SICUREZZA SUI CAMPI

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2016 10:07
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Eleonora
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27/10/2010 21:38

ANCORA UNA MORTE SUI CAMPI DI CALCIO, I DEFIBRILLATORI SCARSEGGIANO.
Il ventottenne Maurizio Belli Tuzi è deceduto a causa di un infarto che lo ha colpito durante una partita di calciotto, le immediate cure del medico presente non sono bastate.
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Lunedì 25 ottobre scorso un altro episodio di cronaca nera scuote il panorama calcistico laziale.
Durante la prima giornata del torneo "XIX Eur Cup" il ventottenne Maurizio Belli Tuzi viene colpito da un infarto e muore sul campo di calciotto.
Salgono a ventuno i decessi dal'inizio del 2010, morti che si potrebbero facilmente evitare con un pò di prevenzione e con l'utilizzo del defibrillatore, il problema è che non tutti gli impianti sportivi ne hanno uno.
Lunedì sera il giovane Belli Tuzi ha dovuto attendere l'arrivo dell'ambulanza e del centro mobile di rianimazione prima di poter usufruire del defibrillatore, ma ormai (nonostante il tempestivo intervento del medico presente nel centro sportivo) non c'era più nulla da fare.
Episodi che fanno gelare il sangue, attimi in cui la tempestività e l'utilizzo di macchinari idonei possono decidere la vita o la morte di una persona.
Solo quattro anni fa la stessa sorte era toccata ad un giovanissimo Giorgio Castelli, deceduto a Tor Sapienza dopo essere stato colpito da un infarto, il ragazzo aveva 17 anni e anche in quel caso la mancanza dell'apparecchio è stata mortale.
Una buona notizia arriva dall'estero: domenica durante la partita di Seconda divisione Salamanca- Betis Siviglia il calciatore Miguel Garcia colpito da un attacco cardiaco è stato salvato grazie all'uso del defibrillaore presente sul campo.
Il defibrillatore dovrebbe essere presente in ogni centro sportivo soprattutto se si pensa che basterebbero solo 1.000-1.500 euro per acquistarne uno e dei corsi di poche ore per formare del personale in grado di utilizzarlo e in grado di compiere le manovre principali per la rianimazione. Oltre al defibrillatore servirebbe una maggior prevenzione e un sistema di certificati e autocertificazioni adeguato.
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Eleonora Giorgi DAL SITO DI PASSIONE CALCIO
ASSOCIAZIONE ALE BINI
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04/11/2010 23:26

REGIONE LAZIO STANZIA 1,2 MLD ES. 2010/2011 PER LA SICUREZZA NEGLI IMPIANTI SPORTIVI

"Un milione e 200 mila euro per la sicurezza negli impianti". Lo ha annunciato l'assessore allo Sport della Regione Lazio Fabiana Santini, presentando alla Commissione Cultura il prossimo bando per il miglioramento della sicurezza negli impianti sportivi del Lazio, che per la prima volta sarà aperto anche ai privati. Le domande potranno essere presentate dal 21 ottobre al 22 novembre nei modi descritti nell’avviso pubblico che potrà essere aperto cliccando sul link. Un grande ringraziamento all’Ass. Fabiana Santini ai suoi collaboratori, ai componenti della Consulta che hanno fatto in modo, in base alla Legge Regionale 11/2009, che per il prossimo anno si possa rendere sicuri gli impianti, (anche privati) dove i nostri ragazzi esprimono la loro voglia di vita con lo sport. L’associazione resta a disposizione per le informazioni relative alla compilazione della domanda per la concessione del contributo.

L’avviso pubblico è presente sul sito www.regione.lazio.it e sul sito www.culturalazio.it

Associazione Alessandro Bini (il Segretario Sonia De Santis)

VEDI ARTICOLO COMPLETO SU QUESTO LINK: www.associazionealessandrobini.org/articolo.asp?articolo=390
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02/12/2010 15:55

III Borsa di studio Alessandro Bini
29 novembre 2010



ROMA - Lunedi 29 Novembre 2010 ore 11,00 presso la palestra dell'Istituto superiore Leopoldo Pirelli di Roma si svolgerà la cerimonia per il conferimento della “III BORSA DI STUDIO ALESSANDRO BINI" promossa dall'Associazione Alessandro Bini. Durante l'evento verrà premiato un alunno che frequenta il secondo anno di scuola superiore che ha riportato un ottimo profitto scolastico, che pratica una disciplina sportiva e che le condizioni della famiglia sono economicamente precarie. La manifestazione vuole evidenziare la moltitudine di ragazzi/e che rispettano le regole; adolescenti che dei valori ne fanno una questione di vita ma che non vengono esaltati, rispetto alla notizia di una azione da "bullo che sicuramente ha una mediaticità maggiore. In occasione dell'evento l'Associazione sottoporrà alle numerose figure Istituzionali che sarano presenti, eventuali carenze strutturali ed eventuali pericoli che gli alunni abitualmente corrono durante la pratica sportiva scolastica. Accanto alle presenze politiche anche tre giocatori, appartenenti al mondo del calcio: Vincent Candelà, testimonial dell'Associazione, Giuliano Giannichedda e Giuseppe Favalli.

Perché nasce l'Associazione?

E’ il 2 febbraio 2008, sul campo dell’Almas Roma si sta disputando una partita di calcio del Campionato Giovanissimi Provinciali 1993. Si affrontano le squadre dell’Almas contro il Cinecittà Bettini Alessandro Bini, ragazzo del Cinecittà, viene a mancare a seguito di un forte impatto al torace contro un rubinetto posto a circa 70 cm dalla linea laterale del campo, che era lì ma non avrebbe dovuto esserci, Il pubblico che assiste alla partita lo ha visto dapprima esultare per il momentaneo vantaggio della sua squadra, poi partire, senza neanche salutare, per un viaggio senza ritorno. Un dolore immenso ed incolmabile per i suoi genitori, per i suoi parenti, per quanti hanno avuto la gioia di conoscerlo, per i suoi compagni di squadra ed amici, dapprima la tragica consapevolezza, poi repentina crescita nell’affrontare la mancanza improvvisa e ingiusta del loro caro amico, e nei cuori di tutti un ricordo indelebile. E’ proprio per onorare il suo essere combattente ed altruista, che i genitori di Alessandro hanno deciso da subito di costituire un associazione intitolata al figlio che avesse la finalità di portare sicurezza nello sport, più precisamente ridurre i pericoli nelle strutture ove si pratica sport dilettantistico.

L’Associazione Alessandro Bini nasce il 20.3.2008. Il suo scopo è battersi per far varare una norma, a livello nazionale, che vada eventualmente ad implementare l’attuale D.Lgs 81 (ex 626) per quel che riguarda
l’impiantistica e per la tutela di coloro che amano lo sport e lo svolgono anche come forma di divertimento.
L'associazione pretenderà che le omologazioni, dove si svolgono le varie discipline sportive, vengano eseguite da tecnici capaci e del settore, anche sulla base di leggi innovative perché le poche norme sono ormai divenute obsolete e contrastanti con le realtà attuali. Continuerà a tutelare tutti coloro che svolgono attività sportiva affinché ciò che e successo ad Alessandro, quel famoso 2 febbraio, non accada mai più.


