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Sla, studio "scagiona" il calcio

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2009 23:51
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27/07/2009 23:51

Ma non l'abuso di farmaci
Presentato a Roma uno studio della commissione scientifica Figc, finanziato in parte con una multa di Enrico Preziosi: "Il calcio non fa venire la Sla, serve una forte predisposizione genetica e un'interazione con l'ambientE

ROMA, 27 luglio 2009 - Nessuna relazione tra calcio e Sla, anche se non si può escludere ancora che l'abuso di farmaci, in particolare gli antiinfiammatori di per sè non dannosi, possano essere uno dei fattori della malattia. "Il calcio non fa venire la Sla, serve una forte predisposizione genetica e un'interazione con l'ambiente". Così il professor Paolo Zeppilli, coordinatore della commissione scientifica della Figc, esclude che l'attività professionistica del calciatore possa causare la Sclerosi laterale amiotrofica, da molti ribattezzata come la malattia dei calciatori.

LO STUDIO — La commissione scientifica della Figc, che ha stanziato 250mila euro di budget per questa ricerca sulla Sla (100mila devoluti da una multa comminata dal Presidente del Genoa, Enrico Preziosi), ha annunciato oggi i risultati dello studio condotto dal professore Mario Sabatelli, pubblicato anche sulla rivista medica inglese Human Molecular Genetics, che ha permesso di individuare uno dei meccanismi della Sla. "Adesso conosciamo il difetto genetico e il meccanismo della malattia - ha aggiunto Zeppilli, che ha monitorato 245 pazienti -. Certo non possiamo escludere che ci siano altri difetti. Questa ricerca ci ha permesso di trovare un modello reale, fino ad oggi solo teorico, di interazione tra fattori genetici predisponenti e ambiente nella Sla. I recettori neurologici possono essere infatti, bersaglio di numerose sostanze ambientali, come nicotina, pesticidi e tossine batteriche".

Il professor Piero Volpi, consulente medico dell'Assocalciatori, ha tenuto a evidenziare come il mondo del calcio per esempio sia il meno colpito da malattie oncologiche e cardiovascolari. Uno studio dunque che regala qualche certezza in più sulla Sla, e lo stesso presidente dell'Aisla, Mario Melazzini, ha evidenziato come la malattia non sia legata al calcio. "Non è vero - ha ammesso - che i calciatori siano la categoria più colpita dalla sclerosi laterale amiotrofica, in altre categorie, come agricoltori, meccanici saldatori, la Sla ha una maggiore incidenza". Un punto di partenza importante, con la Figc che è intenzionata a continuare nel finanziamento della ricerca, che necessità di ulteriori step: "Siamo solo al primo piano - ha concluso Zeppilli -. Abbiamo dimostrato l'interazione tra ambiente e genetica, ora dobbiamo replicare lo studio, creare un modello sperimentale su animali cavie e infine trovare una terapia farmacologica per rallentare, fermare o addirittura far regredire la malattia. La strada è ancora lunga, ma oggi è una giornata che segna una svolta epocale".
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