OICLAC.iL CALCIO AL CONTRARIO

Sentenza molto ipocrita

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    misterc22
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    Città: ROMA
    Età: 58
    Sesso: Maschile
    00 22/02/2011 18:27
    Pallavicino dice che il calcio fa schifo.....la giustizia risponde "c'hai ragione"
    (257) – DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE A CARICO DI: CARLO
    PALLAVICINO (Agente di calciatori) ▪ (nota N°. 3803/380pf08-09/SP/blp del
    16.12.2010).
    Con provvedimento del 16 dicembre 2010 il Procuratore Federale ha deferito dinanzi a
    questa Commissione il Sig. Carlo Pallavicino per “rispondere della violazione di cui agli
    artt. 1, comma 1, e 5, del C.G.S., nonché della violazione dell’art. 12 del Regolamento
    Agenti in vigore all’epoca dei fatti, condotte oggi disciplinate dall’art. 19 con particolare
    riferimento ai commi 3, 5 e 6 del Regolamento Agenti, per avere espresso giudizi e rilievi
    lesivi della reputazione di persone, Società e organismi operanti nell’ambito federale”.
    Nel termine consentito dalle norme procedurali è stata depositata una memoria difensiva
    nell’interesse del deferito con la quale è stato richiesto il proscioglimento da ogni addebito.
    Alla odierna riunione è comparso il rappresentante della Procura Federale il quale ha
    insistito per l’accoglimento dell’atto di deferimento e la conseguente dichiarazione di
    responsabilità del Sig. Carlo Pallavicino con applicazione a carico dello stesso della
    sanzione dell’ammenda di € 21.000,00 (ventunomila/00).
    I motivi della decisione
    Esaminati gli atti del presente procedimento e le prove raccolte dalla Procura Federale,
    valutata con attenzione la memoria difensiva redatta nell’interesse del Sig. Carlo
    Pallavicino, la Commissione rileva e deduce come il deferimento in questione non sia
    oggettivamente fondato e che pertanto lo stesso debba essere respinto.
    In data 21 novembre 2008 sul quotidiano “L’Unità” veniva pubblicato un articolo dal titolo
    “Il pallone dei procuratori. Gli agenti nel calcio post Gea” nel quale venivano riportate
    alcune dichiarazioni rilasciate al cronista dall’Agente di calciatori, Sig. Carlo Pallavicino.
    Quest’ultimo dichiarava testualmente che “i giochi di forza sono rimasti pressoché
    immutati perché il calcio non è in grado di rinnovarsi” e tutto ciò nonostante fosse da
    12
    tempo deflagrato il caso comunemente denominato “Calciopoli” con le vicende giudiziarie
    che avevano interessato alcuni tra i più importanti procuratori sportivi.
    Nell’intervista in questione il deferito, a proposito della prevalenza di alcuni Agenti di
    calciatori rispetto ad altri, sosteneva quanto segue: “Come avviene nella mafia, alla
    famiglia più potente che soccombe se ne sostituisce un’altra. Tutti speravano in un deciso
    rinnovamento, ma la verità è che vecchi poteri e molti personaggi del vecchio regime
    dominano ancora. Lo si è visto anche nel processo Gea, dove sono sfilati tanti testimoni
    reticenti. Un festival dell’omertà”.
    Il Sig. Carlo Pallavicino dichiarava inoltre che sino al momento in cui il Sig. Luciano Moggi
    aveva rivestito la carica della Juventus non era mai stato possibile per lui acquisire la
    procura di calciatori bianconeri in quanto “bandito” dal dirigente in questione.
    Da ultimo il Sig. Carlo Pallavicino riferiva di grandissime difficoltà soprattutto relativamente
    alle operazioni di mercato da svolgere all’estero, in particolare con club brasiliani o
    argentini, e ciò in considerazione del fatto che, a suo parere, “la cupola tende a
    sopravvivere” e che “tutti i club hanno il loro intermediario di riferimento in ogni paese, e
    per concludere un affare devi passare attraverso lui. Con buona pace dei regolamenti, che
    spesso questi personaggi non sono neppure iscritti ad albi professionali”.