DAL SITO: DIREGIOVANI
[Modificato da fausto1969 02/12/2010 15:56]
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09/12/2010 23:26

IL 13 DICEMBRE 2010 SAPREMO SE C'E' UN COLPEVOLE PER LA MORTE DI ALESSANDRO BINI
pubblicata da Delia Santalucia Bini il giorno giovedì 9 dicembre 2010 alle ore 22.55

Il 13 dicembre 2010 alle ore 10 presso il Tribunale di Roma VII sezione penale ed. B aula 16 giudice Annamaria Planitario,

si terrà la discussione finale e sarà emesso dal Giudice Monocratico il dispositivo di colpevolezza o assoluzione a carico di Sandro Silvestri, fiduciario del CR Lazio che diede l'omologazione al Campo Sant'Anna B, dove il 2 febbraio 2008 perse la vita, mio figlio, Alessandro Bini che durante una fase di giuoco colpì con il torace la manetta di un rubinetto posta a soli 70 cm dalla linea laterale del campo. Silvestri è imputato per falso ideologico e concorso in omicidio colposo e ho l'impressione che l'avvocato che lo difende voglia cercare di poterlo far assolvere almeno per uno dei due capi d'imputazione. Ma non ci dimentichiamo che i due capi d'imputazione si concatenano perchè se lo condannano per falso ideologico (misure riportate sul VERBALE di omologazione totalmente discostanti dalle misure evinte dalla relazione del consulente tecnico del PM e della Autorità Giudiziaria che è intervenuta immediatamente dopo l'incidente) necessariamente devono condannarlo per concorso in omicidio colposo, mentre al contrario entrambi decadono.

Se il Silvestri avesse fatto il suo dovere, ma soprattutto avesse rispettato il regolamento della Lega Nazionale Dilettanti, la stessa che lo ha incaricato di stilare il VERBALE di omologazione, che all'art. 27 detta che: "Tra le linee perimetrali del campo di giuoco ed il pubblico, od ostacolo fisso (muri, pali, reti, fossati, alberi, ecc.) deve risultare una distanza minima di mt. 1,50 (campo per destinazione)". E allora perchè un traliccio con un rubinetto ad una altezza di 1,50 cm e con una leva di circa 20 rivolta verso il campo era a solo 70 cm ????

Un traliccio sempre esistito da quando esiste quel campo, tra l'altro che ha passato anche le precedenti omologazioni che non si sono potute acquisire perchè, guarda caso, il Comitato del Lazio ogni 5 anni le distrugge. Come sia possibile che io contribuente debba tenere per 10 anni la documentazione relativa alla mia dichiarazione dei redditi e VERBALI su carta intestata F.I.G.C. vengano distrutti ogni 5 anni.

Non mi interessa la quantificazione della pena, non mi interessa se questo tizio non farà neanche un giorno di galera, ma mi interessa che PER LA REPUBBLICA ITALIANA SIA RITENUTO COLPEVOLE PER I REATI ASCRITTI !!!!!

Ciò oltre a dare GIUSTIZIA AD ALESSANDRO deve servire ad aprire le menti e a rendere responsabili coloro che vengono investiti ad incarichi di controllo perchè non si può vedere morire un figlio con la gioia del divertimento...un figlio che aveva una vita da vivere e gli è stata spezzata!!!!

SI E' SEMPRE RESPONSABILI DI QUELLO CHE NON SI E' SAPUTO EVITARE ( Jean Paul Sartre)

ALESSANDRO VUOLE GIUSTIZIA

PARTECIPIAMO IN MASSA!!!
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10/12/2010 16:21

SENTENZA ALESSANDRO BINI
Tribunale Penale di Roma
Lunedì 13 dicembre 2010
ore 10:00
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15/12/2010 00:08

da il messaggero
Morì a 14 anni durante una partita:
il commissario dilettanti rischia 3 anni
Alessandro Bini giocava nel Cinecittà: urtò contro la maniglia di un tubo. II Pm chiede 3 anni e 8 mesi per Silvestri

Alessandro Bini, morto a 14 anni

ROMA (13 dicembre) - Tre anni e otto mesi di reclusione: è la richiesta di condanna fatta dal pm Giuseppe Cascini nei confronti di Sandro Silvestri, commissario della Lega nazionale dilettanti del Lazio che diede il nulla osta all'omologazione del campo di calcio dove il 2 febbraio 2009, durante una partita di calcio giovanile, morì Alessandro Bini. Il giovane, di 14 anni, in forza al «Cinecittà Bettini», andò a sbattere in modo violento con il torace contro la maniglia di un tubo di irrigazione del campo di gioco - che non aveva la protezione in gommapiuma - e morì. Silvestri è sotto processo, davanti al giudice monocratico Annamaria Planitario, accusato di omicidio colposo e di falsa attestazione di fatto perchè avrebbe omologato le dimensioni del campo di calcio pur non essendo queste ultime rispondenti a quanto previsto dal regolamento.

Proprio quest'ultima indicazione è stata alla base della requisitoria del pm che, nel chiedere la condanna di Silvestri, ho sostenuto la responsabilità del commissario della Lnd che, a suo avviso, non avrebbe dovuto omologare il campo di gioco non solo per la mancanza dei requisiti richiesti, ma anche per la presenza del tubo metallico per l'irrigazione che creava una situazione di pericolo. Di parere opposto i legali di Silvestri, per i quali, l'attività compiuta dal proprio assistito fu corrispondente a quanto richiesto dalla normativa e c'erano gli spazi per procedere all'omologazione del campo. Il prossimo 4 gennaio, dopo la fase delle repliche processuali, il giudice si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza. Indagato per la stessa vicenda era anche Attilio Massolo, presidente e legale rappresentante dell'Almas Roma, società proprietaria del campo, deceduto nei mesi scorsi.
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proseguo nel mio concetto
Giustizia per Alessandro significa condannare il colpevole o i colpevoli, tutto il sistema di questo baraccone e non il sottoscritto che ha avuto solo un torto, anziche andare a giocare a carte o ai cavalli i suoi soldi li spendeva da 40 anni per il calcio dilettantistico
Giustizia per Alessandro significa evitare un caso simile.
Una preghiera ed un bacio ad una stella che quando lo raggiungero mi abbraccerà con affetto perchè da la sù mi guarda ed ha capito tutto.
Ringrazio tutti coloro che pur non conoscendomi hanno speso parole di solidarietà nei miei confronti.
Sandro Silvestri

commento inviato il 14-12-2010 alle 19:14 da non colpevole

Ringrazio tutti coloro che hanno capito
Il campo ALMAS B era il parcheggio, del campo A chi ha autorizzato la trasformazione e l'utilizzo quale campo di calcio?
Su questo campo e su tutti i campi d'Italia, a livello dilettantistico, come previsto dalle leggi dello stato: Esiste la planimetria e il parere preventivo del CONI ? ; Esiste il verbale di agibilità e sicurezza redatto dalla Commissione Provinciale o Comunale; Esiste il responsabile della sicurezza nominato dalla Società che deve effettuare le verifiche trimestrali ed annotarle sull'apposito registro. Queste cose io le ho dette in aula chi le ha raccolte ? Chi deve denunciarle ancora ? forse tutti gli adetti ai lavori e magari anche una Associazione per la siocurezza nello sport ?. Se queste figure erano presenti oggi Alessandro sarebbe ancora tra noi e domani non dovremmo avere paura di un'altra tragedia. Ma se dovesse accere dovè il problema ? Mandiamo un Ingegnere e due Geometri con uno strumentoi elettronico che traguarda linee recinzionie e verifichiamo se sussistono le stesse distanze e misure verificate da un imbecille volontario con una fettuccia metrica. Qualcuno pensa che tutti i Presidenti dei Comitati Regionali d'Italia non siano a conoscenza delle modalità ed attrezzature per le misurazioni. Risulta che qualche misuratore ha messo una pistola alla tempia a chi firma e rilascia il verbale di omologazione-rammento valido solo per attribuire la categoria.Le misure effettuate dalla polizia con fettuccia metrica perchè sono state fatte rifare.

commento inviato il 14-12-2010 alle 19:07 da non colpevole

sospensione tutti campionati dilettanti
Mi permetto di dire al pm che sarebbe stato opportuno chiedere al Coni la sospensione di tutto lo sport dilettantistico in Italia.

