e nutriente, che definiscono "blue grass" per la sua tonalità scura.
Dicono che per i cavalli sia come pasteggiare a caviale e champagne ogni santo giorno. E così nel corso dell' ultimo secolo e mezzo han tirato su più di 1500 fattorie. Cavalli, a decine di migliaia. Ma anche università e relative squadre di basket: l'economia del Kentucky sta tutta qui.

Parigi, dicembre 1956: la vittoria di Ribot all'Arc de Triomphe
E' qui che Ribot è venuto a trascorrere più di metà della sua vita e a morire. Pochi minuti di auto dall' accogliente "Blue Grass Airport", numero 3225 della lunghissima Old Frankfort Pike: Darby Dan Farm. Una delle più grandi fattorie della zona, 700 acri, una distesa di verde e di recinti bianchi ben pitturati, una costruzione stile coloniale in cima a una collinetta. Sembrerebbe il posto ideale per tirarci su una casa di riposo.

Invece è il regno di cavalli bellissimi. C' è ancora chi corre, ma la maggior parte sono lì per dare il loro contributo di stalloni, trattati come Lord, anzi, come "Sire". Ribot dal 1960 al 1972 è stato uno di loro. "Non uno qualunque: il migliore".

La puntualizzazione è di John Phillips, 49 anni, comproprietario di tutto questo bendiddio. Era stato suo nonno, John Galbreath, nel 1957 ad acquistare dal colonnello Bradley, il fondatore di "Idle Hour", allora nome della farm. Racconta Phillips: "Mio nonno aveva il pallino per i cavalli stranieri, allora uno dei pochi a pensarla così negli Usa.

Aveva sentito tante storie su Ribot e decise di fare un' offerta. La risposta non gli piacque: "Ribot non è in vendita", si sentì dire. Ma mio nonno era uno cocciuto, da buon americano insistette. Così con i marchesi Incisa, si accordarono per un "leasing": mio nonno avrebbe affittato il cavallo. Prima tre anni, poi altri cinque. Quindi la storia dell' aereo che Ribot rifiutò di prendere. Mio nonno tirò fuori 2 milioni di dollari (1,5 miliardi di allora ndr). Per quell' epoca una cifra impressionante".
Ribot diventò il miglior stallone in circolazione.

Aveva vinto sempre quando correva e vinse ancora con le sue prestazione di maschio doc: i suoi trionfi da "sire" sono un' altra lunga lista nel suo palmares. Anni fa scrivevano che i suoi figli e le sue figlie avevano vinto più corse classiche di qualsiasi altro stallone vivente. Così a Ribot, in un pezzo di prato, la famiglia Galbreath, ha fatto la tomba: per un cavallo, un privilegio raro.

C' è la sua, con al fianco quelle dei suoi figli prediletti, His Majesty e Graustark, fratelli di sangue (stessa madre, Flower Bowl), due grandi campioni. E più in là ci sono le lapidi di Roberto e Star De Naskra e la statua di Black Tony. Soltanto cinque steli, per migliaia di cavalli transitati alla Darby Dan, roba esclusiva per i campioni più celebrati

«Ribot era il migliore - insiste Phillips -. Per la mia famiglia è stato uno dei cavalli che maggiormente ha contribuito al successo della nostra farm". Ventimila dollari a monta, anche tre volte al giorno, per quei tempi, cifre strepitose. "Pensi che oggi prendiamo ancora quella cifra lì, ma trent' anni fa era una follia".
I ricordi di Phillips sono quelli di ragazzino: "La fama di Ribot fece il giro di tutta l' America: era uno stallone "very hot", dicevano che fosse anche mezzo matto. Fa tutto parte della sua leggenda. Era facilmente eccitabile, e sempre propenso a combattere con gli altri. Era aggressivo, come se ci tenesse a far sapere chi era il boss. Gli costruimmo un box speciale per la monta, tutto per lui, come una camera da letto privata.

Ma ci entrò una volta sola. Voleva stare in mezzo agli altri e comandare". Il suo regno è stato una stalla di 4 per 5, con due finestroni. C' è sulla porta ancora il suo nome e le travi alte, sono scheggiate dai suoi denti: "Si alzava sulle zampe e mordeva quelle assi», ricorda Phillips. E pare che solo Floyd Senders, il vecchio groom di colore, che lo accudiva, riuscisse a calmarlo.

