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SICUREZZA SUI CAMPI

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2016 10:07
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Città: ROMA
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Sesso: Maschile
21/07/2010 01:05

La mamma di Alessandro Bini
Ancora non so perché mio figlio è morto in un campo di calcio
Egregio direttore Sechi, le scrivo chiedendo: Diteci perché? Perché tutte queste tragedie che si consumano in una manciata di secondi e ti lasciano il dolore ed il vuoto intorno.


Mi riferisco alla tragedia di Ventotene, e a quella mamma che non potrà più abbracciare colei alla quale ha dato la vita ma né i suoi figli né la sua mamma potranno sentire quel calore che per ben 9 mesi si sono dati a vicenda. E quelle famiglie che vedono uscire di casa le loro bambine e non le vedranno più crescere.... diteci perché!!! Anche a me devono dire perché... anche io ho un angelo in cielo: mio figlio 14 anni che il 2 febbraio 2008 perse la vita mentre stava giocando in un campo di calcio alla periferia di Roma e per un maledetto rubinetto posto a pochi cm dalla linea laterale (che non doveva stare li) del campo regolarmente omologato dalla FIGC CR Lazio e abilitato per il campionato dilettanti. Alessandro Bini così si chiamava mio figlio. A distanza di 26 mesi ancora non riusciamo ad avere dalla giustizia quelle risposte che tanto attendiamo. Tutti parlano di sicurezza, ci fanno le campagne politiche... ma sta di fatto che non conoscono il significato di questa parola visto che non per «tragiche fatalità» ma per mano dell'uomo si continua a morire e questi due eventi, che ti strappano il cuore, lo dimostrano. Delia Santalucia Una mamma dal cuore
lacerato dal dolore


Delia Santalucia Bini
quando ho scritto al direttore Sechi erano passati solo 26 mesi e ad oggi ne sono passati altri 3 = 29 mesi e giovedi 22 luglio un'altra udienza penale ci aspetta piena di contraddizioni, perchè in Italia purtroppo le morti come quella di Alessandro, dove non c'è da dibattere nulla perchè è palese la responsabilità di quell'essere che concesse l'omologazione, (anche se non avrebbe dovuto in quanto mancavano i requisiti, contravvenendo ad una norma dettata dall'art 27 del regolamento FIGC del quale lui ne fa parte) sono fonte di guadagno per avvocati e purtroppo anche davanti alla morte di un ragazzino assasinato da una leva di un rubinetto che gli ha spaccato il cuore si è insensibili e si cerca di trovare anche una prova banale per scaricare le responsabilità che si assumo quando viene conferito un incarico. Sarebbe ora di finirla si risparmierebbe tempo, denaro ma soprattutto lascerebbero in pace noi genitori di vivere il nostro dolore evitando di acutizzarlo ogni volta che si entra in quell'aula di tribunale.
Essere senza scrupoli, ti converrebbe dichiarare la tua colpevolezza, oppure confessare chi stai proteggendo abbattendo quel muro di omertà che vive all'interno del Comitato Regionale Lazio della Lega Nazionale Dilettanti della FIGC
[Modificato da misterc22 21/07/2010 01:06]
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