00 09/10/2017 14:11
la Questione è più che delicata. Da laurato in scienze motorie condivido a pieno che con i bambini devono esserci professionisti. Mi spiego meglio, ogni ragazzo è un sistema complesso ed unico e la bravura di un formatore, una guida, un mediatore, da non confondere con l'allenatore, sta proprio nel riuscire a far germogliare quello che ogni ragazzo ha dentro.

Io parto sempre da un concetto pedagogico determinante: L'insegnamento cosi come ci vogliono far credere, non esiste, perché l'apprendimento deriva dall'esperienza e che senza divertimento i bambini non apprendono in modo corretto. Al che mi domando il perché nelle scuole calcio (che già dal nome fanno capire che non sia proprio un luogo divertente) si ostinino a lavorare con metodi direttivi e di comando: un bambino che esegue un ottimo esercizio sotto la guida stretta di un ""allenatore"" non è sinonimo di ottimo apprendimento e questo a mio parere è un passaggio spesso e volentieri dimenticato.

Di talenti che hanno fatto e fanno la storia cresciuti creando calcio in un parco in una via o un oratorio ce ne sono a valanga.

Questa è la mia visione (in sintesi) del gioco del calcio, tu mi citavi il battimuro..per esempio è un gioco, un gioco libero del ragazzo. Ottimo si può partire da li ed arrivare a chissà quale altra regola o scenario, ma perché i grandi devono decidere regole, andamento e tipo di tecnica? Non possono guidarci i bambini e i ragazzi? Poi ci lamentiamo che abbiamo calciatori che non sono in grado di gestire situazioni o creare giocate illuminanti, estrose!

Esiste una tecnica corretta nel gioco del calcio? Io dico di no.

Credo che noi tutti, adulti, dovremmo fare un passo indietro e lasciare più spazio al formatore più esperto: Il gioco, il gioco libero.

A presto buon pranzo

Daniele