Così racconta almeno Gene Palmer, 80 anni, costretto a respirare con l' aiuto dell' ossigeno, allora il general manager: «Floyd era bravo con Ribot. Ma doveva essere l' ultimo a uscire dalla stalla, altrimenti non lo tenevi, faceva il matto, saltava sulla staccionata, si appoggiava ai legni e in più di un' occasione li aveva tirati giù

. Così dovemmo costruirne di più alti e mettere dei sacchi di sabbia come rinforzo". Ricordi e memorie si intrecciano alla leggenda, esattamente come succede quando si evoca una persona amata, che adesso non c' è più da molto tempo. Ribot se n' era andato in una mattina di maggio di trent' anni fa, coliche intestinali, la vecchiaia. L' iscrizione sulla sua tomba mette brividi di tenerezza: «1952-1972, qui giace un campione mai sconfitto». Come si confà ai miti. Nel Kentucky, che fosse solo un cavallo ha poca importanza.
Massimo Lopes Pegna
isypan
domenica 10 ottobre 2010 23.42
I NOSTRI CAMPIONI
STORIA DI SIRLAD CAVALLO SCONFITTO SOLO DAL DESTINO
Repubblica — 24 luglio 1985 pagina 34 sezione: SPORT


SIRLAD, l' ultimo grande crack italiano (dei cavalli allevati non soltanto allenati in casa nostra, intendo dire) non ha avuto fortuna: nel tunnel dei ricordi, ha conservato il fascino del cavallo sfortunato. Purosangue principesco, aveva vinto il 94 Derby.

Aveva battuto l' avversario diretto, Capo Bon, di nove lunghezze. Quando sulla dirittura delle Capannelle aveva staccato il suo volo, la folla (esagerando) aveva fatto il nome di Ribot. Sirlad, che era un cavallo giocoso, era stato svegliato da Di Nardo, il fantino, con un solo colpo di frusta.

Aveva eseguito un cambio di velocità, allungando la falcata. Dagli zoccoli di Sirlad partivano palpebre di prato: erano zolle, che arrivavano come cazzotti sul muso di Capo Bon. Il disgusto di Capo Bon, per la verità, era durato poco perchè Sirlad era scomparso all' orizzonte con tempi di galoppo, che erano salti di dieci metri.

Mansuefatto dalla fatica, Sirlad era rientrato nel recinto del peso non senza avere drizzato le orecchie, messo in allarme dagli applausi, dal brusìo del pubblico. La sua galoppata aveva fatto tornare la folla indietro di vent' anni almeno. Non era il Derby ad indurre i patiti all' immagine di Ribot (perchè il Derby, a causa della mancata iscrizione della fattrice, come imponeva allora la formula, Ribot non l' aveva disputato) e nemmeno la giubba chè quella di Ribot era la famosissima casacca bianca crociata di rosso di Dormello

. Neanche il mantello era di Ribot - questi era baio e Sirlad un sauro. Nè la mole: Ribot era apparentemente piccolo o Sirlad apparentemente... vasto. Era piuttosto lo stile di corsa: la galoppata isolata, con gli altri disseminati, sperduti per la pista.

Il modo, insomma. Sirlad eguale a Ribot, si diceva. Sirlad eguale a Nearco, si sussurrava. Sirlad è eguale a Sirlad, mi aveva detto quindici giorni prima del Derby, a San Siro, il suo allenatore, Gaetano Benetti. Era una sera di aprile. Le corse erano finite da poco. Gaetano Benetti mi aveva invitato all' ultima ispezione di giornata delle sue scuderie, che hanno il vecchio incanto delle costruzioni di un tempo. Una testa che si allungava dalla finestra del box: una testa ingentilita da una lista bianca.

Sirlad. A rassicurarlo c' era l' uomo che lo curava e Wamadio, il cavallo che gli faceva da gregario. "Le presento Sirlad e Leopoldo, sorrise Benetti. Leopoldo Cancioni da Napoli". Sirlad ci guardava con un occhio attento, buono. "Vede - mi spiegava Gaetano Benetti - certi cavalli hanno un occhio che pare un bottone, un bottone ricucito sul muso. Ne diffidi. Non vedrà mai un vincitore con uno sguardo stupido. Osservi Sirlad".