    Ascoltato dalla Procura Federale l’odierno deferito confermava sostanzialmente quanto
    dichiarato al quotidiano “L’Unità”, seppur precisando che il proprio pensiero in alcuni punti
    era stato sintetizzato dal giornalista.
    La difesa del Sig. Carlo Pallavicino ha sostenuto la tesi per cui quest’ultimo non avrebbe
    “espresso giudizi lesivi nei confronti di chicchessia, tanto meno delle Istituzioni federali”,
    deducendo che “le dichiarazioni di Pallavicino … riguardavano il settore calcistico in
    generale e non la specifica istituzione federale, mai menzionata dal deferito che, invece, si
    è limitato a sottolineare come i personaggi coinvolti nell’inchiesta denominata “Calciopoli”
    e nel successivo “Processo Gea”, di fatto, pur inibiti dall’attività o sottoposti a
    procedimento penale, erano ancora “presenti” e operativi nel sistema”.
    A sostegno di quanto sopra la difesa del Sig. Pallavicino ha dedotto la circostanza per cui
    quest’ultimo avrebbe fatto riferimento alle istituzioni federali solamente laddove ha
    dichiarato che “dopo le vicende di calcio poli e cinque sessioni di calciomercato, la
    giustizia sportiva sembrava non avere adottato alcuna misura nei confronti degli Agenti
    suindicati, nonostante i provvedimenti emessi dalla giustizia penale. Tale circostanza
    pertanto causava una profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni sportive”; detta
    circostanza, sempre secondo la difesa, sarebbe “corrispondente al vero, tanto da rientrare
    nell’ambito di applicabilità della scriminante prevista dall’art. 5 C.G.S.”.
    Le tesi difensive sin qui sinteticamente riportate debbono essere accolte in quanto le
    dichiarazioni del Sig. Carlo Pallavicino, nel caso di specie, contengono affermazioni
    neppure allusivamente riferibili alle Istituzioni Federali ma, piuttosto, direttamente
    riconducibili a personaggi che, a suo dire, nonostante il coinvolgimento nelle su
    menzionate vicende, continuavano ad operare nel mondo del calcio.
    Dette affermazioni, anche alla luce del momento storico in cui vennero rilasciate
    (novembre 2008), erano caratterizzate da un comprensibile rammarico da parte
    dell’odierno deferito il quale si trovava ad operare da diverse sessioni di calciomercato in
    una situazione di palese concorrenza sleale con chi, pur essendo rimasto coinvolto nelle
    13
    vicende sopra menzionate, non aveva subito alcun provvedimento proveniente dall’interno
    della propria associazione.
    E proprio quest’ultima obiettiva circostanza, vale a dire la mancata applicazione di quanto
    previsto dall’art. 18, comma 4, del Regolamento Agenti FIGC vigente all’epoca dei fatti
    (secondo il quale, tra l’altro, il provvedimento di sospensione provvisoria doveva essere
    sempre disposto nei confronti dell’Agente che risultava avere procedimenti penali in corso
    per delitti non colposi connessi alla propria attività) nei confronti di chi da anni era soggetto
    a procedimento penale per reati di associazione a delinquere, minacce e violenza privata,
    ha dato origine alle dichiarazioni del Sig. Carlo Pallavicino.
    Nelle cui esternazioni, si ripete, non sono ravvisabili violazioni né dello articolo 1, comma
    primo e quinto, del Codice di Giustizia Sportiva né dell’articolo 12 del Regolamento Agenti
    in vigore all’epoca dei atti.
    Il dispositivo
    Alla luce di tutto quanto sin qui esposto la Commissione Disciplinare Nazionale proscioglie
    il Sig. Carlo Pallavicino dal deferimento in oggetto.
  • Fausto(1)
    00 22/02/2011 21:28
    Re: Pallavicino dice che il calcio fa schifo.....la giustizia risponde "c'hai ragione"
    [POSTQUOTE][QUOTE:109621353=misterc22, 22/02/2011 18.27](257) – DEFERIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE A CARICO DI: CARLO
    PALLAVICINO (Agente di calciatori) ▪ (nota N°. 3803/380pf08-09/SP/blp del
    16.12.2010).
