00 20/01/2010 10:07
FARINA EDUCA I TUOI ARBITRI
ROMA – È iniziata in modo scoppiettante la nostra nuova inchiesta sulla classe arbitrale della Serie D. Gli intervistati della scorsa settimana – Gianluca Murroni, presidente del Castelsardo e Roberto Ciappici, presidente del Flaminia Civitacastellana – hanno dichiarato di essere molto d...elusi dall’operato degli arbitri, mostrandosi sconsolati e non vedendo nessun margine di miglioramento. Questa settimana continuiamo a sondare il terreno: i protagonisti sono sempre loro, i presidenti dell’Interregionale, coloro che, quando hanno avuto occasione di parlare pubblicamente (ci riferiamo alla riunione delle società di Serie D tenutasi a dicembre, dove era presente anche Stefano Farina, designatore della CAN-D, in vena di rispedire ogni accusa al mittente con una diplomazia che, va detto, gli ha reso onore), hanno stentato, tentennato, solo in pochi hanno provato a lamentarsi. Cosa dire allora, abbiamo deciso di far ritrovare loro la “voce” attraverso le nostre pagine, per portare alla luce il malcontento che aleggia nell’aria, nella speranza di ricevere risposte e, magari, soluzioni. Le domande che porgiamo ai presidenti sono sempre le stesse, una loro personale valutazione della classe arbitrale, quali sono i problemi che intravedono in questo settore sempre così discusso, come giudicano il lavoro che sta portando avanti Stefano Farina, come pensano si possa migliorare il settore arbitrale e quali siano i margini di miglioramento, poi una curiosità: chiederemo se in cuor loro abbiano la convinzione di aver subìto più torti o decisioni favorevoli da parte delle “giacchette nere” (ormai non più tali, dal giallo canarino al viola quaresimale, la gamma di colori vestita dagli arbitri non conosce più confini).
TAMAI – Il presidente dei pordenonesi, Tomaso Elia Verardo, va giù duro, e non usa mezzi termini per esprimere tutto il suo malcontento verso la classe arbitrale: «Non voglio dire nulla – esordisce così il numero uno della compagine friulana che milita nel girone C, ma sarà molto eloquente – La nostra società si è sempre distinta per per l’avere avuto sempre un ottimo rapporto con i direttori di gara, al di là del risultato, ma quest’anno la mia opinione è molto diversa a tal proposito, e non posso negare il mio dispiacere. Nell’ultima assemblea – quella tenutasi a Fiumicino a dicembre, ndr – ci hanno chiesto di aiutarli, perché sono giovani, ma non sono assolutamente soddisfatto del loro operato in questa stagione». I motivi dell’insoddisfazione di Verardo sono molteplici, e ricalcano in buona parte quelli espressi dai nostri interlocutori della scorsa settimana: «Non mi piacciono né dal punto di vista tecnico, né da quello comportamentale. Devono rispettare i giocatori, i dirigenti. Non possono essere strafottenti, indisponenti. Ma non voglio utilizzare altri aggettivi, voglio essere “soft”. Cercheremo di aiutarli, di essere pazienti, come abbiamo sempre fatto peraltro, ma ci sono troppe sviste, troppi errori. Sarà come dicono loro, giovani ed inesperti». Sollecitato sull’operato del designatore Stefano Farina, Verardo esordisce con un lungo sospiro: «Non conosco il criterio di assegnazione e designazione degli arbitri – il designatore decide autonomamente in merito, con l’unico “paletto” che nessun arbitro può dirigere due volte la stessa squadra nell’arco dello stesso campionato, ndr - ma non lo condivido assolutamente. Non si può avere la terna arbitrale che arriva in aereo. Posso capire l’arbitro, ma tutti e tre proprio no. Per quanto mi riguarda potrebbero venire, se non proprio dal Friuli, dal Veneto, o comunque dalle regioni adiacenti, per una semplice questione di costi. Mi è stato risposto, quando ho avanzato queste critiche, che è necessario che sia così, che girino tutti i campi d’Italia. Secondo me, però – prosegue nella sua analisi del settore arbitrale il presidente del Tamai Verardo – dovrebbe essere un’eccezione questo metodo di designazione e assegnazione delle gare, non la regola. Voglio ribadire però che non è mia intenzione fare polemica, e intendiamo farlo ancora». Su quali possano essere delle possibili soluzioni ai malanni che affliggono gli arbitri dell’Interregionale, Verardo non si sbilancia: «Ci sono difficoltà oggettive, questo è palese, ma non saprei dare delle ricette risolutive – si limita a rispondere il presidente del Tamai, attualmente terzo in classifica con 35 punti e una gara da recuperare, a cinque lunghezze dal Montichiari secondo e otto dall’Este, che guida la graduatoria, ndr. L’ultima questione che rivolgiamo a Verardo è sapere se, fra i tanti episodi vissuti dalla sua squadra ce ne sia stato uno, a favore o contro, degno di particolare menzione: «Assolutamente sì, è successo in una delle ultime giornate. Su segnalazione della panchina avversaria al guardalinee, che poi ha avvertito l’arbitro, è stato espulso un mio giocatore, reo di aver sputato addosso ad un avversario. Nessuno dei due – arbitro e assistente – aveva visto nulla, e il giocatore che avrebbe ricevuto quello sputo, negava categoricamente che ciò fosse accaduto, ma nonostante tutto, l’arbitro tirò fuori il rosso». Ovvio che, nel sentire tutto questo, chiediamo a Verardo cosa fosse stato riportato nel referto arbitrale: «Semplice, espulsione per sputo ad un avversario, e il mio giocatore si è preso tre o quattro giornate di squalifica». Dopo questo inverosimile amarcord, il presidente del Tamai chiude così la conversazione: «Ci sono delle cose che vanno necessariamente riviste. Agli arbitri vanno date indicazioni precise, soprattutto devono essere in grado di utilizzare lo stesso metro di giudizio per tutti, e per tutto l’arco della partita, cosa che non accade mai».