"Un cristiano, era intervenuto l' artiere. E' allegro, stia attento. Poichè ci ha simpatia... pizzica". Sirlad sembrava indaffaratissimo a cercare qualcosa nelle tasche del mio impermeabile. Ma questi belli a quattro gambe, mi chiedevo, saranno davvero molto più d' una espressione fisica. "Lo sono, lo sono, assicurava Gaetano Benetti. Fanno una vita forse monotona, regolata dalle rigide leggi della scuderia ma afferrano il senso della corsa: e la affrontano, secondo il temperamento, con sicurezza o con freddezza, con generosità o con dispetto. Il crack ha testa. Capisce ciò che gli si chiede".

La cesta dei ricorrdi venne rovesciata davanti al box di Sirlad, che cercava le carote di cui era ghiotto. A Gaetano Benetti, quegli episodi autentici, dovevano essere stati raccontati da Mario Benetti, suo padre, grande allenatore e maestro, uomo di assoluta probità, uno di quegli uomini a cui potresti affidare l' educazione di tuo figlio. Seppi di Niger, di Radice Fossati, che tentava di addentare il cavallo che lo superava: e di Crapom, che nel G.P. di Ostenda, faceva ammattire Paolo Caprioli, che lo doveva reggere sulla linea di corsa mentre lui, Crapom, aveva deciso di deviare perchè voleva mordere lo stivale del fantino Brether, che montava Gris Perle, reo di averlo colpito involontariamente con la cravache.

E ancora, di Nearco, che, nel paddock dell' allevamento, costringeva i compagni contro lo steccato, allargando vieppiù i cerchi del suo galoppo, in tale modo affermando la sua autorità di capomandria. E di Ribot, che, a Parigi, vide un cavallo scosso, Hidalgo, che aveva disarcionato il suo cavaliere. Ribot scappò via sostenuto da Camici, per vincere l' Arc ma anche per osservare da vicino quell' intruso e liberarsene. La fama di Sirlad era avanzata e avanzava, fuor dai confini della scuderia, nella fantasia degli italiani.

Con Gaetano Benetti ho una consuetudine amichevole. Gaetano ha sempre avuto in simpatia chi ama i cavalli. Gli facevo visita, cercando di non importunare lui e il suo allievo Sirlad. La porta della scuderia dei Benetti era aperta alla speranza. "Nel Criterium, a due anni, diceva Benetti, Sirlad è balzato dalla quinta alla prima posizione, allungandosi non appena ha veduto la luce davanti a sè. Ha vinto il Filiberto, il Derby". Il Milano, sarà il test per le King George Stakes ad Ascot. E tu che ne pensi, Tonino?

E Tonino Di Nardo, il fantino: "Io non ho mai montato un cavallo così importante". Imparavo quanto fosse arduo lavorare questa delicata materia viva (il purosangue) che reagisce, che si inalbera, che si accascia, che bisogna sostenere con la punta dei nervi, sempre. L' indomani del Derby, Sirlad valeva già un miliardo e mezzo (1500 milioni del ' 77). Le speranze erano enormi, giustificate. Anche gli astri deponevano a favore di Sirlad. Le riflessioni della "selleria", le conoscevo

. Le premesse c' erano tutte. Il proprietario l' ingegner Oddino Pietra, industriale bresciano, che obbedisce, digiuno d' ippica, a una felice ispirazione: compra La Tesa, la tenuta che i signori Crespi (Razza del Soldo) liquidano. L' ingegner Pietra che induce Enrico Fanti, un talento, il direttore dell' allevamento, a rimanere. Fanti, che desidera per le nozze della fattrice Soragna, lo stallone americano Bold Lad: e l' agente Eugenio Colombo che gli procura, negli States, la monta di Bold Lad. Nascita di Sirlad. Nè basta: il proprietario, come soltanto si legge nella favola dell' ippica, che lascia fare, che non mette il naso indagatore in scuderia, che ascolta e obbedisce all' allenatore.