Ma avete mai visto i campetti di periferia o le palestre scolastiche in quale stato di abbandono e degrado siano?

Aspettiamo il prossimo morto o dobbiamo cercare un colpevole a tutti i costi?

Credo sarebbe stato opportuno non trascinare in giudizio un volontario del sistema ma i vertici del movimento nel giorno della tragedia... Petrucci, Carraro.....

commento inviato il 14-12-2010 alle 17:13 da sac10

chiarezza
Esprimo grande solidarietà alla famiglia di Alessandro ma prego la Direzione del giornale di essere più
chiara nel dare informazioni ai lettori per il seguente motivo:
Il Silvestri non è commissario della lega nazionale dilettanti ma un uomo che si è dedicato ad uno sport a titolo gratuito(persone come il Silvestri utilizzate dalla lega sono moltissimi in tutta Italia) e si limitava a riportare in Lega i rilievi di un campo di calcio e la stessa lega rilasciava l'autorizzazione per l'utilizzo dei campi e non a firma di chi fa i rilievi.
Il campo in questione ha ottenuto l'omologazione molti anni prima della disgrazia di Alessandro ed allora mi domando e domando a chi di dovere tutte le partite giuocate prima dell'incidente, nessuno degli arbitri
ha contestato l'impraticabilità del campo?e gli allenatori dei ragazzi (vero sig.Juao73) non dovevano controllare se tutto era regolare? si presuppone che tutti gli addetti ai lavori devono conoscere i regolamenti! La lega non ricontrolla i campi periodicamente?
Vedo che come al solito si cerca un capro espiatorio e i dirigenti della lega,gli eredi del proprietario o gestore del campo,allenatori dei ragazzi che hanno operato sul campo prima dell'incidente,arbitri etc.etc.
dove sono? cosa hanno fatto?

commento inviato il 14-12-2010 alle 16:40 da giugiu

SPERIAMO SIA LA SVOLTA DECISIVA
..speriamo che questa volta sia definitiva,nel rispetto di Alessandro affinche possa riposare in pace..io quel maledettissimo giorno ero li,ero l'allenatore dell Almas Roma quel periodo,ero un ex Cinecitta' Bettini e dal quel giorno per me e per molte altre persone non e' stato piu lo stesso,noi su quel campo ci allenavamo tutti i giorni e ci giocavamo ogni partita casalinga come e' successo purtroppo ad Alessandro poteva succedere a qualunque altro mio ragazzo in qualsiasi momento..e' stata un annata terribile per me ed i miei ragazzi,in ogni campo che giocavamo ci chiamavano assassini, parlavi dell'Almas roma 93 e tutti ti associavano alla tragedia, per non parlare di molti ragazzi che sono stati in cura dallo psicologo per uscire da quel momento,alcuni miei ragazzi si incolpavano di quello che era successo solo perche erano vicini ad Alessandro in quell azione e secondo loro potevano fermarlo,cose assurde per chiunque ma non per un ragazzo di quell'eta',alcuni ragazzi hanno provato a lasciare il calcio dopo quella partita preferendo la strada (ha detta di loro piu sicura) e tu insegnante di calcio e sopratutto di vita che passi la tua carriera sportiva a cercare di togliere piu ragazzi possibili dalla strada per farli stare in un contesto di gruppo di sani principi ti ritrovi a ricominciare daccapo ma sopratutto non puoi dargli torto,ma lo fai perche ce l'hai nel sangue ma non e' stato facile...Speriamo che adesso Alessandro riposi in pace..
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02/01/2011 22:21

Ora
martedì 4 gennaio · 9.00 - 12.00
Luogo TRIBUNALE PENALE DI ROMA VII SEZ. PENALE
PIAZZALE CLODIO
Rome, Italy
Creato da
Delia Santalucia Bini
Maggiori informazioni
Si è conclusa lo scorso 13 dicembre davanti il giudice monocratico Dottoressa Planitario presso la VII sezione penale del Tribunale di Roma la fase dibattimentale del processo per la morte di Alessandro Bini. Il Pm Giuseppe Cascini ha concluso la propria requisitoria con la richiesta di condanna di Sandro Silvestri a 3 anni e 8 mesi contestando i reati di falsa attestazione di fatto e di concorso in omicidio colposo. Dopo la mo...rte del Presidente dell’Almas, Attilo Massolo (deceduto nel marzo 2009 poco prima dell’inizio del processo), l’unico imputato è infatti Sandro Silvestri, fiduciario del CR Lazio, che nel 2005 omologò il campo S’Anna B di Via Demetriade, gestito dall’Almas Roma, dove Alessandro il 2 febbraio 2008 perse la vita, durante una partita di campionato giovanissimi provinciali battendo il torace contro un rubinetto per l’irrigazione posto a soli 70 cm dalla linea del fallo laterale. “La morte di Alessandro – precisa il Pm Cascini durante la requisitoria- è stata causata dall'urto con la maniglia del rubinetto come confermato dalla perizia medico legale che non lascia dubbi. La maniglia si trovava a soli 0,74 cm rispetto alla linea del fallo laterale. Mentre il regolamento della Lega Nazionale Dilettanti, all'art. 27, detta che tra le linee perimetrali del campo di giuoco ed il pubblico, od ostacolo fisso (muri, pali, reti, fossati, alberi, ecc.) deve risultare una distanza minima di mt. 1,50 (campo per destinazione) che costituisce una misura di sicurezza". L'incidente dunque è strettamente collegato. Alessandro è morto a causa dell’impatto con un rubinetto posto in quella fascia definita campo per destinazione di 1,50 mt che sarebbe dovuta essere libera da ostacoli. “Nella corsa Alessandro si è scontrato contro l'ostacolo che non doveva esserci – prosegue il PM - la responsabilità principale è dell'Almas per aver consentito e realizzato attività agonistica su tale campo ma come era possibile che un campo che non era in regola fosse omologato? "Questa una delle questioni principali sollevata dal Pm Cascini durante la requisitoria “La risposta- precisa il Pm- è nel verbale di omologazione. Facendo infatti il confronto tra le misure riscontrate nel 2008 dall’ Ing. Giovanni Caruso (consulente del Pm) e quelle inserite nel verbale di sopralluogo di omologa dal Silvestri nel 2005 c'è una discrasia. L’Ing. Giovanni Caruso, infatti, ha riscontrato le misure di 52 metri di larghezza del campo (una media tra 53,13 e 51,73), di 1,69 mt (lato delle panchine) e 0,81 mt (lato in cui si è verificato l’impatto con il rubinetto) per il campo per destinazione. Sommando queste cifre non si ottengono le dimensioni dell’area omologata dal Silvestri, 56,25 metri (52 metri la larghezza del campo, 2,45 e 1,80 per le misure del campo di destinazione), che risultano pertanto non corrispondenti alla realtà”. Il primo reato dunque contestato dal Pm Cascini a Sandro Silvestri è quello di falsa attestazione di fatto. Il Silvestri secondo la pubblica accusa avrebbe riportato nel verbale di omologa delle misure del campo in contrasto con quelle reali. Si sarebbe dunque attestata la conformità del campo alle misure richieste dall'art. 27 del Regolamento della Lega Nazionale Dilettanti che nella realtà non erano ravvisabili. La condotta sarebbe così ravvisata nella falsa attestazione rispetto all'art. 27, condotta che ha poi consentito di ottenere l’omologazione del campo e conseguentemente di permettere di disputare il campionato in violazione di quella che era una specifica regola di sicurezza”. Secondo infatti il PM Cascini “Quanto previsto dall’art. 27 del Regolamento della LND è da intendersi quale regola di sicurezza”. Senza infatti l'omologazione le partite non si sarebbero potute disputare, non si sarebbe potuta svolgere l’attività agonistica. “La condotta approssimativa verificatesi – conclude il Pm- è in stretto collegamento diretto con il fatto e ne è stata causa concorrente. La causa infatti principale è quella di aver posizionato il rubinetto ma se c'è un soggetto che deve verificare è responsabile anche chi poteva prevedere quell'evento e non ha impedito il fatto”. Il Pm ha così contestato al Silvestri anche il concorso in omicidio colposo. Altro aspetto la funzione di pubblico ufficiale rivestita dal fiduciario della Federazione Sandro Silvestri che secondo il Pm Cascini va ricollegata alla funzione e non al rapporto di lavoro o alla sua eventuale retribuzione. “Tra le attività della Federazione di cui all’art 23 dello Statuto del Coni – precisa il PM Cascini- è prevista l'attività di verifica e controllo da parte della Federazione del rispetto della normativa. Unico ente certificatore è la LND che ha il potere di decidere se si poteva o no giocare e dunque la conformità dell'impianto alle regole, il potere esercitato dall'organo verificatore è di natura pubblicistica. Comunque sia si trattava di ostacoli pericolosi a prescindere dalla distanza. Chiunque avrebbe avuto da dire e invece non si è giudicata l'irregolarità”. Dunque il presupposto di falso è il verbale che va considerato falso nel complesso. Il reato di falsa attestazione ha contribuito a causare l'evento morte. Il Pm Cascini ha così concluso la sua requisitoria contestando sia il reato di falso che di concorso in omicidio colposo formulando una richiesta di condanna di 3 anni e 8 mesi di reclusione.

