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Pomezia

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2011 20:01
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07/04/2011 12:10

da professione calcio
POMEZIA, TANZI: "SENSAZIONI NON POSITIVE. CI SONO PRESSIONI DAL CATANZARO"
Scritto da Flavio Grisoli


Oggi è il fatidico giorno nel quale si conoscerà il futuro del Pomezia. La compagine laziale, che milita nel girone C di Seconda Divisione è oggetto del deferimento da parte del Procuratore Federale per presunte irregolarità nella domanda di ripescaggio operata la scorsa estate per partecipare tra i professionisti. La richiesta da parte dell'accusa è la declassazione all'ultimo posto dei rossoblù e la retrocessione a tavolino. Il direttore generale del Pomezia Claudio Tanzi ha dichiarato per noi pochi minuti fa: "I giudici della Commissione Disciplinare sono entrati adesso per decidere. Probabilmente stasera, o al massimo domattina, si saprà la sentenza. Le mie sensazioni? Non buone, se devo essere sincero, perché la Procura chiede la retrocessione, e perché ci sono delle pressioni esterne". Le pressioni di cui parla Tanzi provengono da Catanzaro, fanalino di coda del girone e gravato da problemi economici e societari ingenti, da cui si sono levate voci che chiedono insistentemente la retrocessione dei laziali perché, a loro dire, a questo campionato non avrebbero dovuto neppure prendere parte: "Da Catanzaro premono per farci retrocedere - aggiunge Tanzi - e probabilmente loro sono più importanti del Pomezia, non so…Se ci dobbiamo attenere semplicemente alla legge, la nostra retrocessione non ci sta in nessun modo, ma se entrano in gioco altri fattori, allora…Purtroppo siamo in Italia".
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07/04/2011 19:48

(365) – DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE A CARICO DI: MAURIZIO
SCHIAVON (Presidente del C.d.A. e Legale rappresentante della Società Pomezia
Srl) E DELLA SOCIETÀ POMEZIA Srl • (nota N°. 6600/901pf10-11/SP/blp del
21.3.2011).
Con nota del 21.3.2011 il Procuratore federale ha deferito a questa Commissione il Sig.
Schiavon Maurizio, Presidente del C.d’A. e legale rappresentante della Società Pomezia
Srl e la predetta Società, per rispondere:
• il primo, della violazione di cui all’art. 1, comma 1, CGS, in relazione all’art. 8, comma 4,
CGS, per avere ottenuto, mediante il deposito di documentazione contabile falsa, il
ripescaggio della Società Pomezia Srl al campionato 2010/2011 di Lega Pro, Seconda
Divisione;
• la seconda, a titolo di responsabilità diretta ai sensi dell’art. 4, comma 1, CGS vigente,
per la condotta ascritta al suo legale rappresentante.
Nei termini loro assegnati, i deferiti hanno fatto pervenire la memoria difensiva in atti.
Alla riunione del 7.4.2011 il rappresentante della Procura federale, riportatosi agli atti del
deferimento, ha chiesto l’applicazione delle seguenti sanzioni:
- inibizione di anni 5 (cinque) con proposta di preclusione per Schiavon Maurizio;
- retrocessione all’ultimo posto in classifica per la Società Pomezia Srl.
Il difensore dei deferiti, riportatosi alle memorie in atti, ha concluso per il loro
proscioglimento.
Ad avviso della Commissione i fatti ascritti agli incolpati costituiscono violazione delle
norme federali vigenti e comportano l’applicazione delle sanzioni di cui al dispositivo.
Con nota del 18.2.2011 la Co.Vi.So.C. trasmetteva alla Procura federale le risultanze della
verifica ispettiva eseguita presso la Società deferita il 22.12.2010.
Era emerso, da detta verifica, che il versamento di € 740.000,00 eseguito il 23.7.2010 dal
socio unico Michele Pannunzio, con contestuale dichiarazione di postergazione, per
consentire il ripescaggio della Società nel campionato 2010/2011 non era mai stato
accreditato sul conto corrente della Società.
La circostanza induceva la Co.Vi.So.C. ad eseguire una verifica dell’esito dell’ulteriore
versamento di € 330.000,00 asseritamente eseguito dal socio, sempre per la
capitalizzazione della Società finalizzata al ripescaggio nel citato campionato.
2
Anche tale secondo versamento non risultava accreditato sul conto corrente della Società.
Sulla contestata veridicità di tali documenti la Società non ha obiettato alcunché.
V’è da dire, poi, quanto al versamento di € 740.000,00 riferito al finanziamento Socio in
conto futuro aumento di capitale, che il finanziamento veniva eseguito espressamente in
previsione del ripescaggio, alla cui domanda del 23.7.2010 veniva allegata la relativa
contabile.
Nella consapevolezza, dunque, della inidoneità della capitalizzazione autonomamente
avvenuta già in epoca precedente, mediante il conferimento del 100% del capitale della
Società “Pomezia Società Agricola a Responsabilità Limitata”, la Società riteneva di
allegare alla domanda di ripescaggio la contabile del versamento riferito al finanziamento,
evidentemente ritenuta indispensabile ai fini del suo accoglimento.
Priva di pregio, pertanto, resta l’eccezione che, stante la precedente capitalizzazione, la
Società avrebbe avuto comunque titolo a vedersi accogliere la domanda di ripescaggio.
Era noto alla Società, infatti, che la capitalizzazione mediante conferimento della Società
agricola non sarebbe stata ritenuta idonea dalla Co.Vi.So.C., in quanto operazione non
compatibile con l’art. 3 dello Statuto sociale.
Sicché, con delibera del 21.7.2010, dato atto della necessità della sua capitalizzazione in
previsione della domanda di ripescaggio, la Società decideva di effettuare un
“finanziamento Socio in conto futuro aumento di capitale sociale dell’importo di
€.740.000,00”.
Il 23.7.2010, poi, all’esito dell’assemblea, il socio unico Pannunzio Michele comunicava
alla Società di avere eseguito il versamento in pari data.
Lo stesso avveniva con riferimento al versamento di € 330.000,00 del 27.7.2010, di cui il
Socio dava atto alla Società in data 27.7.2010, anche in questo caso contestualmente alla
dichiarazione di postergazione.
La falsità della documentazione prodotta emerge senza ombra di dubbio dallo stesso
verbale d’assemblea ordinaria del 2 marzo 2011, dai deferiti allegato alla memoria
difensiva sub doc.6. In detto verbale, con riferimento al già deliberato “finanziamento Socio
in conto futuro aumento di capitale sociale dell’importo di € 740.000,00”, la Società
deliberava di ratificare lo stesso “per fare fronte ad eventuali fabbisogni finanziari della
Società rispetto al regolare adempimento degli impegni dalla stessa assunti cin riferimento
alla stagione 2010-2011 e come tali da corrispondersi subordinatamente al verificarsi del
fabbisogno finanziario, anche attraverso tranche di importi differenti”. Confermava in tal
guisa, la Società, l’omesso versamento della somma di € 740.000,00 alla data del
23.7.2010; l’omesso versamento della ulteriore somma di € 330.000,00 del 27.7.2010 e,
quindi, la non veridicità della documentazione prodotta.
Della violazione ascritta al legale rappresentante risponde, a titolo di responsabilità diretta,
anche la Società (art. 4, comma 1, CGS).
Ritenuto che la fattispecie dedotta configura violazione dell’art. 8, comma 4, CGS, in
quanto in mancanza della documentazione prodotta la Società non avrebbe potuto
conseguire il ripescaggio nel campionato 2010-2011 di Lega Pro, Seconda Divisione, e
che tale violazione è punita con una delle sanzioni previste dalle lettere g), h), i), l) dell’art.
18, comma, 1, CGS, sanzioni congrue sono quelle di cui al dispositivo.
P.Q.M.
Dispone l’applicazione delle seguenti sanzioni:
3
• inibizione di mesi 18 (diciotto) ed ammenda di € 20.000,00 (€ ventimila/00) a carico di
Schiavon Maurizio;
• penalizzazione di punti 15 (quindici) in classifica generale da scontarsi nella corrente
stagione sportiva a carico della Società Pomezia Srl.
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07/04/2011 20:01