(Poi non accadrà più: lo fuorvieranno le amicizie degli snob). Il clan aveva, dunque, ragione di credere in Sirlad. FINI' LA SUA CORSA IN USA ERA ormai deciso. Nel Gran Premio di Milano, l' imbattuto Sirlad avrebbe affrontato Infra Green, una cavalla francese di qualità. La grande attesa, cominciava qui. Ogni uscita di allenamento di un crack, si sa, è un' autentica corsa. Non può essere altrimenti. Il crack mette fuori uso l' accompagnatore. Il povero Wanadio sventolava la sua criniera già come una bandiera di resa. Il batticuore in scuderia era continuo, anche se il cavallo lavorava benissimo in pista grande. L' infarto, mi confidava Benetti, qui, è dormiente.

"Lei, all' alba, apre la porta del box e teme di vedere il suo crack in contemplazione dell' avena, che non ha toccato. Occorrono, poi, mesi per ricuperare uno, due lavori compiuti". Quale introduzione al "Milano", venne scelta un' uscia pubblica, sui duemila metri, ossia una corsa. Sirlad vince: arrivo, però, non bellissimo. Il "Milano" finalmente. Fu un "Milano" record: 2' 26" 1/5 sui 2400 metri di San Siro, che non regalano niente a nessuno. Un tempo americano.

Un Gran premio formidabile. Infra Green seguiva come un' ombra Sirlad scatenato per attaccarlo con inaudita violenza, a 600 metri dal palo. Sirlad, provocato, reagiva con adeguate accelerazioni. La spuntava di tre quarti di lunghezza. Nel dopocorsa molti visi scettici. "E' un grande cavallo ma con Ribot non c' entra" diceva il veterinario Bassignana. "Rimandi di un anno Ascot", consigliava Vittadini. "Quella femmina malvagia, imbottita di vitamine" protestava lo scudiero di Sirlad, rivolto a Infra Green, che nitriva pur essa indispettita. Viaggio fastidioso, in aereo. Ascot.

Lavori affascinanti: il sauro rubava l' occhio: una massa di sei quintali, racchiusa da una linea di rara bellezza, scatenata a settanta orari, che il fantino trattiene a malapena. A una settimana dalle King George Stakes, il galoppo di Sirlad, che calamita il verde della pista, tradisce uno sgarro lieve, che non sfugge all' occhio esperto di Gaetano. Schinella ovvero un' incrinatura allo stinco, subito sotto il ginocchio. Maledizione! Non resta che ritornare a Milano. Speranze e delusioni si alternano, nella vita di un allenatore ma, nel caso, c' è da rimanere secchi, aggrappati alle redini come ad un filo d' alta tensione.

Per Benetti era come se una mano gli avesse frugato il cuore. Sotto la pelle dello stinco dell' anteriore destro di Sirlad galleggiava un seme di riso, una frattura minuta, un' incrinatura. Il cavallo dovette rimanere ingessato, chiuso nel box, due mesi e mezzo, senza muovere un passo. Scuoteva la testa bionda, addentava la finestrella di legno. "Lunghe passeggiate, trotto, riproveremo un altro anno"

. Sopra il box di Sirlad c' era un riquadro risplendente di luce, ornato di due tende di bucato. L' abitazione di Di Nardo, attento ad ogni rumore. Passò l' inverno freddo e la primavera. Sirlad si ostinava a non abbandonare la sua mole senza sospetto su quell' anteriore destro, che Benetti senior sosteneva "pulito". Si decise, infine e rientrò.

In uno di quei mercoledì di San Siro, zeppi di competenza, piantò Mash ad infinite lunghezze. 1800 metri in 1' 49", nuovo limite della pista. La scuderia aveva scelto una classica internazionale l' Arc de Triomphe, ovviamente preceduto da un test esigente, il Ganay. Sirlad correrà bene il Ganay. Attaccherà al termine della discesa. Non gli riuscirà di contenere Trillon. Cederà il secondo posto a Balmerino, in fotografia. Finirà terzo.

Sarebbe stato inutile correre l' Arc de Triomphe anche perchè al via si schierava il grandissimo Alleged. Il suo addio italiano fu un comico non piazzato, nel Milano, a fianco di Sortingo, il fratellastro che la madre Soragna gli aveva dato, che aveva un orecchio stranamente candido, quasi glielo avessero immerso nel bianco di Spagna. (Sortingo vincerà per Benetti e per un proprietario giapponese il Milano dell' anno successivo).