    Con provvedimento del 16 dicembre 2010 il Procuratore Federale ha deferito dinanzi a
    questa Commissione il Sig. Carlo Pallavicino per “rispondere della violazione di cui agli
    artt. 1, comma 1, e 5, del C.G.S., nonché della violazione dell’art. 12 del Regolamento
    Agenti in vigore all’epoca dei fatti, condotte oggi disciplinate dall’art. 19 con particolare
    riferimento ai commi 3, 5 e 6 del Regolamento Agenti, per avere espresso giudizi e rilievi
    lesivi della reputazione di persone, Società e organismi operanti nell’ambito federale”.
    Nel termine consentito dalle norme procedurali è stata depositata una memoria difensiva
    nell’interesse del deferito con la quale è stato richiesto il proscioglimento da ogni addebito.
    Alla odierna riunione è comparso il rappresentante della Procura Federale il quale ha
    insistito per l’accoglimento dell’atto di deferimento e la conseguente dichiarazione di
    responsabilità del Sig. Carlo Pallavicino con applicazione a carico dello stesso della
    sanzione dell’ammenda di € 21.000,00 (ventunomila/00).
    I motivi della decisione
    Esaminati gli atti del presente procedimento e le prove raccolte dalla Procura Federale,
    valutata con attenzione la memoria difensiva redatta nell’interesse del Sig. Carlo
    Pallavicino, la Commissione rileva e deduce come il deferimento in questione non sia
    oggettivamente fondato e che pertanto lo stesso debba essere respinto.
    In data 21 novembre 2008 sul quotidiano “L’Unità” veniva pubblicato un articolo dal titolo
    “Il pallone dei procuratori. Gli agenti nel calcio post Gea” nel quale venivano riportate
    alcune dichiarazioni rilasciate al cronista dall’Agente di calciatori, Sig. Carlo Pallavicino.
    Quest’ultimo dichiarava testualmente che “i giochi di forza sono rimasti pressoché
    immutati perché il calcio non è in grado di rinnovarsi” e tutto ciò nonostante fosse da
    12
    tempo deflagrato il caso comunemente denominato “Calciopoli” con le vicende giudiziarie
    che avevano interessato alcuni tra i più importanti procuratori sportivi.
    Nell’intervista in questione il deferito, a proposito della prevalenza di alcuni Agenti di
    calciatori rispetto ad altri, sosteneva quanto segue: “Come avviene nella mafia, alla
    famiglia più potente che soccombe se ne sostituisce un’altra. Tutti speravano in un deciso
    rinnovamento, ma la verità è che vecchi poteri e molti personaggi del vecchio regime
    dominano ancora. Lo si è visto anche nel processo Gea, dove sono sfilati tanti testimoni
    reticenti. Un festival dell’omertà”.
    Il Sig. Carlo Pallavicino dichiarava inoltre che sino al momento in cui il Sig. Luciano Moggi
    aveva rivestito la carica della Juventus non era mai stato possibile per lui acquisire la
    procura di calciatori bianconeri in quanto “bandito” dal dirigente in questione.
    Da ultimo il Sig. Carlo Pallavicino riferiva di grandissime difficoltà soprattutto relativamente
    alle operazioni di mercato da svolgere all’estero, in particolare con club brasiliani o
    argentini, e ciò in considerazione del fatto che, a suo parere, “la cupola tende a
    sopravvivere” e che “tutti i club hanno il loro intermediario di riferimento in ogni paese, e
    per concludere un affare devi passare attraverso lui. Con buona pace dei regolamenti, che
    spesso questi personaggi non sono neppure iscritti ad albi professionali”.
    Ascoltato dalla Procura Federale l’odierno deferito confermava sostanzialmente quanto
    dichiarato al quotidiano “L’Unità”, seppur precisando che il proprio pensiero in alcuni punti
    era stato sintetizzato dal giornalista.
    La difesa del Sig. Carlo Pallavicino ha sostenuto la tesi per cui quest’ultimo non avrebbe
    “espresso giudizi lesivi nei confronti di chicchessia, tanto meno delle Istituzioni federali”,
    deducendo che “le dichiarazioni di Pallavicino … riguardavano il settore calcistico in
    generale e non la specifica istituzione federale, mai menzionata dal deferito che, invece, si
    è limitato a sottolineare come i personaggi coinvolti nell’inchiesta denominata “Calciopoli”
    e nel successivo “Processo Gea”, di fatto, pur inibiti dall’attività o sottoposti a
    procedimento penale, erano ancora “presenti” e operativi nel sistema”.