E la difesa? Fondamentalmente gli avvocati del Silvestri hanno sostenuto l’innocenza del proprio assistito fondando la linea difensiva sul ruolo del Silvestri. Secondo la difesa Sandro Silvestri non era il soggetto deputato a verificare la sicurezza dell’impianto attribuendo invece le responsabilità al gestore del campo dell’Almas ossia al Presidente Massolo (deceduto nel marzo 2009 poco prima dell’inizio del processo) e alla Commissione di Vigilanza comunale, organo preposto alla verifica dell’agibilità degli impianti. Secondo la linea difensiva quanto previsto dall’art. 27 del Regolamento LND (ossia il 1,50 mt del campo per destinazione libero da ostacoli) non costituisce una misura di sicurezza ma bensì una semplice regola di gioco e il Silvestri quale “osservatore” avrebbe avuto solo il compito di verificare la larghezza e la lunghezza del campo. La Lega Nazionale Dilettanti avrebbe così rilasciato omologazioni “a soli fini sportivi” ossia solo al fine di permettere di far giocare le partite di quella categoria e non “a fini di sicurezza”. Altro punto su cui si fonda la linea difensiva sostenuta dagli avvocati del Silvestri riguarda le linee del campo. Secondo la tesi sostenuta dalla difesa il campo, omologabile nel 2005, avrebbe subito successivamente una traslazione verso destra con conseguente restringimento del campo per destinazione. Dunque secondo la difesa tra il 2005 e il 2008 le linee avrebbero subito uno spostamento, spostamento intenzionale dettato dalle esigenze dell’Almas al fine di permettere di avere maggiore spazio davanti alle panchine. La difesa del Silvestri ha invocato inoltre le responsabilità del guardiano Kihel Mohamed che secondo la difesa avrebbe alterato negli anni le segnature del rettangolo di gioco e, conseguentemente, le misure del campo per destinazione, definendolo “marocchino in ciabatte”. Mohamed Kihel, guardiano del campo nonché magazziniere, lavora alle dipendenze dell'Almas dal 15 gennaio 2001 e all’udienza dello scorso 8 febbraio 2008 dichiarò in modo preciso e puntuale “Da quando lavoro per l'Almas ho sempre fatto le stesse linee, non ho mai cambiato le stesse. Sono sicuro che le linee non sono mai state spostate e che non sono mai stati fatti lavori sul campo. Ho visto quel tubo e da quando lavoro all'Almas quel rubinetto è sempre stato lì”. Inoltre il Pm Cascini nella requisitoria aveva precisato come le linee non siano state spostate in quanto le bandierine poste ai quattro angoli del campo hanno la caratteristica di essere inserite in una camicia permanente nel terreno. E ancora la difesa del Silvestri a sostegno dell’ipotetico spostamento del campo ha poi proiettato diverse slide in cui venivano riportate le diverse misure del campo per destinazione, misure leggermente diverse tra di loro nei diversi rilievi e/o perizie effettuate ma tutte ben al di là di sotto del 1,50 mt richiesto dall’art. 27. Vista la complessità della vicenda e complice anche il protrarsi dell’udienza il Giudice monocratico Annamaria Planitario ha preferito rinviare al 4 gennaio 2011 alle ore 9 presso il Tribunale di Roma, VII sezione penale aula 16, quando, salvo repliche del Pm Cascini, verrà data lettura del dispositivo della sentenza e si concluderà il processo penale di primo grado per la morte di Alessandro Bini. La famiglia di Alessandro Bini sottolinea: “Qualsiasi condanna non riporterà tra le nostre braccia Alessandro, considerando anche che l’imputato versa in precarie condizioni di salute (da un anno è invalido civile). Ma chiediamo giustizia e speriamo in una sentenza di colpevolezza che possa servire da deterrente per tutti coloro che nell’ambito delle proprie funzioni, retribuite e non, sono chiamati ad osservare scrupolosamente le norme e i regolamenti vigenti affinché non lascino più nulla al caso”.
Delia Santalucia, la mamma di Alessandro, avverte: “Se la sentenza non dovesse riconoscere le responsabilità del signor Silvestri, ricorreremo in appello”.
A distanza di 35 mesi dalla scomparsa di Ale la famiglia Bini attende Giustizia perché non si può morire a soli 14 anni giocando a pallone. Alessandro aveva davanti a sé tutta la vita, vita che è stata spezzata sotto gli occhi dei suoi genitori. La vicenda di Alessandro non è una tragica fatalità ma bensì la punta di un iceberg, di un sistema sbagliato in cui la mentalità del “tanto non succede” e del “chiudere un occhio” ha fatto chiudere per sempre gli occhi di un ragazzo che quel tragico 2 febbraio 2008 voleva solo andare incontro alla vita.
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04/01/2011 11:50

voci non ufficiali danno una condanna ad 1 anno e 6 mesi per il fiduciario omologatore
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04/01/2011 12:01

dal Corriere Laziale
Processo Bini, la sentenza: Silvestri condannato ad un anno e sei mesi di reclusione. Ricorrerà in appello
Alessandro Bini

di Giovanna Sfragasso

Sandro Silvestri è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione per la morte di Alessandro Bini, il giovane calciatore del Cinecittà Bettini tragicamente scomparso il 2 febbraio del 2008, dopo aver urtato contro la maniglia di un rubinetto di irrigazione posto ai margini del campo Sant'Anna B. Il giudice monocratico Anna Maria Planitario del Tribunale di Roma, settima sezione penale, si è così espresso nei confronti dell'ex fiduciario del CR Lazio, unico imputato del processo, accusato di falso ideologico e concorso in omicidio colposo. Pur non conoscendo le motivazioni della sentenza, che saranno rese pubbliche tra sessanta giorni, gli avvocati di Silvestri, Massimilano Capuzzi e Marzia De Santis, hanno già fatto sapere di voler ricorrere in appello. Sull'edizione de Il Corriere Laziale di domani un ampio servizio dedicato al processo.
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da passione calcio
PROCESSO BINI, SANDRO SILVESTRI COLPEVOLE
Si è concluso questa mattina a Roma il processo per la morte di Alessandro Bini: l'ex fiduciario della LND è stato ritenuto colpevole e condannato ad un anno e sei mesi



