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Ultimo Aggiornamento: 07/04/2013 09:18
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01/02/2013 19:19

La perdita di un nipote
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Brigitte Trümpy ha perso il nipote Till morto di cancro e durante la malattia avrebbe voluto avere più contatti con nonni in una situazione simile. Per questo motivo ha fondato un punto di contatto per persone colpite dallo stesso destino.

di Irena Ristic / Fritz Fränzi
Till ha combattuto per quattro anni contro un tumore al cervello. Per la famiglia questo ha significato una continua altalena fra speranza e dolore. Till è morto nel settembre del 2010, aveva compiuto dieci anni. Per la nonna Brigitte Trümpy da quel momento niente è più come prima. «Siamo i feriti che sono sopravvissuti. Manca moltissimo a tutti noi.»

Tuttavia non hanno voluto abbandonarsi al dolore, bensì trasmettere le sue esperienze ad altri nonni che condividono la stessa sorte e ha fondato la piattaforma online «Sternenkinder-Grosseltern» per i «nonni dei bambini in cielo». Perché «Ci sono molte offerte per il lutto dei genitori, mentre per noi non esiste quasi nulla.»

«Una nonna che mi capisce»
Brigitte Trümpy ha maturato per lungo tempo l'idea di un punto di contatto per i nonni. Durante la malattia di Till ha conosciuto altre due nonne nel reparto di oncologia dell'ospedale pediatrico di Zurigo. «Con loro mi sono decisa a condividere le mie paure e anche la mia rabbia per il nostro destino.» Vedere che non era sola con i suoi sentimenti le ha fatto bene. Tuttavia il contatto con le altre nonne è rimasto superficiale, dal momento che tutte erano impegnate con sé e con la loro famiglia.

E anche se i colloqui con gli psicologi del reparto di oncologia pediatrica sono stati d'aiuto nei momenti difficili, ripensandoci Brigitte Trümpy avrebbe voluto avere più contatti con gli altri nonni colpiti dallo stesso destino. «Dopo una giornata difficile, ad esempio dopo una chemio, sarei stata molto felice se ci fosse stata un'altra nonna ad aspettarmi davanti all'ospedale pediatrico.» Una nonna che sappia come ci si sente in una situazione del genere e senza dover dire niente offra una tazza di caffè o anche solo un semplice abbraccio.

Una rete per i nonni
Molti nonni e nonne che si mettono in contatto con Brigitte Trümpy, provano gli stessi sentimenti. Sono loro le persone alle quali la sessantunenne vuole essere di aiuto. Non ci sono temi tabù: «Io non giudico, ascolto e basta.» Oppure si offre come accompagnatrice, come ad esempio della «nonna di un bambino in cielo» del Canton Argovia. Sono andate insieme a fare visita alla tomba del nipote defunto. E anche con una nonna della Baviera colpita dalla stessa sorte si è creato nel frattempo uno scambio molto bello.

Ora Brigitte Trümpy spera che il numero di persone che si rivolgono a lei aumenti. Il suo obiettivo è «creare un'ampia rete di ‹nonni dei bambini in cielo› per sostenersi e darsi ascolto a vicenda.» e per raggiungerlo avvia contatti con enti specializzati e ospedali pediatrici, racconta del suo impegno e riscontra interesse.

Medici, assistenti sociali e psicologi degli ospedali pediatrici di Basilea, Aarau e Zurigo consigliano nel frattempo il punto di contatto per i nonni, come anche le associazioni Kinder-Krebs-Hilfe della Svizzera e dell'Austria per la lotta contro il cancro infantile. Per l'impegnata nonna del Canton Glarona questo è «un passo importante nella direzione giusta perché i nonni possano elaborare il dolore della perdita».

Essere forti per i figli e addolorati per i nipoti
Le nonne e i nonni che devono accompagnare un nipote nel cammino verso la morte si trovano in una situazione particolare: «il loro lutto è doppio» afferma la nonna di Till. «Da una parte provavo paura e dolore per Till e dall'altra parte volevo stare vicino a sua madre, mia figlia.» Le ha provocato un fortissimo dispiacere che la figlia e la famiglia dovessero sopportare tutto questo.

Brigitte Trümpy e suo marito hanno fornito il loro aiuto in tutti i modi possibili. Hanno imparato a infilare le sonde o il dosaggio giusto dei farmaci e si sono alternati accanto a Till in ospedale. La sessantunenne doveva essere forte per sua figlia, ma chi le dava sostegno? «Non potevo avvicinarmi al letto di Till e piangere. Non sarebbe stato certo un aiuto per mia figlia.» E anche se il suo compagno oggi come allora rappresentava «un enorme appoggio», rimaneva spesso sola con le sue domande e paure. Per la nonna è ancora oggi difficile da accettare che il nipote se ne dovuto andare prima di lei. «È così ingiusto, così innaturale.»

Nessuna paura della morte
Nonostante il lutto Brigitte Trümpy si guarda indietro con pensieri positivi: «Tutti noi, i genitori di Till, la sorella e noi nonni, abbiamo portato degli sprazzi di luce nella camera di ospedale. Abbiamo riso, parlato e non abbiamo permesso al cancro di sconvolgere la nostra famiglia.»

Hanno imparato molto dal nipote e scoperto così la propria spiritualità: «Till ha preso ogni giornata così come veniva. Spesso è stato lui a darci conforto» afferma Brigitte Trümpy. Il bambino le ha anche raccontato dei suoi dialoghi con Dio, facendole capire che non deve avere paura della morte. «Lo sai, nonna, ogni volta che guardo al cielo sento un grande caldo dentro.» le ha detto una volta. Una frase che Brigitte Trümpy porta sempre nel cuore.

Parlando con genitori e nonni che condividono la stessa sorte, la famiglia di Till scopre altre storie simili. Storie di bambini che sapevano di dover morire presto. «È come se con una porticina fossero in contatto con un altro mondo, che per noi adulti da tanto tempo non è accessibile» afferma Brigitte Trümpy, ed è consapevole che «mio nipote si sentiva sostenuto, e non solo da noi.»

L’addio è un momento sereno e, nonostante il grande dolore, anche pieno di speranze. «Tutti a turno abbiamo tenuto la mano di Till, fino a quando voleva solo quella della mamma.» Poco prima di chiudere gli occhi per sempre, Till ha lasciato dolcemente la mano della madre, ricorda la nonna. Da ciò Brigitte Trümpy ha tratto un grande conforto: «Un bambino che lascia la mano della mamma non ha paura.»
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