Ma infatti non discuto sulle presunte capacità, e certamente mio figlio non si è aggrappato allo stipite della porta per non essere trascinato via. Quello che forse non sono riuscito a trasmettere è che sebbene abbia cercato di aprire gli occhi al ragazzo (16 anni) prospettandogli in tempi non sospetti, una ricollocazione presso altre società, nella sua testa c'era si la rabbia per la poca considerazione, ma anche la difficoltà nel lasciare il gruppo con il quale aveva trovato una buona intesa. Nell'incertezza ha preferito proseguire.
Sono i ragazzi che devono valutare e scegliere.
Poi il giudizio sulla validità o meno del giocatore non è possibile darlo, non era certo il meno scarso, ma entrano in gioco dinamiche diverse, ruoli di appartenenza, ruoli imposti, caratteristiche, impostazione, fisicità, continuità, ed ancora ingerenze esterne, vuoi dei genitori, vuoi dei dirigenti, vuoi degli sponsor.
Non fosse stato che alle selezioni lo avevano ritenuto idoneo, e che successivamente si erano compiaciuti per i miglioramenti, apprezzamenti che lo hanno ingannato, tanto che alla fine, le scelte dell'allenatore sono state diverse.
MA tutto questo ha poca importanza ormai. Alla fine si è spostato il fuoco della mia osservazione, verso il ragazzo.
Resta che il comportamento del DS non è stato adeguato. E tutto sommato, meglio così, certi rapporti è meglio non averli, ed è anche giusto che altri sappiano cosa trovano. Però mi pare di aver capito che così è ovunque, quasi fosse la regola.
Peccato.