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INTERVISTA DI BIANCHESSI

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2018 09:43
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30/05/2018 12:53

Re: non avete ancora capito come funziona il settore giovanile della lazio
ARTICOLO DI ALESSANDRO GRANDONI SU CALCIO NAZIONALE

Andata, praticamente, in archivio la stagione 2017-18 ed arriva il tempo dei bilanci, anche in casa Lazio. Per la società biancoceleste, dopo le gestioni Coletta e Lensen, in estate era arrivato il cambio della guardia con Bianchessi, ex Milan, designato come Responsabile del Settore Giovanile biancoceleste. Quella che poteva essere una stagione di ripartenza con alcuni punti fermi su cui mettere le basi, alla fine dei conti non ha sortito gli effetti sperati.

Partiamo dalla Primavera, dolente nota di questa stagione. Qui la gestione passa, da sempre, soprattutto tramite Tare che nel corso degli anni ha sempre fornito ottimi risultati tanto è che, ai nastri di partenza della stagione, la Lazio si presentava prima nel Ranking Primavera (basato sulle ultime cinque stagioni). La rinnovata formula del Torneo, con un Campionato 1 e un Campionato 2, è stat forse sottovalutata, così come l'assenza, rispetto alla passata stagione, di un calibro da novanta per la categoria come Alessandro Rossi, lo scorso anno vero trascinatore della squadra. Partita in grande difficoltà, la squadra prima guidata da Bonatti e poi da Bonacina non ha mai, effettivamente, dato segnali di speranza.

Alla fine del torneo è arrivata una retrocessione quasi annunciata con l'ultimo posto in classifica. Tra i problemi sicuramente più evidenti quello di una formazione composta per la maggior parte da stranieri non di primissima fascia, come erano in passato i vari Keita, Strakosha, Oikonomidis, solo per citarne alcuni. A questi si sono aggiunti gli italiani che, provenienti dagli scorsi campionati Allievi, non hanno dato quel qualcosa in più che serviva. Un problema evidente, fin dalle prime giornate, che accostato alla difficoltà di un campionato 1 con tutte le big della Primavera ha fatto il resto.

Sul fronte risultati, però, quello della Primavera seppur più evidente, non è stato l'unico flop della stagione. L'Under 17 ha palesato fin da subito evidenti problemi nella rosa con diverse partite perse in malomodo che alla fine sono valsi il nono posto in campionato dietro a formazioni come Cagliari, Cesena, Bologna e Udinese che non rappresentano delle big in senso assoluto. Discorso diverso per l'Under 16 di Fratini che aveva dato ottimi segnali durante il corso del Torneo. Secondo posto nel girone e qualificazione per i Quarti di Finale dove, però, c'era di fronte la Roma. Quella che poteva essere la gara della consacrazione si è trasformata, purtroppo, in una debacle clamorosa.

Sconfitta per 7-2 all'andata in casa, un risultato non certo preventivabile che ha messo in luce alcune lacune importanti e che, di fatto, estromettono la squadra dalla corsa alle Final Four a meno di un miracolo a Trigoria tra qualche giorno. Discorso simile a quello fatto per l'Under 17 è quello dell'Under 15. Ottavo posto in campionato anche qui dietro a Bologna, Cesena, Cagliari e Udinese, con conseguente esclusione dalla fase finale.

Tra tutte le formazioni, probabilmente, quella dei Giovanissimi Fascia B di Alboni è quella che ha ottenuto i risultati migliori, soprattutto mettendo insieme anche i tornei. Dopo aver ben figurato nell'Halima Haider di Gennaio, arrivando in finale contro l'Inter, in campionato la formazione biancoceleste aveva ottenuta con facilità il primo posto davanti a Frosinone e Vigor Perconti. Fatale, qui, la semifinale con l'Urbetevere, formazione dilettante, che ha tolto la possibilità alla Lazio di giocarsi la finalissima per il titolo contro la Roma.

Una situazione, questa, figlia evidentemente di un problema che viene da lontano. Se la Lazio, ormai dalla notte dei tempi, non riesce a qualificarsi per le fasi finali dei campionati Nazionali e non trovare un successo neanche in quelli regionali un motivo ci deve pur essere, o forse più di uno. Se guardiamo la sponda opposta, la Roma, i maggiori talenti giallorossi non vengono presi a 15 o 16 anni, ma sono quasi sempre giocatori fatti in casa o nella Scuola Calcio o presi giovanissimi (è il caso ad esempio degli ultimi arrivati come i due Pellegrini, Riccardi, Bordin, Marcucci, Marchizza, Tumminello, Anotnucci ecc.. solo per citarne alcuni). Quasi mai, infatti, la soluzione è stata l'acquisto di giovani dilettanti già in età da Allievi come fatto nelle ultime stagioni. A questo si è aggiunta, da un paio di anni a questa parte, una ricerca eccessiva di stranieri, già messi sotto contratto, nella Primavera ma non di big come in passato, ma di elementi ancora tutti da verificare. Per la Primavera, inoltre, il valore aggiunto che poteva venire dai due portoghesi decantati in estate come talenti cristallini, Pedro Neto e Bruno Jordao, non ha finora prodotto alcun risultato.

A questo si aggiunge, probabilmente, un cambio di filosofia e di metodi troppo repentino, come il passaggio nelle ultime 4-5 stagioni, dal Generale Coletta a Jop Lensen fino a Bianchessi, con una continuità che di fatto è assai difficile da poter mantenere.

Gli strumenti ed i mezzi ci sono, è chiaro però che per evitare, in futuro, ulteriori stagioni in chiaroscuro come quella attuale, occorrerà lavorare in maniera completamente diversa per ridare alla Lazio, anche a livello di settore giovanile, il rispetto e l'attenzione che merita, per storia e blasone.

Alessandro Grandoni
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Alessandro Grandoni
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[POSTQUOTE][QUOTE:135735950=Michele(2003), 28/05/2018 19.43]1)oggi per fare settore giovanile bisogna avere un centro sportivo, dove ci siano campi in ottime condizioni palestre e tutto cio' che concerne per far crescere un calciatore.
la lazio non ha un centro sportivo le squadre sono costrette ad allenarsi in strutture fatiscenti vedi MELLI e GENTILI dove non esiste neanche un centro di fisioterapie, un calciatore under 15/16/17 avrebbe bisogno di formarsi fisicamente con degli esercizi in palestra, nella lazio tutto è lasciato al caso ed al puro dilettantismo.
2) spesso i tecnici sono scelti non per meritocrazia di risultati ma perche' sono amici dello scouting di turno, o del dirigente o dell'amico dell'amico.
3)calciatori bravi nella lazio ce ne sono pochi,di calciatori raccomandati nella lazio ce ne sono tantissimi,i genitori si affidano a procuratori che conoscono bene chi comanda alla lazio e sanno quando come e dove intervenire, oppure intrvengono spesso in prima persona, perche' poi alla lazio è un po' come una famiglia....
i risultati sono sotto gli occhi di tutti:

primavera:retrocessa
under 17 non pervenuta
under 16 2 a 7 contro la roma
under 15 non pervenuta
under 14 appena ha incontrato una squadra vera le ha prese

Per ristrutturare un settore giovanile cosi' allo sbando non basteranno 10 anni, bisognera' fare piazza pulita di tutti i tecnici, dirignti, giocatori raccomandati, prendere una figura competente che sappia come si fa' settore giovanile( vedere com esempio atalanta, roma, inter ed altre societa').
MA SARANNO MAI CAPACI DI CAMBIARE TUTTO?
[/QUOTE][/POSTQUOTE]


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