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PROCESSO BINI, SANDRO SILVESTRI COLPEVOLE
Si è concluso questa mattina a Roma il processo per la morte di Alessandro Bini: l'ex fiduciario della LND è stato ritenuto colpevole e condannato ad un anno e sei mesi.
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di Luca Lo Iacono



di Gabriele Giustiniani e Gianluca Di Bella


Colpevole in falso ideologico e omicidio colposo. Con queste motivazioni è stato condannato ad un anno e sei mesi l'ex fiduciario della LND Sandro Silvestri nell'ambito del processo Bini. La querelle ha vissuto il proprio epilogo questa mattina a Roma dopo il rinvio del 13 dicembre scorso.

Si è rivelato, dunque, vano il tentativo della difesa di deviare le responsabilità della morte di Alessandro verso la Commissione di Vigilanza Comunale che, secondo gli avvocati del Silvestri, aveva il compito di sorvegliare sulla sicurezza dell'impianto sportivo dell'Almas Roma.

L'accusa, rappresentata dalla famiglia Bini e dal PM Cascini, aveva chiesto tre anni e otto mesi per il Silvestri, ma Delia Santalucia, mamma di Alessandro, ha espresso ugualmente la propria soddisfazione: “Non importa la quantità della pena, l'importante è che si sia finalmente trovato un responsabile per la morte di mio figlio”.

Le motivazioni della sentenza saranno rese pubbliche entro 60 giorni, poi la difesa deciderà se ricorrere o meno in appello.

L'invalidità civile di Sandro Silvestri e la riduzione di anni rispetto alle richieste dell'accusa, hanno indotto i giudici ad una sospensione della pena: l'ex fiduciario è colpevole ma di fatto non sconterà in carcere quanto attribuitogli.
[Modificato da misterc22 04/01/2011 13:03]
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04/01/2011 15:05

da il messaggero
Calciatore 14enne morì in campo:
18 mesi a ex commissario Lega dilettanti
Alessandro Bini urtò contro un tubo per l'irrigazione. L'accusa aveva chiesto una condanna a 3 anni e 8 mesi


ROMA (4 gennaio) - Sandro Silvestri, già commissario della Lega nazionale dilettanti del Lazio, è stato condannato a un anno e mezzo di reclusione con sospensione della pena: l'uomo diede il nulla osta all'omologazione del campo dove il 2 febbraio 2008, a Roma, durante una partita di calcio giovanile morì Alessandro Bini. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Annamaria Planitario. Il pm Giuseppe Cascini aveva chiesto una condanna a tre anni e otto mesi.

Alessandro Bini, 14 anni, in campo con il Cinecittà Bettini, andò a sbattere contro la maniglia di un tubo di irrigazione del campo che non aveva la protezione in gommapiuma: morì per le conseguenze del colpo ricevuto al torace. Silvestri era sotto processo per omicidio colposo e falsa attestazione di fatto perchè avrebbe omologato le dimensioni del campo di calcio pur non essendo queste ultime rispondenti a quanto previsto dal regolamento. Inizialmente indagato per la stessa vicenda fu anche Attilio Massolo, presidente e legale rappresentante dell'Almas Roma, società proprietaria del campo, deceduto nei mesi scorsi.
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la paranoia della colpa
...oggi se non si trova un colpevole per ogni cosa che succede non si è soddisfatti; un ragazzo è morto e una persona ha avuto una condanna perché non ha pensato che quel tubo sporgente poteva, anche se con poca probabilità, causare incidenti, come in effetti è avvenuto, e dunque si può capire la giusta reazione dei genitori a quella tragedia, causata da una banalità.
...ma non capisco i commenti: doveva avere l'ergastolo quella persona? oppure la pena di morte (occhio per occhio è scritto nella Bibbia)? chi giudica chi, e sulla base di quali principi? ci sono migliaia di morti sulle strade ogni anno per negligenza, ovvero menefreghismo del prossimo (telefonini, alta velocità, imprudenza), e possono essere considerati veri e propri omicidi, ma questi vengono lasciati impuniti o puniti con pene assai modiche
...e quanti bambini vengono feriti o uccisi dalla negligenza dei loro tutori?...e quanta gente non riceve i soccorsi per un malore? ma bisogna pensare anche alla fatalità, che significa anche la legge dei numeri, purtroppo; non tutto è prevedibile, anche se applichiamo tutte le norme e le tecniche di questo mondo.

Io non so se sia equa la condanna (spetta solo a coloro che hanno subito quel grande dolore), so però che oggi se non c'è un colpevole la nostra coscenza di giustizieri non si sente appagata, anche se noi stessi commettiamo dieci, cento atti di negligenza al giorno..
Chi non ha peccato...

commento inviato il 04-01-2011 alle 14:27 da emmanuel58

x Giorgio Calandra
Nel confermare quanto scritto in precedenza, leggo che ancora questo giornale non informa come si deve i propri lettori per i seguenti motivi:
Il Silvestri non è stato mai commissario della lega dilettanti ma uno dei tanti che la lega usa a titolo gratuito ed a spese degli stessi con un rimborso chilometrico;
Il campo in questione è stato omologato dalla lega dilettanti e non dal Silvestri il quale si è limitato solo al rilevamento dei dati tecnici molti anni prima della terribile disgrazia;
In questi anni dalla omologazione alla disgrazia dove era la Lega e perchè non sono stati fatti i controlli come previsti dalla stessa, gli arbitri,gli allenatori e commissari di campo cosa hanno fatto? e dove erano?
Quest'ultime persone sono da condannare ed ha ragione Lei che dovranno scontare una pena e non chi
non ha commesso reati.
Tanto dovevo per chiarimento a tutti quelli che leggeranno questo articolo.
Buona serata.

commento inviato il 04-01-2011 alle 13:54 da giugiu

Così..
... chiunque non si preoccuperà di far bene il proprio lavoro e altre persone dovranno morire o ferirsi perché tanto chi firma per l'omologazione dei campi sportivi non rischia nulla.
Roma è piena di campi e campetti potenzialmente pericolosi, con barre sporgenti ai lati, parti in cemento ai lati della porta, ecc.. I gestori si fanno pagare profumatamente e la gente rischia la vita per una partita di calcetto (specie i ragazzini che non ci fanno caso).

commento inviato il 04-01-2011 alle 13:29 da papesatan67

PENE INUTILI !
Ecco perchè nessuno pagherà mai i danni, anche se mortali. Non capisco a che sevirebbe comminare 18 mesi di reclusione, se poi ipso fatto la pena venga sospesa. Assolutamento NO! La pena deve essere scontata per intero,allora si che si che, le cose, filerebbero per il verso giusto. In questa maniera si avranno sempre dei responsabili fittizzi, su tutto.

commento inviato il 04-01-2011 alle 12:32 d
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04/01/2011 15:08

da la Repubblica


LA SENTENZA
Ragazzo morto durante la partita
condannato commissario di Lega
A Sandro Silvestri è stata inflitta una pena ad un anno e mezzo di reclusione per aver autorizzato l'omologazione del campo di calcio dove perse la vita Alessandro Bini il 2 febbraio 2008. Il quattordicenne militava nelle file del "Cinecittà Bettini"

Ragazzo morto durante la partita condannato commissario di Lega Alessandro Bini, il quattordicenne morto sul campo non regolamentare

Un anno e mezzo di reclusione, con sospensione della pena, per aver ritenuto idoneo, con troppa fretta, un campetto della periferia romana in cui perde la vita un giovanissimo. E' questa la condanna inflitta dal giudice Annamaria Planitario a Sandro Silvestri, il commissario della Lega dilettanti del Lazio, che ha autorizzato l'omologazione del campo di calcio dove, durante un match giovanile del 2 febbraio 2008, è morto il quattordicenne Alessandro Bini.