da passione calcio
ARRESTATO IL PATRON DEL POMEZIA DI MARIO
Il costruttore Raffaele Di Mario, titolare del gruppo Dimafin, è stato arrestato questa mattina

di Luca Lo Iacono

Dal sito www.ilmessaggero.it


ROMA - Il costruttore Raffaele Di Mario, titolare del gruppo Dimafin, è stato arrestato questa mattina, insieme ad altre due persone, dagli uomini del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, sulla base di un'ordinanza emessa dal gip Marina Finiti su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Maria Francesca Loy, Giuseppe Cascini e Maria Sabina Calabretta. Bancarotta fraudolenta per distrazione, reati fiscali e false fatturazioni, sono i reati contestati a Di Mario e a Lucio Giulio Capasso e Paola Ronzio, titolari di cariche sociali all'interno del gruppo Dimafin, dichiarato fallito dal Tribunale di Roma il 29 marzo. Si tratta della stessa società che nel 2004 comprò per 34milioni di euro Palazzo Sturzo all'Eur, per 40 anni sede della Dc.

Al centro degli accertamenti la vendita del centro commerciale Dima Shopping Bufalotta dalla Niccodemi (società riconducibile al costruttore) per 108 milioni a Banca Italease a Roma. Secondo gli inquirenti la Niccodemi non avrebbe pagato imposte per 26,6 milioni sulle plusvalenze ottenute dalla vendita e in seguito avrebbe svuotato la Niccodemi del capitale e portata al fallimento con distrazioni per complessivi 52,5 milioni, per lo più in favore della società Primula, anch'essa riconducibile a Di Mario.

Le Fiamme gialle hanno anche eseguito sette perquisizioni e sequestri preventivi di beni immobili a Pomezia, dove Di Mario possiede, tra l'altro, il polo alberghiero Hotel Selene, affiliato alla catena Best Western e diversi impianti sportivi.
[Modificato da misterc22 07/04/2011 20:01]
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