MILAZZO – Pietro Cannistrà, uomo simbolo del Milazzo, è al timone dalla stagione 2007/08, quando la sua squadra partì dal campionato di Promozione. L’anno successivo sorprese tutti vincendo anche il campionato di Eccellenza fino a questa stagione, dove veleggia nelle parti alte della classifica. Ma l’intento della nostra telefonata al numero uno rossoblu è un altro, chiedere a Cannistrà cosa pensa del settore arbitrale: «Certamente c’è da annotare la giovane età dei direttori di gara, forse, stanno procedendo con uno “svecchiamento”, non lo so, però la cosa che più danneggia noi società sono i collaboratori dell’arbitro». I guardalinee quindi, altro tema oltre a quello degli arbitri: «Appena sentono un coro fuori posto o ricevono uno sputo, sono soldi di ammenda che riceviamo. Certo – spiega Cannistrà – lo sputo è un gesto ignobile, ma non è certo uno schiaffo». Non sarà uno schiaffo ma lo sputo fa male lo stesso, colpisce una persona nel cuore, a volte può anche far peggio di uno schiaffo, purtroppo spesso si vedono anche in campo gesti del genere, calciatori spesso anche blasonati che sputano contro gli avversari e credono di aver ragione, ma non sanno che quelli usciti sconfitti dopo uno sputo sono proprio loro! Un tifoso, vedendo il suo beniamino farlo in campo, si sente forte dietro questo gesto che, noi di Professione Calcio, condanniamo fermamente. Il presidente del Milazzo prova a trovare una soluzione a tutto questo: «In ogni gara succede che un giudice di linea viene attinto da sputi, condanno questi gesti, ma noi come società riceviamo multe su multe proprio per questo, nemmeno una volta la terna arbitrale chiude un occhio». Cannistrà continua il suo discorso che, logicamente, è volto a far capire in che stato deve vivere una società vittima dei tifosi maleducati: «Ho chiesto che gli arbitri siano un po’ più morbidi su questi fatti ma non ho ma ricevuto consensi, allora, devo pensare che sia fatto tutto ad arte per rimpinzare le casse della Federazione? Allora mettessero l’iscrizione a 40.000 Euro anziché 16.000 e il gioco è fatto, a me converrebbe». Ma non finisce qui, il massimo dirigente siciliano desidera togliersi qualche altro sassolino dalla scarpa: «Ho chiesto addirittura di giocare a porte chiuse, almeno mi risparmio le multe, mi hanno detto no, ma scusate, mica posso educarlo io il mondo, come faccio ad evitare gli sputi? Forse nessuno vuole capire...». Cannistrà ci parla di un altro fatto accaduto dopo una gara: «Una volta mi capitò di alzare di 5 centimentri la maglia di un arbitro che mandò fuori due miei calciatori, goliardicamente ma in tono scherzoso chiesi se avesse sotto la divisa da arbitro quella degli avversari di turno, mi comminò 3000 Euro di multa e 1 turno di squalifica del campo. Purtroppo – continua Cannistrà – a volte non capiscono che uno scherza, quella volta avevo addirittura vinto, poteva esserci malizia nel gesto?». Farina, secondo il numero uno rossoblu lavora tentando di aumentare la professionalità delgi arbitri che secondo Cannistrà sono ancora giovani ma pieni di belle speranze: «Io non condanno l’arbitro come persona, forse gli dicono di essere così duri, di avere un metro di giudizio a danno delle società, non saprei. A volte – continua - ho subìto scottanti sconfitte e ho stretto al mano all’ìarbitro facendoghi i complimenti, altre volte ho vinto ed ho contestato fortemente il direttore di gara». Il Milazzo ha provato anche a chiarire l’aspetto di cui sopra con gli organi federali ricevendo risposte poco apprezzabili: «Ho provato a parlare con delle persone in Federazione, minacciando il mio ritiro se questa situazione persecutoria fosse proseguita, come risposta ho ricevuto un benservito, mi hanno detto che se il Milazzo vuole andarsene ci sarà un’altra squadra a sostituirlo… Approfondirò la questione con Tavecchio, se non riceverò risposte in merito, la gente mi leggerà nuovamente su queste pagine…».