Nel corso della partita, il ragazzo, che giocava nelle file del "Cinecittà Bettini", era andato a scontrarsi con il torace contro la maniglia di un tubo di irrigazione - priva della protezione in gommapiuma - del rettangolo di gioco. Un incidente fatale per il giovane calciatore, in seguito al quale il pm Giuseppe Cascini aveva chiesto la condanna di Silvestri a tre anni e otto mesi, per omicidio colposo e falsa attestazione di fatto. Un'accusa fondata sull'errata valutazione compiuta dallo stesso Silvestri che aveva dato il proprio nulla osta al match, nonostante le dimensioni del campo non fossero corrispondenti a quanto previsto dal regolamento.

La condanna, in primo grado, del commissario è arrivata dopo quasi due anni dalla tragedia. Ma per la stessa vicenda era stato inizialmente indagato anche Attilio Massolo, presidente e legale dell' "Almas Roma", società propietaria del campo, scomparso da alcuni mesi.
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04/01/2011 22:32

[Modificato da misterc22 04/01/2011 22:32]
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24/01/2011 01:40

Dal sito del Corriere Laziale

ilcorrierelaziale.it/tags/news/e-se-larbitro-espelle-il-medico-sociale-e-successo-ad-artena-durante-la-gara-contr...

E se l'arbitro espelle il medico sociale? E' successo ad Artena durante la gara contro il Torbellamonaca. E poi Marozzi si è infortunato...

di Gabriele Ziantoni

Tra i grandi quesiti del calcio, che da sempre riempiono le nostre giornate di sport, da domenica occorre aggiungere un’altra domanda, troppo spesso sottovalutata: “E se l’arbitro allontana dalla panchina il medico sociale per proteste?” E ancora: “E se l’arbitro allontana il medico sociale e poi qualcuno si infortuna gravemente?” Confessatelo: non ci avevate mai pensato prima. Perché quando succede qualcosa di insolito, poi ovviamente il diavolo decide di metterci la coda. Qualcosa del genere è accaduto domenica mattina al Comunale di Artena, durante la sfida tra i rossoverdi di Paolo D’Este e il Torbellamonaca, gara conclusa 2-1 in favore dei padroni di casa. Ma il risultato, almeno in questa occasione, conta poco.

Tutto per un fuorigioco. Vis Artena e Torbellamonaca sono sull’1-1, merito di un gol, dopo appena solo centoventi secondi, di Morelli e del pareggio, otto minuti dopo, di Pacella. I rossoverdi scappano in contropiede, ma la ripartenza, che può valere il raddoppio e dunque i probabili tre punti, è frenata da una segnalazione del primo assistente. In panchina, come in tutte le gare che l’Artena gioca in casa, c’è il medico sociale Alfonso De Angelis, tifoso della squadra di Paolo D’Este prima che professionista. Il dottore reclama l’ingiustizia e il direttore di gara Cesarini di Civitavecchia, su segnalazione del guardalinee, decide di allontanarlo. De Angelis non se la prende, non è la prima volta che gli accade visto il suo carattere focoso e si accomoda nella zona antistante gli spogliatoi per assistere agli ultimi minuti della gara. Il caso vuole, però, che in un violento scontro Marozzi, centravanti della squadra ospite, subisca la lussazione della spalla. Infortunio che lo costringerà ad abbandonare il campo anzitempo lasciando anche la squadra in dieci, visto le tre sostituzioni già effettuate. Quando Marozzi arriva dalle parti di De Angelis è passato ormai qualche minuto e nonostante i tentativi del dottore, la lussazione non può essere ridotta. Il centravanti dovrà essere portato d’urgenza in ospedale, dove occorrerà sedarlo addirittura due volte per riuscire a rimettere in asse la spalla. A fine gara il dottore si scaglia contro l’arbitro: se l’avesse lasciato in campo avrebbe potuto curare subito Marozzi. Cesarini entra negli spogliatoi e chiude la porta.

Il regolamento. Non esiste una regolamentazione precisa in merito, ma come spesso accade in casi come questo, occorre far trionfare il buon senso. Se il direttore di gara dovesse valutare che il medico non tenga un comportamento rispettoso nei suoi confronti o verso i suoi assistenti, deve invitarlo ad abbandonare il terreno di gioco, ma a rimanere nei paraggi. Se qualcuno dovesse infortunarsi, il dottore deve poter rientrare e curarlo.

Le parole di De Angelis. “Non sono un tipo tranquillo, questo è certo e voglio premetterlo subito – sorride il medico sociale della Vis Artena raggiunto telefonicamente – ma nello specifico, il fuorigioco non c’era proprio e la mia unica colpa è stata quella di averlo fatto presente all’assistente. Funziona sempre così: se la prendono con chi è più debole, i dottori e i massaggiatori. Dalle panchine si sentono le frasi più disparate, ma puniscono solo noi”. Nonostante l’allontanamento, perché il dottore non è intervenuto per soccorrere Marozzi: “Perché da dove ero io non mi ero accorto della gravità dell’incidente. Quando l’attaccante del Torbellamonaca è arrivato da me l’ho subito soccorso, ma non sono riuscito a fare più di tanto. L’ho fatto presente all’arbitro, che mi ha risposto con una smorfia di derisione”.
Come al solito la verità può essere rintracciata nel mezzo e a fare le spese di tutta questa situazione è stato il povero Marozzi, al quale vanno i nostri migliori auguri di pronta guarigione. Arbitri e medici, ascoltateci: abbiate un po’ più di buon senso. Ai direttori di gara chiediamo proteste eclatanti, per mettere fuori gioco i dottori. A questi ultimi ricordiamo il giuramento di Ippocrate: “Primo, non nuocere”.
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28/03/2011 13:42



IL CASO
Operazione calcetto sicuro
"I campi vanno rifatti"
Maxi controlli e nuovi materiali: le regole del ministero. Mentre l'allarme sulle sostanze tossiche lanciato dalla procura viene confermato dalle analisi di CORRADO ZUNINO

Operazione calcetto sicuro "I campi vanno rifatti"
CON sei pagine di uno "schema di decreto" il ministero della Salute vuole risolvere l'allarme sollevato nel 2006 dalla procura di Roma sui campi di calcio in erba artificiale, "potenzialmente cancerogeni". Il ministro Fazio con i suoi tecnici ha deciso, letti i lavori di due commissioni e dell'Istituto superiore di Sanità, che ogni 8 anni tutti i fondi e manti "artificiali" per campi a 5, a 8, a 11 vanno rifatti.