Un mattino del ' 78, si affacciarono nel cortile della scuderia Benetti gli americani. Due signori alti, sicuri di sè, ottimisti. Statura, muscoli, dollari: un veterinario di fiducia visitò Sirlad. Cavallo di levatura internazionale, sentenziò, da operare alla laringe. L' acquisto per conto del signor Abram S. Hewett era cosa fatta. Operato nel Kentucky, Sirlad riacquistò una forma eccezionale.

Vittoria in una "graded" a Hollywood Park: nella Hollywood Gold Cup, Sirlad impegnerà allo spasimo uno dei più grandi cavalli in assoluto: Affirmed, (secondo a tre quarti di lunghezza dal fenomeno). "In Italia gli "uomini" chiedevano notizie di Sirlad. Entrato in razza nel 1980, Sirlad morirà alla Spendthrift Farm di Lexington, per una misteriosa infezione. L' ippica italiana ha voluto bene a Sirlad forse più che a Nearco e a Ribot, i cui successi erano tanto netti da suscitare una specie di rabbia. Il fascino segreto del cavallo sfortunato. - di MARIO FOSSATI
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25/04/2011 09:21

Tony Bin, il fuoriclasse generoso che conquistò anche la Francia
09 gennaio 2005 — pagina 8 sezione: MILANO

Un lettore mi ha chiesto quale sia il ruolo degli italiani del «galoppo» nell' ippica, dei grandi proprietari intendo. In Italia i grandi proprietari di nuovo conio sono stati il dottor Vittadini e l' avvocato D' Alessio. Il dottor Vittadini, che ha passato la stecca a sua figlia Franca, appassionata e colta, ha vinto il Derby di Epsom. D' Alessio, l' avvocato, purtroppo è scomparso. Aveva trasformato in un hobby una professione, proprietario a tempo pieno, che ogni anno comprava cinquanta puledri scelti e che rinnovava il suo materiale con una rapidità encomiabile. Nell' ippica le entrate e le uscite sono velocissime. La sua era la ricetta giusta. D' Alessio si avvaleva di una forte competenza personale e di collaboratori eccellenti. Dici Tony Bin e io rivedo la figura massiccia di Luciano Gaucci, allora vicepresidente della Roma, che il caotico calcio ci ha rubato. Gaucci non assomiglia a nessun altro proprietario romano: non all' onorevole Fiammingo, il patron del leggendario Manistee, a cui la passione popolare dava maledettamente sul nervo. E nemmeno all' avvocato D' Alessio, che osservava Epsom, gli ippodromi francesi e americani con naturale distacco. Gaucci voleva partecipare all' uomo della strada i suoi successi. Dopo il secondo posto nell' Arc (prima partecipazione di Tony Bin all' Arc), Gaucci non esita a impegnare il cavallo nel Jockey a Milano, perché i milanesi lo possano festeggiare. San Siro dedica a Tony Bin un' ovazione di dieci minuti e Gaucci schiettamente se ne compiace. Sogna per Tony Bin una carriera a cinque punte: Gran Premio di Milano, King George, Arc de Triomphe, Champion Stakes. La sua scuderia si chiama White Star, una denominazione che a me suscita ricordi d' infanzia del clan dei giorni in cui si giocava agli indiani. Il carattere di Tony Bin è di corridore nato, da capo torma che deve e vuole raggiungere la testa della fila. Il nostro Tony Bin è sempre venuto a capo di vicende drammatiche o tumultuose. A dirne la generosità tre episodi. Queen Elizabeth Stakes. Trasferimento da Milano Malpensa a Southampton. Il viaggio viene anticipato di un giorno perché Tony Bin stranamente rifiuta di salire sull' aereo. L' indomani si parte, via Marsiglia. Sbarco. Imbarco sul van per Ascot. Un jet sorvola il van. Un fragore esplosivo. Tony Bin scarta, sbatte la testa contro le pareti, si produce ferite, escoriazioni. Un lago di sangue. Sosta in una clinica equina. Il veterinario delle scuderie di Ascot scrolla il capo. Non vorrebbe concedere il nulla osta per la corsa. Tony Bin guarisce per .... telepatia, dichiara il dottor Brotto. Quinto all' arrivo, nessuno in quelle condizioni avrebbe saputo fare tanto. Arc de Triomphe. Nell' Arc, fra tanti cavalli che sono oro a 18 carati, l' Aga Khan ne allinea tre. Tony Bin lì ci sta bene. è nel cuore del gruppo, che si apre in dirittura come una pesca. Tony Bin vede la luce davanti a sé: guadagna la pista con balzi di sette, otto metri. Infila Templerino, che gli era sfuggito e annienta Refrence Point battutissimi. Jockey Club, Tabayaan da battere e quella gatta di Lady Bentley. Vince. Tony Bin è fra i primi dieci cavalli che ho veduto, commenta un horseman di San Siro. - MARIO FOSSATI
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TONY BIN
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25/04/2011 09:30

