00 16/11/2009 20:09
la grande difficoltà a eradicare tutte le cellule
leucemiche residue nel midollo durante il
condizionamento. Il midollo allogenico, che non
è perfettamente compatibile, ha più possibilità
di riconoscere come estranee eventuali cellule
leucemiche residue ed eliminarle.
Nel trapianto allogenico il donatore è
compatibile quando le sue cellule hanno delle
caratteristiche che sono le più simili possibili a
quelle del bambino (istocompatibilità HLA),
in maniera tale da evitare o ridurre il problema
del rigetto. La compatibilità per questo tipo di
intervento deve essere molto elevata, più ancora
che per la donazione del sangue o di organo.
Il donatore ideale, perfetto, sarebbe il fratello
gemello identico che condivide lo stesso esatto
corredo di geni (trapianto singenico), ma in
pratica i bambini trapiantati da un gemello
identico a volte soffrono non di rigetto ma di
una ricaduta della malattia per gli stessi motivi
dei bambini che hanno subito un autotrapianto.
Lo stesso sistema immunologico che non era
stato in grado di proteggere il bambino dalla
leucemia si dimostra debole nel combattere
eventuali residui di cellule malate. I donatori
ideali si trovano, quindi, tra i fratelli non
gemellari, che condividono una stessa eredità
genetica. Le probabilità che un fratello sia
compatibile con il bambino malato sono circa del
25%.
Non trovando, invece, tra i fratelli un donatore
idoneo si può procedere alla difficile ricerca di un
donatore tra la popolazione generale (trapianto
allogenico da MUD = “matched unrelated
donor” o donatore compatibile non familiare).
Esiste in Italia, come in altre nazioni, un Registro
(IBMDR) che contiene i nomi delle persone che