L'allarme del 2006 ha trovato riscontri, a partire dalla lunga inchiesta dell'Iss che ha testato a campione tredici campi di calcio in erba artificiale a undici. Li ha controllati in estate e in inverno, con il sole e la pioggia scoprendo che tutti avevano problemi: nell'intaso di gomma (il materiale che sostiene il manto d'erba artificiale) si sono riscontrate quantità pericolose, in alcuni casi picchi elevati, di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici dannosi per reni, fegato e polmoni), toluene (composto volatile altamente tossico) e metalli pesanti. Tre campi, in particolare, sono stati classificati "a rischio". Per i ricercatori è stato più difficile certificare, successivamente, come le polveri che possono sollevarsi da un manto consumato vengano inalate dai calciatori in attività. Senza trarre conclusioni nette, lo studio ha dato indicazioni di prudenza soprattutto per i professionisti, che possono trascorrere su un campo artificiale dalle 4 alle 6 ore cinque giorni la settimana.

Oggi il decreto prevede questo. Primo: saranno produttori e distributori di pneumatici
riciclati (è su questo tipo di intaso, la gomma riciclata, che si sono riscontrati i rischi) a dover immettere sul mercato prodotti sicuri. E affinché siano sicuri la concentrazione di Ipa, i nove pericolosi idrocarburi assimilabili alle diossine che si trovano negli olii della mescola di un pneumatico, dovrà essere ridotta di dieci volte. Il decreto chiede al fornitore di certificare il suo buon operato conservando un campione dell'intaso utilizzato "per ogni lotto di produzione". Quindi, all'articolo 8 prevede "la sostituzione integrale dell'intaso ogni otto anni dalla messa in opera originale del campo da gioco". Il ministero della Salute, che sta rifilando il decreto insieme all'Ambiente e lo Sviluppo economico, lascerà una fase di transizione solo per alcuni campi. L'operazione non sarà indolore. Per rimuovere e cambiare le 130 tonnellate di intaso gommoso presenti in un campo a 11 si possono spendere cifre vicine al mezzo milione di euro, inaffrontabili per la gran parte delle società sportive che campano di calcetto. "Ci siamo attenuti a un principio di prudenza e di probabilità perché in nessun punto delle nostre ricerche c'è scritto che i campi di calcetto possono aumentare il rischio tumori", dice il ministro Fazio.

La Lega nazionale dilettanti, discusso gestore dell'intera partita "campi in erba artificiale", ha anticipato le direttive ministeriali dando spazio agli intasi ecologici realizzati con una mistura di sabbia di Carrara, caucciù naturale, cocco e sughero. Il presidente dei Dilettanti, Carlo Tavecchio, è accusato dai produttori di gomma di aver sempre favorito un ristretto numero di aziende (Limonta e Mondo su tutte) a lui storicamente vicine nonché sponsor di molte iniziative della Lega.

(27 marzo 2011)
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25/04/2011 10:22

DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE A CARICO DEL SIG. DELI TARQUINIO, (DIRETTORE SPORTIVO ALL'EPOCA DEI FATTI, DELLA A.S.D. OTTAVIA), CERRAI ALBERTO, ( ALLENATORE DELLA SOC. OSTIA MARE), DEL GIOCATORE DELLA A.S.D. OTTAVIA, BATTISTELLI DAVIDE, E DELL'ARBITRO EFFETTIVO SIG. REZZONICO DANILO , PER VIOLAZIONE DEGLI ARTT. 1 COMMA 1 DEL C.G.S. ; DEL SIG. CASILLO VINCENZO, (DIRIGENTE DELLA SOCIETA' OSTIA MARE), DEL GIOCATORE DELLA STESSA SOCIETA' JACOVISSI STEFANO, PER VIOLAZIONE DEGLI ARTT. 1 COMMA 1 E 3 COMMA 1 DEL C.G.S.; NONCHE' DELLE SOCIETA' A.S.D. OTTAVIA E A.S. OSTIA MARE , AI SENSI DELL'ART. 4 COMMA 2 DEL C.G.S.

La Procura Federale della FIGC a seguito di denuncia-esposto del Comitato Regionale Lazio , L.N.D., disponeva il deferimento di tutti i soggetti richiamati in epigrafe , innanzi alla Commissione Disciplinare Territoriale per le violazioni come sopra ascritte.
Al Sig. Deli Tarquinio, veniva contestato il fatto di aver assunto iniziative non consentite durante lo svolgimento della gara A.S.D. Ottavia – A.S.Ostia Mare L.C. del 10.04.2010, invitando i calciatori a praticare in segno di protesta, una fase di non gioco con la c.d. “melina” e leggendo contestualmente un comunicato non autorizzato , come nei contenuti meglio precisati nell'esposto del C.R.L.; così per gli addebiti verso gli altri deferiti,( inclusa la responsabilità oggettiva delle due Società ), che direttamente ed indirettamente si sono associati a tale modalità e proteste.
Infine nei riguardi dell'arbitro Rezzonico Danilo della Sezione di Civitavecchia, per non aver adempiuto al dovere di refertazione , menzionando l'accaduto.
All'udienza del 31.03.2011, la Procura Federale , rappresentata dall'Avv. De Marco, concludeva con la dichiarazione di responsabilità dei deferiti, chiedendo per Deli Tarquinio quattro mesi di inibizione; per i giocatori Battistelli e Jacovissi 2 gare di squalifica; per l'allenatore dell'Ostia Mare , Cerrai Alberto, un mese di squalifica; per il dirigente della Soc. Ostia Mare L.C., Casillo Vincenzo, due mesi di inibizione; per l'arbitro Rezzonico Danilo l'inibizione di un mese; per la Società A.S.D. Ottavia e per la Soc. Ostia Mare L.C., rispettivamente 1.500 e 1.000 euro di ammenda.
Tra i deferiti compariva personalmente soltanto il dirigente della Soc. Ottavia, Deli Tarquinio e l'arbitro Rezzonico.
Lo stesso Deli ribadiva la sua esclusiva responsabilità sull'iniziativa , per cui è causa il presente deferimento e che la stessa, comunque, aveva come finalità, l'intenzione di commemorare la scomparsa del calciatore Bini, precisando, tra l'altro, che l'arbitro Rezzonico era all'oscuro della suddetta protesta.
La Commissione si riservava ogni decisione.
Dall'esame degli atti prodotti in via istruttoria, si evince la responsabilità, come in atti specificata, dei soggetti deferiti ed in particolare quella del Deli Tarquinio, sull'iniziativa della protesta, (in occasione dei festeggiamenti organizzati per l'accesso ai play off), concretizzatasi subito dopo il fischio di inizio dell'incontro, con i giocatori della Soc. Ottavia che si passavano con la c.d. “melina” il pallone, con gli avversari fermi nella loro metà campo e poi la successiva lettura del comunicato congiunto delle due Società, le quali criticavano l'operato della Commissione Disciplinare Nazionale , in relazione alla sentenza d'appello con la quale veniva prosciolto dall'inibizione il dirigente della Società Almas , che aveva ospitato la gara nella quale si era verificato il luttuoso incidente del giovane giocatore Bini.
Pertanto chiara è risultata la responsabilità dei deferiti secondo propria gradualità, nel mettere in essere con il loro consenso e condotta, l'iniziativa arbitraria di cui trattasi, con l'intento di critica nei confronti degli organi della FIGC.
Ancora dalle stesse risultanze istruttorie, si deduce che il direttore dell'incontro disconosceva tale iniziativa, anche se bisogna annoverare che il medesimo doverosamente doveva riportare nei suoi atti ufficiali di gara, quanto verificatosi.
Per tali ragioni esposte , questa Commissione giudicante ritiene , eccezion fatta per l'arbitro Danilo Rezzonico, di accogliere in gran parte le richieste avanzate dalla Procura Federale e valutata in merito ogni circostanza;
DELIBERA
Riconosciuta la responsabilità di tutti i deferiti per i fatti addebitati, di infliggere al Sig. Deli Tarquinio mesi quattro di inibizione; ai calciatori Battistelli Davide e Jacovissi Stefano due gare di squalifica; ai dirigenti all'epoca dei fatti, della Soc. Ostia Mare L.C., Sig.ri Casillo Vincenzo, un mese di inibizione e Cerrai Alberto un mese di squalifica; alle Società Sportive, A.S.D. Ottavia e A.S. Ostia Mare L.C., rispettivamente 1.500 e 1.000 euro di ammenda.
Inoltre, viene inflitto il provvedimento dell'ammonizione all'arbitro Danilo Rezzonico per non aver menzionato nel suo referto quanto verificatosi e, in generale, l'anomala gestione della prima fase di gioco
Le sanzioni comminate decorrono del primo giorno successivo a quello della ricezione della comunicazione.
Manda alla Segreteria del Comitato Regionale Lazio per le comunicazioni di rito agli interessati.
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13/05/2011 22:19