DAL FILM " SEABISCUIT "
www.youtube.com/watch?v=dzKOYWsCFXE&feature=related
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26/04/2011 07:04

Re: DAL FILM " SEABISCUIT "
mauretto58, 25/04/2011 09.30:

http://www.youtube.com/watch?v=dzKOYWsCFXE&feature=related




www.youtube.com/watch?v=gdgNJfmhKfY&NR=1&feature=fvwp
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27/04/2011 19:46

HYPPO-GROUP CAPANNELLE
www.capannelleippodromo.it/archivio_presentazioni.php?a...
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04/05/2011 16:51

SABATO 07 MAGGIO 2011----- E' IL GIORNO DEL DERBY--------- SPORTIVI INTERVENITE NUMEROSI---------
Le dotazioni, le proposizioni ed il calendario delle corse pubblicate sono suscettibili di variazione in relazione alle definitive determinazioni dell'UNIRE
Quarantatreesimo giorno - Sabato 7 maggio 2011



PREMIO DIONISIA (Condizionata)
(27.500) per cavalli di 2 anni che non abbiano vinto un premio di 10.625. Peso kg 56. .Sopraccarico di kg 1 1/2 ai vincitori di un premio di 8.500. Metri 1200 circa. (Pista dritta).

PREMIO 128^ DERBY ITALIANO BETTER (Gruppo II)
(814.000) per maschi interi e femmine di 3 anni. Peso kg 58. Metri 2200 circa. (Pista grande).
Chiusura delle iscrizioni Giovedi 31 marzo: ore 12.
Chiusura delle iscrizioni supplementari Mercoledi 4 maggio: ore 12.
Forfeit di 1.850,00 se dichiarato Lunedi 18 aprile: ore 12.
Forfeit di 3.700,00 se dichiarato Lunedi 2 maggio: ore 12.
Iscrizione supplementare 62.900,00
Forfeit di 5.550,00 se non dichiarato partente Giovedi 5 maggio: ore 9.30
Entrata di 7.400,00.
La corsa sarà preceduta dalla sfilata.
Coppa offerta dall’Unire al Proprietario del vincitore.
Coppa offerta da Hippogroup Capannelle all’Allenatore ed al Fantino del vincitore.
Coppa offerta dall’Anac all’Allevatore del cavallo italiano meglio classificato tra i primi 3 arrivati purchè socio Anac.
Oggetto offerto dall’Anap all’Allevatore del cavallo italiano meglio classificato tra i primi 3 arrivati purchè socio Anap.

PREMIO TULLIO RIGHETTI (Listed)
(61.600) per cavalli di 3 anni che non abbiano vinto una corsa di Gruppo 1 dal 7 dicembre. Peso kg 56. Sopraccarico: ai vincitori in carriera di una listed o piazzati 2^ o 3^ in corse di gruppo 2 o 3 kg 2; ai vincitori di 2 listed o piazzati 2^ o 3^ in corse di gruppo 1 kg 3; ai vincitori dal 1 giugno dell'anno precedente di una corsa di Gruppo 1 o 2 o 3 kg 4. Metri 1600 circa. (Pista grande).

PREMIO MARTINO ALONSO (Handicap ad Invito - Ev.Corsa Tris)
(11.000) per cavalli di 3 anni ed oltre. Metri 1200 circa. (Pista dritta).