    A sostegno di quanto sopra la difesa del Sig. Pallavicino ha dedotto la circostanza per cui
    quest’ultimo avrebbe fatto riferimento alle istituzioni federali solamente laddove ha
    dichiarato che “dopo le vicende di calcio poli e cinque sessioni di calciomercato, la
    giustizia sportiva sembrava non avere adottato alcuna misura nei confronti degli Agenti
    suindicati, nonostante i provvedimenti emessi dalla giustizia penale. Tale circostanza
    pertanto causava una profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni sportive”; detta
    circostanza, sempre secondo la difesa, sarebbe “corrispondente al vero, tanto da rientrare
    nell’ambito di applicabilità della scriminante prevista dall’art. 5 C.G.S.”.
    Le tesi difensive sin qui sinteticamente riportate debbono essere accolte in quanto le
    dichiarazioni del Sig. Carlo Pallavicino, nel caso di specie, contengono affermazioni
    neppure allusivamente riferibili alle Istituzioni Federali ma, piuttosto, direttamente
    riconducibili a personaggi che, a suo dire, nonostante il coinvolgimento nelle su
    menzionate vicende, continuavano ad operare nel mondo del calcio.
    Dette affermazioni, anche alla luce del momento storico in cui vennero rilasciate
    (novembre 2008), erano caratterizzate da un comprensibile rammarico da parte
    dell’odierno deferito il quale si trovava ad operare da diverse sessioni di calciomercato in
    una situazione di palese concorrenza sleale con chi, pur essendo rimasto coinvolto nelle
    13
    vicende sopra menzionate, non aveva subito alcun provvedimento proveniente dall’interno
    della propria associazione.
    E proprio quest’ultima obiettiva circostanza, vale a dire la mancata applicazione di quanto
    previsto dall’art. 18, comma 4, del Regolamento Agenti FIGC vigente all’epoca dei fatti
    (secondo il quale, tra l’altro, il provvedimento di sospensione provvisoria doveva essere
    sempre disposto nei confronti dell’Agente che risultava avere procedimenti penali in corso
    per delitti non colposi connessi alla propria attività) nei confronti di chi da anni era soggetto
    a procedimento penale per reati di associazione a delinquere, minacce e violenza privata,
    ha dato origine alle dichiarazioni del Sig. Carlo Pallavicino.
    Nelle cui esternazioni, si ripete, non sono ravvisabili violazioni né dello articolo 1, comma
    primo e quinto, del Codice di Giustizia Sportiva né dell’articolo 12 del Regolamento Agenti
    in vigore all’epoca dei atti.
    Il dispositivo
    Alla luce di tutto quanto sin qui esposto la Commissione Disciplinare Nazionale proscioglie
    il Sig. Carlo Pallavicino dal deferimento in oggetto.[/QUOTE][/POSTQUOTE]
    ======================================================================
    A Mister,
    a me pare sia stato riconosciuto che quanto denunciato non è lesivo ma rispondente alla verità.E te che fai?t'inquieti.
    E' proprio vero che non ci siamo abituati.
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    misterc22
    Post: 9.958
    Città: ROMA
    Età: 58
    Sesso: Maschile
    00 22/02/2011 22:19
    fausti' è uno cosa che non riesco a capire, possibile che nella magistratura sportiva, non ci sia l'obbligo d'inchiesta?
    l'anno scorso il ds del parma melli, è stato inquisito e squalificato per aver detto che genoa-lazio era acchittata, poi totti è stato inquisito e multato per aver detto che il campionato era falsato, ora pallavicini che dice che non riesce ad operare perchè in giro ci sono tutti gli inquisiti di calciopoli che continuano a fare il bello ed il cattivo tempo senza che nessuno dica niente. In una situazione normale la magistratura convoca questi soggetti come persone informate sui fatti e gli chiede ragione dei reati che stanno denunciando, invece la magistratura sportiva li inquisisce e li sanziona per aver denunciato, che te devo di' io mi inquieto.
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    00 28/12/2011 23:39
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