Sono da poco venuto a conoscenza di un'altra tragica fatalità.
Il giorno 10 maggio alle ore 22 circa, un ragazzo di Fidene che stava giocando a calcetto presso uno dei campetti del Salaria Village, non ce l'ha fatta.
Il fatto è che forse anche questa volta si poteva fare qualcosa per evitare l'ennesiam tragedia.
Dopo che lo sfortunato ragazzo ha avuto un malore ed ha perso conoscenza, la prima ambulanza ha messo circa 20 minuti per arrivare sul posto, ma sfortunatamente non aveva il necessario per la rianimazione(?) e la seconda, arrivata dopo altri 10 minuti, non ha potuto fare nulla per il malcapitato. Sapere, poi, che al centro sportivo c'era anche un defibrillatore, ma nessuno che lo sapesse usare, rende questa tradegia ulteriolmente grottesca.
Giungano ad i suoi cari le mie più sentite condoglianza.


FONTE: settebagni.forumattivo.com/t21p165-salaria-sport-village-vizi-e-vi...

[Modificato da fausto1969 13/05/2011 22:19]
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20/05/2011 11:22

Re:
fausto1969, 13/05/2011 22.19:



Sono da poco venuto a conoscenza di un'altra tragica fatalità.
Il giorno 10 maggio alle ore 22 circa, un ragazzo di Fidene che stava giocando a calcetto presso uno dei campetti del Salaria Village, non ce l'ha fatta.
Il fatto è che forse anche questa volta si poteva fare qualcosa per evitare l'ennesiam tragedia.
Dopo che lo sfortunato ragazzo ha avuto un malore ed ha perso conoscenza, la prima ambulanza ha messo circa 20 minuti per arrivare sul posto, ma sfortunatamente non aveva il necessario per la rianimazione(?) e la seconda, arrivata dopo altri 10 minuti, non ha potuto fare nulla per il malcapitato. Sapere, poi, che al centro sportivo c'era anche un defibrillatore, ma nessuno che lo sapesse usare, rende questa tradegia ulteriolmente grottesca.
Giungano ad i suoi cari le mie più sentite condoglianza.


FONTE: settebagni.forumattivo.com/t21p165-salaria-sport-village#6524



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17/07/2011 15:46

Cassazione: enti sportivi devono risarcire danni se non hanno fatto rispettare obbligo di visita medica
Cassazione: enti sportivi devono risarcire danni se non hanno fatto rispettare obbligo di visita medica

dal sito
www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp
news_giuridica_10507.asp

Gli enti sportivi sono tenuti a garantire la tutela alla salute dei loro tesserati e devono pertanto fare in modo che chi pratica sport agonistici si sottoponga a visita medica. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione spiegando che, se ciò non accade, si rischia di pagare un maxi risarcimento. Sulla base di questo principio gli Ermellini hanno convalidato una condanna al pagamento di più di 270 mila euro inflitta ad un'associazione sportiva in favore della moglie di un
calciatore piemontese che era stato colto da un malore durante una partita di calcio ed era morto poi negli spogliatoi in seguito ad ischemia miocardica. Nel corso del giudizio si era accertato che lo sportivo era stato ammesso al torneo senza essere sottoposto a visita medica con relativo esame elettrocardiografico sotto sforzo. Questo accertamento, spiega la Corte, avrebbe messo in evidenza una patologia di cui era affetto il calciatore. La società sportiva è stata quindi condannata a risarcire i danni patrimoniali e non
patrimoniali dalla Corte d'appello di Torino, e la condanna è stata ora confermata in Cassazione. Inutile il tentativo di difendersi da parte dell'associazione sportiva che aveva provato a sostenere che la competizione a cui aveva preso parte il calciatore non doveva considerarsi agonistica.
La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell'Acsi e ha sottolineato che "gli enti sportivi sono tenuti a tutelare la salute degli atleti anche attraverso la prevenzione di eventi pregiudizievoli la loro integrità psicofisica e ne rispondono in relazione all'operato dei propri medici e del personale". Pertanto, aggiunge piazza Cavour, "il non avere l'Acsi predisposto un regolamento del torneo con la previsione dell'obbligo di visita medica e il non avere l'associazione sottoposto a visita medica Giancarlo V. o quantomeno chiesto idonea e adeguata certificazione medica ai fini della partecipazione al torneo, di natura agonistica, comporta il sorgere della responsabilità con consequenziale obbligo al risarcimento dei danni". L'Acsi è stata inoltre condannata a sborsare 7.200 euro per le spese processuali.
(Data: 16/07/2011 10.00.00 - Autore: N.R.)
UN'ALTRA SPINA NEL CUORE
[Non Registrato]
06/08/2011 23:54

11enne Giorgio Gernone muore schiacciato da porta nel campo da calcetto
BARI, 18 luglio 2011

I carabinieri della Compagnia di Bari-Centro stanno al momento indagando sulla morte del ragazzo di 11 anni, Giorgio Gernone, studente del primo anno di scuola media, morto ieri durante un pomeriggio di gioco con gli amici.
Giorgio Gernone si trovava all’interno di una struttura sportiva Di Palma Sport, annessa all’Acqua park di via Caldarola al quartiere Japigia di Bari. Il ragazzo era penetrato con gli amici nel campo da calcio, che a quell’ora doveva essere chiuso. All’improvviso Giorgio è stato travolto dalla porta del campo di calcetto. Ora si indaga per scoprire se qualcuno li abbia fatti entrare, ma sembrerebbe che i ragazzini abbiano avuto accesso agevolmente entrando dagli spazi dell’Acquapark di cui il campo sportivo farebbe parte integrante.
L’inchiesta, di cui è titolare il pm della Procura della Repubblica Giuseppe Dentamaro, sarà finalizzata a capire innanzitutto come la vittima e i suoi giovani amici siano riusciti ad entrare.
Secondo le prime testimonianze, Giorgio si è appeso alla traversa con le braccia e la porta, forse staccata dai tiranti che probabilmente erano allentati o non erano agganciati, è caduta sul ragazzo ed è precipitata in campo colpendolo alla nuca.
I soccorsi, chiamati dagli amici del ragazzini, hanno tentato di salvarlo, ma per lui, non c’è stato niente da fare.
Il campetto da calcio è ora sotto sequestro.

www.cronacalive.it/bari-11enne-giorgio-gernone-muore-schiacciato-da-porta-nel-campo-da-calce...
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