PREMIO TUDINI (Gruppo III)
(88.000) per cavalli di 3 anni ed oltre. Pesi: anni 3 kg 53, anni 4 ed oltre kg 57 1/2. Sopraccarico: ai vincitori dal 1 agosto di 2 listed kg. 1; di una corsa di gruppo 3 o 3 listed kg. 2; di una corsa di gruppo 2 kg. 3; di una corsa di gruppo 1 kg 4 1/2. Metri 1200 circa. (Pista dritta).
Chiusura delle iscrizioni Giovedi 7 aprile: ore 12.
Chiusura delle iscrizioni supplementari Mercoledi 4 maggio ore 12.
Forfeit di 200,00 se dichiarato Martedi 26 aprile: ore 12.
Forfeit di 400,00 se dichiarato Lunedi 2 maggio: ore 12.
Iscrizione supplementare 6.800,00.
Forfeit di 600,00 se non dichiarato partente Giovedi 5 maggio ore 9.30
Entrata di 800,00.
Oggetto offerto dalla Famiglia al Proprietario, all’Allenatore ed al Fantino del vincitore.
Coppa offerta dall’Unire al Proprietario del vincitore.
Coppa offerta dall’Anac all’Allevatore del cavallo italiano meglio classificato tra i primi 3 arrivati purchè socio Anac.
Oggetto offerto dall’Anap all’Allevatore del cavallo italiano meglio classificato tra i primi 3 arrivati purchè socio Anap.

PREMIO JOSEPH CASSAR (Handicap)
(19.800) per cavalli di 3 anni ed oltre che non abbiano vinto dal 7 gennaio un premio di 12.750 o dal 17 aprile un premio di 8.500. Metri 1500 circa. (Pista grande).

PREMIO CARLO D'ALESSIO (Gruppo III)
(88.000) per cavalli di 4 anni ed oltre. Peso kg 55. Sopraccarico: ai vincitori dal 1 agosto di 2 listed o una corsa di gruppo 3 kg. 1; di una corsa di gruppo 2 kg 2; di una corsa di gruppo 1 kg 3 1/2. Metri 2400 circa. (Pista derby).
Chiusura delle iscrizioni Giovedi 7 aprile: ore 12.
Chiusura delle iscrizioni supplementari Mercoledi 4 maggio ore 12.
Forfeit di 200,00 se dichiarato Martedi 26 aprile: ore 12.
Forfeit di 400,00 se dichiarato Lunedi 2 maggio: ore 12.
Iscrizione supplementare 6.800,00.
Forfeit di 600,00 se non dichiarato partente Giovedi 5 maggio ore 9.30
Entrata di 800,00.
Coppa Challenge offerta dalla Famiglia al Proprietario che avrà vinto la corsa 3 volte in 5 anni.
Coppa offerta dalla Famiglia al Proprietario del vincitore.
Piatto offerto dalla Famiglia all’Allenatore ed al Fantino del vincitore.
Coppa offerta dall’Unire al Proprietario del vincitore.
Coppa offerta dall’Anac all’Allevatore del cavallo italiano meglio classificato tra i primi 3 arrivati purchè socio Anac.
Oggetto offerto dall’Anap all’Allevatore del cavallo italiano meglio classificato tra i primi 3 arrivati purchè socio Anap.

PREMIO EDMONDO BOTTI (Handicap Principale C)
(33.000) per cavalli di 4 anni ed oltre che non abbiano vinto dal 7 maggio 2010 una corsa di gruppo 2 o che dal 7 novembre non abbiano vinto un premio al proprietario di 21.250 o che dal 7 febbraio non abbiano vinto un premio al proprietario di 17.000 e che nelle ultime 3 corse si siano piazzati in corse con premio al proprietario del vincitore di almeno 4.250 o abbiano vinto un premio di almeno 3.400. Metri 2400 circa. (Pista derby).

PREMIO ITALIAN LADIES' RACE (Piana - Handicap ad invito - Discendente - Amazzoni)
TROFEO WIND
( Fegentri World Championship Race for Lady Riders)
(12.000) per cavalli di 4 anni ed oltre che non abbiano vinto nell'annata un premio di 8.500. Metri 1700 circa. (Pista grande).
I cavalli iscritti e partenti in detta corsa devono, in primo luogo, essere messi a disposizione delle Amazzoni straniere designate dai loro Club.
Nelle operazioni di sorteggio delle monte sara’ tenuto conto della disponibilita’ di peso precedentemente dichiarata.
Sono ammesse a partecipare solo le Amazzoni dilettanti socie dell’AGRI e dei Club affiliati alla Fegentri che abbiano vinto almeno 5 corse in carriera.
Il proprietario del vincitore versera’ il 3% del valore nominale del premio alla Fegentri.
Coppa offerta da Hippogroup Capannelle alla Amazzone del vincitore.
Targa Hippogroup Capannelle a tutte le partecipanti alla corsa.

PREMIO DOMENICO ARNALDI (Piana - Handicap ad invito - Discendente - G.R. ed Amazzoni)
(12.000) per cavalli di 4 anni ed oltre che non abbiano vinto nell'annata un premio di 8.500. Metri 2200 circa. (Pista piccola).
Coppa Challenge offerta dalla Famiglia al Cavaliere che vincerà la corsa 3 volte in 6 anni con cavallo di sua proprietà da almeno 30 giorni.
Coppa offerta dalla Famiglia al Cavaliere del vincitore.

Chiusura delle iscrizioni Giovedi 28 aprile: ore 12.
Pubblicazione dei pesi corse handicaps entro Mercoledi 4 maggio: ore 12.
Pubblicazione dei pesi Martedi 3 maggio: ore 17.
Dichiarazione dei forfeits Mercoledi 4 maggio: ore 10.
Dichiarazione dei partenti Giovedi 5 maggio: ore 9,30.
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04/05/2011 16:54

DERBY

IL "DERBY-DAY" TRA MUSICA, MODA, ELEGANZA E SAPORI D’ITALIA


Il “Derby day” non sarà soltanto una giornata di sport, ma un vero e proprio evento di costume ed eleganza. Sabato 7 maggio l’ippodromo di Roma Capannelle alza il sipario sul 128° Derby Italiano Better, la corsa faro della stagione dei grandi eventi di primavera, che sarà affiancata anche quest’anno da un ricco corollario di eventi e manifestazioni. Il colore sarà l’elemento dominante con la tradizionale “Hat Parade” che rappresenta un’occasione quanto mai unica per tutti gli ospiti di sfoggiare i cappelli più esclusivi e stravaganti, come nella più classiche delle tradizioni britanniche, e di partecipare al concorso di eleganza che vedrà premiati, da una giuria creata ad hoc, gli abiti più affascinanti. L’eleganza sarà protagonista anche nella tradizionale sfilata di moda, organizzata dall’Accademia Internazionale di Alta Moda e Costume Koefia, partner ormai da molti anni dell’ippodromo romano. In passerella quest’anno 42 modelli realizzarti dagli studenti del terzo anno sul tema “Gran Premio: omaggio a Liz Taylor”. Gli abiti saranno ispirati infatti al film Gran Premio del 1944, in cui la stella americana fece la sua prima apparizione come protagonista interpretando Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo per vincere il Grand National. Il tutto confezionato in un’atmosfera assolutamente suggestiva creata dalla jazz band itinerante Roman Dixieland Few Stars di Michele Pavese che allieterà gli ospiti durante gli intervalli delle corse. Per gli amanti dei buoni sapori ci sarà l’opportunità di assaggiare e acquistare i migliori prodotti enogastronomici e artigianali delle varie regioni italiane con la manifestazione “150 anni di sapori d’Italia”, ospitata proprio nelle aree dell’ippodromo. Un occhio di riguardo come sempre per i bambini che avranno a disposizione, oltre al grande parco dell’ippodromo attrezzato con giochi e gonfiabli, le attività della Ludoteca e dell’Hippoteatro che coinvolgeranno i piccoli ospiti con animazione, musica, laboratori didattici, spettacoli teatrali, clown e burattinai. Come ogni anno l'associazione culturale Rem Aleph e la Compagnia delle Bollicine organizza una festa sul tema “il Derby dei Cavalluci". Sul prato della Ludoteca, i clown Bigné, Pedropan e il Capitano daranno il via alla formazione di squadre per concorrere al lancio del ferro di cavallo, salto dei paglioni e carosello al galoppo. Poi si lavorerà alla realizzazione del grande affresco-collage dei cavalli del mondo. Sempre per i più piccoli sarà possibile provare il “battesimo della sella” con i pony. In ippodromo inoltre sono presenti due bar, un ristorante, un’agenzia di scommesse e i maxi-schermi per seguire anche le partite di calcio. Un’occasione da non perdere per vivere una giornata unica.
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06/05/2011 18:42

PROGRAMMA CORSE ----- Giornata DERBY---------- 07.05.2011 ore 14,00------------
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